I giardini della Luna di Steven Erikson






Eccomi qui ad inaugurare una rubrica su questo blog, ora bisogna ancora decidere come chiamarla, magari trovare qualcosa di più carino e fantasioso piuttosto che angolo delle recensioni.
Dunque, questo piccolo angolino è nato per commentare libri, lascerò un parere più o meno obiettivo su quanto leggo, o almeno ci proverò. Non scrivo sempre commenti, tutt’altro, la maggior parte delle volte li commento a voce, parlandone con alcuni amici, ma mai prima d’ora mi era venuto in mente di scrivere una vera e propria recensione. Ho sempre pensato di non essere in grado di farlo, e anche ora che sono qui a scrivere sono del parere che verrà fuori un vero e proprio schifo. Gironzolando per il web e anche in altri blog poi ho visto che ci sono veramente tantissimi blog che commentano libri, appena usciti o meno. E io nuovamente mi sto domandando, ma che diamine mi sono messa a fare, perché mettermi a scrivere recensioni quando ci sono tantissime altre persone a farlo? Bene non ho una risposta a questa domanda, o forse ce l’ho solo in parte: dopo anni ho deciso che sarebbe stato divertente condividere le mie opinioni sui libri, quelli che ho letto quasi obbligata quando andavo a scuola, quelli che mi hanno consigliato amici, quelli che ho trovato per casa nei momenti in cui ero a corto di letture e ho scoperto essere delle vere perle. Ho deciso che sarebbe stato simpatico condividere le mie impressioni sui libri, sul come sono arrivati nella mia libreria, del perché. Ma anche condividere le delusioni che può avermi lasciato proprio un libro. Non tutti sono grandi letture, a volte, il libro che attendevi impaziente è una delusione, non è quanto ti aspettavi.
Ora non so quanto bene verranno i miei commenti, queste recensioni, non è quello che ti aspettavi, che avevi immaginato. Comunque spero che con le mie parole, con quanto scrivo di riuscire ad interessare qualcuno.
In quanto alle mie letture sono molto varie, sono un tipo capriccioso, leggo solamente se qualcosa mi attira veramente, il titolo, la copertina, le prime pagine ma soprattutto le ultime di un libro (ebbene sì sono un animale strano, leggo prima la fine dei libri, se mi piace lo leggo tutto, altrimenti lo accantono in un angolo e ci metto una vita prima di riprenderlo), ma anche la trama (ed è qui che prendo le più grandi cantonate, in poche righe sembrano tutte belle) quando sono alla ricerca di titoli più o meno nuovi. Non sono nemmeno il tipo che legge solo nuove uscite, quello che si trova in libreria al momento, la maggior parte delle volte, forse per pigrizia o anche per andare contro corrente ci metto mesi per arrivare a leggere quello che tutti considerano il libro del momento, quindi non vogliatemene se troverete recensioni e commenti di libri usciti diverso tempo fa, se non anni.
E non vogliatemene se troverete parecchie recensioni su libri fantasy e sulla fantascienza, sono due generi che adoro e ultimamente mi sono anche resa conto che trovare un fantasy decente, scritto bene e che non sia una scopiazzatura di Tolkien è ben difficile.
Detto questo, la prima recensione di questa rubrica sarà proprio su un fantasy, il primo libro di una saga che ho scoperto recentemente, anche se devo ammetterlo questo è uscito nel 1999.
I Giardini della Luna è il primo libro della saga La Caduta di Malazan di Steven Erickson, autore canadese che con questo titolo entra nel mondo della letteratura fantasy.
Ora smetto di sproloquiare e continuo più sotto con la recensione vera e propria.




Autore:

Steven Erikson (Toronto, 7 ottobre 1959) è uno scrittore canadese, famoso per la saga fantasy La caduta di Malazan (Malazan Book of the Fallen).

Archeologo e Antropologo, per molti anni ha vissuto nel Regno Unito per poi fare ritorno in Canada, nella città di Winnipeg, dove ha trascorso l’infanzia.
Debutta nel 1999 con I Giardini della Luna primo libro della saga La caduta di Malazan.





Titolo: I Giardini della Luna
Autore: Steven Erikson
Editore: Armenia
Prezzo: 18.00 euro



Trama:

L'impero Malazan ha perso il suo Imperatore.
Surly, ex sottoposta, si è impossessata del potere, divenendo l'Imperatrice Laseen, nome che nella sua lingua madre significa “Signora del Trono”.
Il malcontento si sta però diffondendo rapidamente nell'Impero Malazan, per via dell'estenuante guerra espansionistica. Persino le legioni imperiali, sottoposte a continui massacri, desiderano ardentemente una tregua. Ma il dominio dell'imperatrice Laseen, sostenuta dai temibili sicari dell'Artiglio, rimane assoluto e incontrastato, e i suoi eserciti muovono alla conquista delle città ancora libere dal giogo imperiale. E proprio quando sembra vicina la capitolazione dell'ultima città a resistere, si mettono in moto poteri oscuri al di là di ogni immaginazione e gli dei stessi dovranno schierarsi nell'imminente lotta.



