Shadowhunters - Le Origini








 Da pochi giorni ho iniziato l’ultimo libro di questa trilogia urban fantasy ambientata in una splendida Londra vittoriana, ma prima di arrivare a recensirlo, penso che spenderò qualche parola sui due libri precedenti. Tempo di terminare la prima parte di questa recensione, ovvero parlare dei libri l’Angelo e il Principe e dovrei aver terminato anche il terzo, o è quel che spero.

L’autrice, come di molti voi sapranno, ha scritto anche un’altra fortunata serie urban fantasy ambientata in un periodo più moderno, e questa potrebbe considerarsi una sorta di prequel: leggendola si scopre il passato di alcuni personaggi.

Personaggi che in un certo modo sono legati anche alla saga originale, e che in un modo o nell’altro rispondono a domande lasciate in sospeso, legando in questo modo le due saghe.
Shadowhunters, o per intenderci The Mortal Instrumets, la saga originale, l’ho adorato, i primi tre libri sono un piccolo gioiello, leggendo il quarto, come ho scritto nella recensione, sono venuti fuori tutti i miei dubbi. Dubbi sul perché continuare una saga, che con il terzo libro aveva raggiunto un finale perfetto. Domande, sul motivo per il quale l’autrice avesse scritto il quarto, quando a mio modesto parere avrebbe anche potuto accorparlo al quinto, tanto non accade nulla di rilevante in 400 pagine e passa. Così, quando è uscita questa nuova saga, questo prequel ero perplessa, di solito non sono mai come i libri originali, perdono in qualcosa, altre sono solo delle copie dove cambiano i nomi dei personaggi; e così mentre mi avvicinavo alla libreria i miei dubbi crescevano e una domanda amletica mi frullava nella testa: lo compro o non lo compro?
Se mi ritrovo a fare questa recensione penso che abbiate capito che ha vinto la mia mania di comprare libri e la mia innata curiosità; dovevo assolutamente leggerlo per farmi un’idea tutta mia, sì, sentire il parere degli altri andava bene, leggere recensioni che lodavano o bocciavano il libro anche. Ma io devo farmi una mia opinione, la bellezza di un libro non è dovuta solo dalle opinioni altrui, e quindi mi sono ritrovata ad assaltare la libreria per comprare il primo volume.
Dalla sera stessa mi sono ritrovata con gli occhi appiccicati a queste pagine, una dopo l’altra, fino a quando non sono arrivata alla fine e ne volevo ancora. Oramai era divenuto una vera e propria droga, il desiderio di avere fra le mani il secondo volume veramente troppo forte. Sarei stata disposta a leggerli in lingua originale, pur sapendo che ci avrei messo anni dato il mio scarso inglese.




L’Angelo





Il demone esplose in una pioggia di fluidi e viscere.
William Herondale ritrasse il pugnale che stringeva in mano, ma era troppo tardi. L’acido viscido del sangue demoniaco aveva già iniziato a corrodere la lama scintillante. Will imprecò e gettò via la lama che finì in una pozzanghera sudicia e bruciò senza fiamma, come un fiammifero appena spento. Il demone, naturalmente, era svanito… rispedito in qualsiasi mondo infernale dal quale fosse venuto, non senza essersi lasciato alle spalle un gran scompiglio.”




Trama presa dal libro:

Tessa Gray, orfana sedicenne, lascia New York dopo la morte della zia con cui viveva e raggiunge il fratello ventenne Nate, a Londra. Unico ricordo della vita precedente, una catenina con un piccolo angelo dotato di un meccanismo a molla, appartenuto alla madre.
Quando il fratello maggiore scompare all’improvviso, le ricerche portano la ragazza nel pericoloso mondo  sovrannaturale della Londra vittoriana. Sarà rapita, ingannata, sfruttata per la sua straordinaria capacità. La salveranno due Shadowhunters, Will e Jem, destinati a combattere i demoni, nonché a mantenere l’equilibri fra i Nascosti e gli umani.
Tessa sarà costretta a fidarsi. Si unirà a loro nella lotta contro i demoni per poter imparare a controllare i propri poteri e riuscire finalmente a trovare Nate. Ma tutto ciò la porterà al cuore di un arcano complotto che minaccia di distruggere gli Shadowhunters, e le farà scoprire che l’amore può essere la magia più pericolosa di tutte.