Recensione:

Bene, cosa dire di questo libro, particolare, nel vero senso della parola. L’ho iniziato per curiosità, perché scelto dal gruppo di lettura di un sito al quale sono iscritta. Lo ammetto, nella mia ignoranza non conoscevo né l’autore né le sue opere, e ammetto anche del mio scetticismo: ultimamente le mie letture sono state deludenti. Amo il fantasy, ma i libri che mi sono passati fra le mani non erano granché, sì, leggibili, ma posso assicurare che a fine lettura, rimanevo sempre insoddisfatta. Una parte di me rimaneva delusa dalla storia, dalla trama, dai personaggi. Insomma libri leggibili, ma c’era sempre una nota negativa, qualcosa che a parer mio stonava o era insoddisfacente.
Altri poi erano talmente tanto banali, che non bisognava nemmeno seguire la trama: con alcuni ho anche fatto un esperimento, saltando pagine e interi capitoli, ma la trama era talmente tanto piatta e scontata, tanto insulsa, che non mi sono persa nulla ai fini della storia. 
Tornando a noi, ho iniziato il libro senza illudermi troppo, ho pensato che al massimo lo avrei accantonato da qualche parte, ed invece è stato una vera e propria sorpresa.
La scrittura di Steven Erikson è piacevole, si legge bene, ma bisogna anche seguire il libro attentamente, perché quanto avviene in ogni capitolo, ogni frase, ogni piccolo avvenimento non sono messi lì a caso, ma hanno un vero e proprio scopo.
I personaggi sono legati fra di loro in maniera quasi impressionante, in alcuni momenti ci si chiede ma questo da che parte è spuntato? Perché è qui? Poi un paio di capitoli più avanti ecco che appare il legame, quello che si cercava per avere un quadro chiaro del libro, della lettura.
Per non parlare dei salti temporali, del passaggio da un punto di vista all’altro dei vari personaggi che fanno parte di questa saga, nessuno di loro passa inosservato o corre il rischio di essere dimenticato andando avanti con la lettura, nel caso ritorna in mente dopo poche righe. Basta poco per aver di nuovo chiara la situazione, il luogo dove si svolgono gli avvenimenti e anche cosa sta accadendo.
Altro punto di forza di questo libro sono le descrizioni dei paesaggi, dei luoghi in cui è ambientato. Non un'unica città, un'unica terra, ma l’autore ha creato tanti luoghi, tante posti, ma allo stesso tempo rievoca luoghi esistenti, o meglio che possono far pensare alle coste del nord della Francia, o ai paesi nordici, come quelli mediorientali, la stessa Darujhistan, che ha un ruolo fondamentale nel libro, fa pensare alle città delle Mille e una notte. 
Insomma l’autore rievoca tanti luoghi fantastici, ma allo stesso tempo familiari anche per chi non è abituato al fantasy.
Per non parlare dei personaggi poi, alla loro ottima caratterizzazione, hanno molte sfaccettature, carattere e la giusta introspezione. 
Per concludere ho adorato questo libro anche per la sua originalità, non è un fantasy classico con draghi, elfi e nani, ma ci sono creature nuove. Inoltre la magia è una comune importante, ma non viene a noia; i maghi, gli alchimisti possono essere potenti tanto da tenere testa ad un Dio o prendersi gioco di lui, ma sono anche soggetti ai capricci delle divinità. Come queste pur essendo potenti e capricciose, sanno quando arriva il momento di ritirarsi da quello che forse considerano solo un gioco.
Tirando le somme, come ho già detto è stata una lettura piacevole, qualcosa di nuovo che mi ha colpito, tanto che ora sono curiosa di leggere i restanti libri della saga, visto che alcune recensione e commenti affermano che sono anche migliori del primo.
Penso che fino a che non li avrò fra le mani la curiosità mi divorerà XD.


***


Bene, ora finita questa recensione, che forse è un tantino assurda, ma non sono molto pratica <3 vi chiederete, ma come mai un libro che è uscito nel 1999 lei l’ha letto solamente ora? Trattandolo inoltre, come se fosse una delle ultime uscite, non so una perla dell’editoria di quest’anno? 
Beh l’ho fatto per un semplice motivo, perché per me è stato così, una vera e propria novità. Qualcosa di nuovo che ho scoperto da pochi giorni, perfino il nome dell’autore non lo avevo mai sentito.
E ogni sera riponendo il libro sul comodino mi davo della stupida per non averlo notato in libreria prima, domandandomi ogni volta il motivo per non averlo fatto.
Rimuginandoci sopra, alla fino sono giunta alla conclusione che una risposta c’è… ed è anche semplicissima. Molte volte sono attirata dai libri per via della copertina, soprattutto quelle ben disegnate, e siamo sinceri, quella dei “Giardini della luna” non è che mi ispiri molto, più la osservo e più penso che non sia il massimo. Se non mi avessero regalato il libro probabilmente non lo avrei mai preso in considerazione, e sarebbe stato un vero peccato.
Però mi consolo, grafici e illustratori italiano non sono stati i soli a non aver reso giustizia al libro, visto che anche quella Americana non brilla per bellezza.
Qui sotto le riporto entrambe, e appena avrò un minuto di tempo cercherò anche altre di altri paesi.





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