Comprato per mera curiosità, con il pregiudizio che non sarebbe stato assolutamente all’altezza dei libri della saga originale, alla fine ho aspettato giorni prima di decidermi ad entrare in libreria, la sera quando è iniziato il mio solito rituale con un libro nuovo, ero decisamente indecisa e poco convinta. Come ho scritto sopra però, quando ho iniziato a leggerlo, poi non sono riuscita più a fermarmi.
In primis, l’epoca vittoriana dove è ambientato mi è piaciuta tantissimo, la Clare non si è persa in troppe descrizioni, ma quel poco che di cui ha parlato ha fatto in modo di farmi immergere in quel periodo, in una Londra fumosa e grigia, umida dove si avverte il rumore delle carrozze e il nitrire dei cavalli.
Ho immaginato la protagonista arrivare in questo posto, diverso dalla New York alla quale è abituata.
La vecchia Europa, un mondo differente, una nuova vita che deve affrontare, si è lasciata tutto ciò che conosce alla spalle, con sé ha portato tanti dubbi e il dolore di aver perso una persona cara.
All’inizio ho pensato che i protagonisti di questa storia sarebbero stati simili a quelli della saga originale, ambientata nei tempi moderni. Sfogliando le pagine e leggendo i nomi dei protagonisti, già pensavo agli stessi personaggi, con aspetto differente, ma con un carattere molto simile.
Non è stato affatto così, come non lo era la storia, ma andiamo per gradi.
In primis i protagonisti, sono differenti, completamente da quelli di TMI, a primo impatto si potrebbe dire che Will è simile a Jace, ma il primo mi è molto più simpatico, molto più divertente e spigliato, da come notate lo preferisco a Jace.

Will è Will; affascinate, ombroso, scorbutico, ma ha anche un gran cuore. In questo primo libro può non risultare simpatico, credo che il novanta percento delle persone che hanno letto il libro lo avrebbero preso volentieri a bastonate. Eppure si nota subito che nasconde qualcosa, che dentro di sé porta un segreto e un grande dolore.
Will che non si apre con nessuno tranne che con il suo parabatai, Jem. L’amore, l’affetto e la stima che nutre per l’altro dimostrano quanto la faccia che mostra agli altri non sia la sua, ma solo una maschera. Una maschera creata ad arte per tenere fuori il mondo e gli affetti.
Non vuole creare legami, non vuole essere amato, ma sembra non riuscirci. Andando avanti con i libri si scoprirà anche il perché di questo suo comportamento, di questo suo essere freddo e distaccato, odioso verso il mondo e le persone che lo abitano.

Jem è il mio personaggio preferito. Lo amo. Amo il modo in cui è descritto, il suo carattere e la sua dolcezza, ma anche la sua maturità e la forza d’animo.
Jem combatte ogni giorno contro la morte, e trova in Will, e in seguito anche in Tessa, la forza per andare avanti, per non lasciarsi sopraffare dalla malattia, ma anche dallo sconforto e dalla paura.
Nelle descrizioni di questo personaggio la Clare deve aver messo una grande passione, tanta da permettermi di innamorarmi follemente di lui.

Ed infine c’è Tessa. Quando è comparsa mi sono detta: “no, ti prego, fa che non sia la solita protagonista che deve essere salvata ogni cinque minuti. La ragazzina piagnucolosa. Non potrei sopportare un’altra protagonista del genere.” Evidentemente le mie preghiere sono state esaudite, anche se a rigor di logica a salvarla la salvano, ma essendo il primo libro, ci può stare.
Tessa è forte, per quanto il suo arrivo a Londra sia stato decisamente shockante. È stata rapita, maltrattata, picchiata.
Ha scoperto un mondo soprannaturale.
Ha scoperto la magia e l’esistenza di quelle creature di cui si racconta solo nelle storie.
Ha scoperto di possedere dei poteri che i normali esseri umani non hanno, di non essere umana. Forse una strega, forse un demone, forse qualcos’altro; eppure non ha fatto una piega. Il suo scopo e ricongiungersi con suo fratello, trovarlo e salvarlo.
È pronta ad affrontare ogni cosa, e a fidarsi di Will e Jem entrati all’improvviso nella sua vita, salvandola, ma al tempo stesso stravolgendola. Si affida a loro, fidandosi e seguendoli all’istituto dei cacciatori di Londra.
È questa sua forza a mandarla avanti, la forza interiore che ha, la preoccupazione per il fratello e i suoi libri. Quei libri nei quali si immerge per rifuggire dalla realtà, che giorno dopo giorno diventa sempre più cupa e difficile.

I protagonisti di questo libro, di questa saga, sono tre giovani forti i cui destini si incrociano e si legano in maniera indissolubile. Tre giovani che trascinano il lettore nel loro mondo, nella loro epoca, nella loro vita di cacciatori.

La Clare ha creato a parer mio un piccolo gioiello, un libro fantastico. L’effetto che mi ha fatto questo mondo, quest’epoca mi ha toccato molto di più rispetto alla New York moderna dove si svolgono le vicende di The Mortal Instruments.
Mi piace l’atmosfera cupa che avvolge il lettore pagina dopo pagina: per quanto sia un romanzo abbastanza cupo, visto il mondo in cui si muovono i personaggi, contornato da creature come demoni e vampiri, stregoni e lupi mannari, non è solo quello. È un urban fantasy, ma al tempo stesso non ruota solo intorno all’avventura, al fantasy, ma anche alle vicende personali dei vari protagonisti e di tutti i personaggi che li circondano.
La cosa che adoro sono le battute dei personaggi, quei piccoli stacchi in cui gli stessi personaggi sdrammatizzano quanto sta accadendo; il loro non prendersi troppo sul serio, rendendo la lettura piacevole e allegra.

Questo primo libro è una sequenza di domande.
Arrivata alla fine l’ho chiuso, l’ho guardato e mi sono chiesta: e ora?
Ora come va avanti, cosa accade, non può assolutamente finire in questo modo, non posso aspettare che esca il prossimo.
Non sono il tipo che ama tutto quello che scrive un’autrice. Sono esigente in fatto di letture, e mi rendo conto quando alcune sono piacevoli, ma non capolavori e altre invece non risultano nemmeno piacevoli.
Shadowhunters – Le Origini, è una lettura piacevole, molto bella a parer mio, e rispetto ad altri libri della stessa autrice scritto in maniera migliore, sia per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi che per le ambientazioni.
Punto di forza è l’epoca e Londra. Sono di parte lo so, ma non posso farci nulla, ambienta un libro nella vecchia Europa ed io me ne innamoro a priori.
Libro che consiglio assolutamente, soprattutto ora che sono usciti il secondo e il terzo e gli appassionati possono immergersi completamente nella letture, senza intervalli e attese eterne.




“-Qualcuno chiede di voi, signore. Archer indugiò su quel “signore” abbastanza a lungo da renderlo offensivo.
–A quest’ora? Chi è?
–Un Nephilim.- pronunciate da Archer, le parole tinsero di un lieve disgusto. –Dice di dovervi parlare urgentemente.
Dunque non era Charlotte, l’unica Nephilim di Londra che Magnus si sarebbe aspettato di vedere. Erano ormai parecchi giorni che collaborava con l’Enclave, assistendo agli interrogatori di mondani terrorizzati che erano stati membro del Pandemonium Club e usando la magia per cancellare i loro ricordi della terribile esperienza, una volta che tutto era finito. Un lavoro sgradevole, ma l’Enclave lo pagava sempre bene, e conveniva rimanere nei suoi favori.
–E anche molto bagnato – aggiunse Archer, con disgusto crescente.
–Bagnato?
–Piove, signore, e il gentiluomo è senza cappello. Mi sono offerto di asciugargli i vestiti, ma lui ha rifiutato.
–Molto bene. Fatelo entrare.”




Il principe





La nebbia era fitta, attutiva l’udito e limitava la vista.
Nei punti in cui si diradava un po’, Will Herondale vedeva sorgere davanti a sé la strada scivolosa, bagnata e nera di pioggia, e udiva le voci dei morti.
Non tutti i cacciatori erano in grado di udire gli spettri, a meno che questi non scegliessero di farsi sentire, ma Will ci riusciva. Via via che si avvicinava al vecchio cimitero, le loro voci si levavano in un coro stridente: lamenti e supplica, grida e brontolii. Non era un luogo di sepoltura sereno, ma Will lo sapeva già; non era la prima volta che visitava il Cross Bones Graveyard, nei pressi del London Bridge.”




Trama presa dal libro:


In una Londra vittoriana fosca e inquietante, e nel suo magico mondo nascosto, Tessa Gray crede finalmente di aver trovato tranquillità e sicurezza con gli Shadowhunters, i cacciatori di demoni, che proteggono lei e il suo terribile potere dalle mire di Mortmain.
Ma con lui e il suo esercito di automi ancora in azione, il Consiglio vuole spodestare Charlotte Fairchild, per affidare il comando a Benedict Lightwood, uomo senza scrupoli e affamato di potere. Nella speranza di salvare Charlotte, Will, Jem e Tessa decidono di svelare i segreti del passato di Mortmain e scoprono sconvolgenti legami fra gli Shadowhunters e la chiave del mistero dell’identità di Tessa.




Avete presente quando attendete un libro, il seguito di una saga, per avere risposte, per scoprire cosa accadrà? Ecco è quello che ho provato io attendendo questo secondo volume delle Origini. Ho atteso tantissimo, perché il primo libro mi aveva lasciato con tante domande, ed essendo curiosa di natura, non potevo fare a meno di correre in libreria a prendere il seguito.
Il primo di una nuova saga ti appassiona, molte volte però ti lascia spiazzato. Ed è così che è andata con l’Angelo, mi sono innamorata dei personaggi e delle atmosfere di questa Londra vittoriana, ma nessuna delle mie domande ha avuto risposta. Alla fine del libro è come se avessi letto un giallo in cui l’autrice non svelava nulla, né chi fosse il colpevole né nessun altro mistero, lasciandoti lì spiazzato ed insoddisfatto formulando mille ipotesi, senza però avere nulla con cui riscontrarle.
Ha intrecciato una storia, ha creato personaggi magnifici, ma alla fine io smaniavo per sapere cosa sarebbe accaduto. Ed eccomi finalmente con il secondo libro fra le mani, dopo mesi di attesa.
Sapete come funziona con un libro nuovo, un libro che si è aspettato per tanto tempo. In mano, la prima cosa che faccio, è sentire l’odore della carta stampata, l’odore di libro nuovo, mai stato aperto da nessuno.
Seduta sul letto della mia stanza, o sul divano, lo tengo fra le mani. Apro alcune pagine, lo richiudo, indecisa se iniziarlo o meno, curiosa come pochi. Leggo alcuni passi a caso, corro verso la fine, verso l’ultima pagina, molti di voi penseranno che io sia folle, ma non riesco a farne a meno devo prima leggere la fine e dopo iniziare un libro, e dopo, dopo ore interminabili, alla fine lo apro, lo inizio seriamente; ovviamente ogni tanto l’occhi cade sulle pagine più avanti, le scorro, le sbircio.
Ebbene mi aspettavo delle risposte, che la mia curiosità fosse soddisfatta, e  forse qualcosina è stata appagata, ma non quanto desideravo, il meglio, quello che avrebbe svelato ogni mistero a quanto pare mi attende nel terzo libro. Ma quello che mi ha veramente lasciato stupita di questo libro è come l’autrice si sia basata anche sui rapporti interpersonali.
Tessa/Will/Jem, pensavo che ci sarebbe stata una sorta di triangolo, magari anche qualche sfida, non so la rottura di un’amicizia e i due ragazzi che si sfidavano a duello per la mano della dolce donzella. Bene, non è avvenuto nulla di tutto questo. Non leggo harmony o libro del genere, però la mia mente vaga quando mi ritrovo in situazioni in cui in due amano la stessa persona.
Come ho detto in molti libri i due ragazzi si sarebbero sfidati, in questo invece sono rimasta sorpresa per quanto l’affetto che Jem e Will provano l’uno per l’altro sia superiore all’attrazione che provano per Tessa.

In questo libro, ma nell’intera saga l’autrice spiega cosa lega due parabatai; in The Mortal Instrumets, Alec e Jace lo sono, eppure il loro legame seppur profondo non è minimamente paragonabile a quello fra Will e Jem. Non so dire se è l’ambiente differente, l’epoca, o anche il modo in cui sono descritti i personaggi, ma Will e Jem sono legati oltre che dalle rune che rappresentano i parabatai, anche da un affetto, un amore reciproco. Stima e amicizia.
Jem e Will si rispettano, ognuno sa che l’altro ha un segreto, si porta dietro un grande dolore, e senza fare domande lo accettano e cercano di curare le reciproche ferite a vicenda.

C’è questa amicizia e questo legame descritto nel libro, ma parla anche di amore, e non solo l’amore fra due amanti. Ma quello fra amici, quello fraterno e quanto questo possa far soffrire.
Questo secondo libro l’ho adorato, man mano che andavo avanti con la lettura si aprivano tante soluzioni, la mia mente formulava ipotesi su come potesse finire, su cosa sarebbe accaduto alla fine di questa splendida saga.
Ma quello che si scopre soprattutto è l’antagonista, il Magister, colui che vuole eliminare gli Shadowhunters e per farlo ha bisogno di Tessa e dei suoi poteri. Un umano che conosce il mondo magico, sa dell’esistenza dei Nascosti, vampiri, stregoni, fate e licantropi. Li conosce, conosce gli ambienti e li frequenta. Ma soprattutto conosce i cacciatori, gli Shadowhunters.
Ha contatti con le creature più impensate, e tutti si chiedono da dove nasca questo rancore, fino a quando non viene svelato, e mi ha lasciato veramente senza parole.
Mortmain è un personaggio ben costruito, misterioso, ambiguo quanto basta. Ha soldi e potere, è un mercante, e la domanda come ho detto sopra è perché il suo scopo ultimo è eliminare i cacciatori? Perché li odia fino a questo punto.
E questo suo odio non fa altro che crescere, aumentare, tanto che alla fine della saga lui stesso ammette di non avere un anima alla quale appellarsi. Il suo odio è quanto di più grande ci sia.
Ha covato talmente tanto rancore da corroderlo dall’interno, non ha un cuore, non ha sentimenti, desidera solo la vendetta.

Il Principe è un altro piccolo gioiello fra gli urban fantasy.
Non risponde a molte domande, piuttosto le aumenta, ti porta a desiderare di avere fra le mani il terzo libro, per leggerlo, magari contemporaneamente a questo, per vedere cosa accadrà. Fa arrivare il lettore alla fine con il desiderio di scoprire quanto avverrà, eppure si interrompe sul più bello, ma con tutti i personaggi che man mano sono cresciuti, sono maturati. Personaggi che hanno fatto o devono fare i conti con il passato ed affrontare il futuro.
Crescono, maturano, e ognuno inizia a prendere le sue decisioni, per affrontare il futuro e decidere della propria vita.
Da leggere, consigliatissimo e con la speranza di avere fra le mani anche il terzo, altrimenti morirete di curiosità.




“̶  Quando due anime sono come una sola, stanno insieme sulla ruota – disse Jem. – Io sono venuto al mondo per amarti, e ti amerò nella prossima vita e in quella dopo.
Tessa pensò alle parole di Magnus: siamo legati a questa vita da una catena d’oro, e non osiamo spezzarla per paura di quello che c’è oltre il baratro.”




La Principessa





“— Ho paura — disse la bambina seduta sul letto. — Nonno, puoi restare con me?    Aloysius Starkweather avvicinò una sedia al letto e si sedette, emettendo un verso gutturale che sarebbe dovuto sembrare di insofferenza. Ma lo era solo in parte. Al vecchio faceva piacere che la nipote nutrisse tanta fiducia in lui, che spesso era il solo in grado di tranquillizzarla. Nonostante la sua natura delicata, la bambina non era mai turbata dal burbero modo di fare del nonno.    — Non c’è niente di cui avere paura, Adele. Vedrai.    La piccola lo guardò con occhi sgranati. Normalmente la cerimonia delle prime rune avrebbe avuto luogo in uno degli spazi più maestosi dell’Istituto di York, ma a causa dei nervi deboli e della salute cagionevole di Adele si era convenuto di organizzarla al riparo della sua stanza.”




Trama presa dal libro:


Tessa Gray dovrebbe essere felice, come tutte le spose. Eppure, mentre si prepara il suo matrimonio, una rete di ombre grava sugli Shadowhunters dell’istituto di Londra. C’è un nuovo demone, legato tramite sangue e segreti a , l’uomo che vuole usare il suo esercito di automi spietati, gli Infernal Devices, per distruggere gli Shadowhunter. Abbandonati da coloro che dovrebbero essere i loro alleati e con i loro nemici sempre più vicini, gli Shadowhunters si trovano in una trappola mortale… Come può una sola ragazza affrontare un intero esercito?




Allegro, frizzante, divertente e cupo al punto giusto. Ecco la ricetta per un urban fantasy perfetto. Quando è uscito mi stavo mangiando le mani, sono un tantino maniaca, compro i libri solamente della stessa serie, ovvero, nella mia libreria devono essere uguali, non mi piace averne magari uno della versione tascabile e uno con quella con sovraccoperta, mi manda ai matti. E quando ho scoperto la Clare come scrittrice in giro si trovavano solo i tascabili dei suoi libri, ergo mi stavo mangiando le mani. Non sapevo cosa avrebbe preso il sopravvento se la mia curiosità o la mania di avere i libri tutti uguali di una saga. Alla fine un’amica è giunta in mio aiuto, mi ha prestato la sua copia che ho letteralmente divorato, ed ora sto rileggendo, visto che ce l’ha mia sorella e ogni tanto ridendo come una scema di alcune parti particolarmente divertenti, viene a rileggermi pagine intere; o meglio prova a rileggermele, ma visto che la sua lettura a voce alta fa venire il mal di mare, alla fine le rubo il libro e leggo io ad alta voce per entrambe, e poi ridiamo come due sceme. (Fortuna vuole che mia sorella non segue il blog, altrimenti chi la sente, ma torniamo alla recensione.) Dunque scritta così sembrerebbe che il terzo libro di The Infernal Deivces sia un libro comico, ma non è così. Ma come ogni libro della Clare, ed anche per contornare i personaggi e dargli una caratterizzazione, ci sono alcune scene divertenti, delle battute decisamente sagaci che non possono far scoppiare a ridere il lettore. Penso che questa decisone sul come strutturare i libri, soprattutto in quest’ultimo della saga, sia stata una mossa decisamente intelligente, altrimenti l’avrebbe trasformato in un libro troppo più cupo, dai contorni troppo drammatici e tristi.
Se nel secondo i personaggi man mano iniziano a crescere e a maturare, finalmente in questo terzo libro raggiungono la consapevolezza di quello che vogliono, dei loro desideri, ma anche di cosa devono fare per realizzarli.
Tessa e Jem si vogliono sposare, e per essere felice Jem prende una decisione importante, una decisone che potrebbe accorciargli la vita, ma che lo farebbe stare con la donna che ama anche solo per poco tempo. Ed è proprio per l’amore che prova sia per Tessa che per Will, in seguito prende un’altra importante decisione.
Will si rende conto che fino ad allora non è veramente riuscito a tenere lontane le persone che lo circondano, ogni suo sforzo è stato vano. Pur comportandosi male, cercando di allontanarle in ogni modo queste gli si sono affezionate ugualmente. E quando si trova a rischiare di perdere coloro che gli sono più cari è disposto a fare di tutto, è pronto a setacciare i bassifondi di Londra alla ricerca della droga che tiene in vita Jem, è pronto a partire da solo per salvare colei che ama.
Ed infine c’è Tessa.
Tessa che si è resa conto di amare due ragazzi, che non potrebbe fare a meno di nessuno dei due. In una parte del libro, Woosley Scott  parlando con Tessa le dice “La maggior parte delle persone è già fortunata ad avere un grande amore nella propria vita. Voi ne avete trovati due.” Ed è vero lei ne ha trovati due. Due grandi amori che darebbero la vita per lei, e lei la darebbe per loro.
So per certo che in molti trovano assurdo poter amare due persone, che sia la realtà o un libro, in molti detestano la cosa. Io non mi pronuncio, so di aver scritto racconti dove il protagonista ama due persone, che ne è attratto ma non solo fisicamente, quindi sono del parere che possa accadere, è una cosa rara, in fondo l’uomo è egoista, non ama condividere le cose, meno che mai la persona con la quale vuole trascorrere la vita, ma in alcuni rari casi, veramente molto rari, penso che possa accadere che tre persone abbiamo questo feeling particolare. Si amino talmente tanto, una da rinunciare alla persona amata, e l’altro ad essere felice se il suo miglior amico è colui che potrà rendere felice colei che ama, nel cosa lui non possa farlo.
E visto che ho introdotto questa parte di discorso penso che non mi pronuncerò oltre su questo libro, non voglio rovinare il finale ai pochi che ancora non lo hanno letto, non mi sembra giusto. Ho già spoilerato abbastanza xd.
Penso solo, sorvolando sulle varie opinioni lette in giro, in cui condannano sia l’autrice che la protagonista, e non capisco perché, soprattutto la protagonista del libro, su come finisce.

Io penso che sia il finale perfetto, forse gli amanti dell’angst e del dramma avrebbero preferito che finisse in un altro modo, ma io che ho un animo romantico, che adoro le storie a lieto fine, penso che sia un finale giusto. Giusto per Tessa, per i lettori dall’animo romantico, e per chi come me in questo libro, in alcune parti ha versato tante, ma dico tante lacrime. Alcuni mi dicono che ho la lacrima facile, ma non posso farci nulla, se chi scrive è bravo e la scena è toccante è più forte di me.

Bene per concludere, dopo questo lungo delirio, consiglio vivamente questa trilogia. Una delle migliori in assoluto che abbia mai letto, anche della stessa autrice, che procedendo con la scrittura è migliorata in maniera positiva, sia nelle descrizioni che nella narrazione degli eventi. È maturata come i suoi personaggi, di libro in libro.
Ora sono anche triste di aver terminato questa recensione, la fine di una saga mi esalta e al tempo stesso mi intristisce, l’attesa dell’uscita dei libri, il momento in cui lo hai fra le mani è qualcosa di impagabile. Emozioni che un lettore non può assolutamente non comprendere, e quindi nel momento in cui tutti finisce, anche le ultime pagine sono lette e si sta per chiudere la copertina e riporre il libro al suo posto accanto agli altri, bene questi gesti mi mettono addosso tanta malinconia. So benissimo che potrei rileggerlo in qualsiasi momento, ma non sarebbe la stessa cosa. Nel momento in cui si scoprono tutti i segreti, in cui la storia arriva alla fine, e si decide se è una conclusione che piace o meno, poi rileggerlo non fa lo stesso effetto. Tutta l’emozione provata, nell’attendere, nel leggerlo, svaniscono ad una seconda rilettura. I libri sono sempre stupendi, ma quei primi attimi quando si scopre un libro nuovo e gli avvenimenti che nasconde è un momento veramente unico.
E così finita anche questa recensione, dico arrivederci a questa fantastica trilogia che mi ha fatto rivalutare tantissimo il mondo degli urban fantasy e attenderò con pazienza un nuovo libro che mi appassioni allo stesso modo.




“Lasci la festa? O mi stavi solo cercando?    — L’uno e l’altro — rispose Magnus, infilandosi un paio di guanti bianchi. — In effetti, lascio Londra.    — Lasci Londra? Non dirai sul serio, spero.    — E perché? — Magnus mosse svelto un dito per catturare un fiocco di neve vagante. — Non sono di Londra. Mi sono fermato da Woolsey per un po’, ma la sua casa non è la mia casa, e dopo un po’ io e Woolsey ci stanchiamo della reciproca compagnia.    — Dove andrai?    — A New York, nel Nuovo Mondo! Vita nuova, continente nuovo. — Magnus alzò le mani. — Posso perfino portare con me il vostro gatto…
— Be’, morde tutti. Tu gli sei simpatico. Pensi che gli piacerà New York?    — Chissà… Lo scopriremo insieme. L’imprevisto è ciò che mi impedisce di mummificarmi.”


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