Luna Blu - Lara Nemain



Titolo: Luna Blu
Autore: Lara Nemain
Genere: Urban Fantasy / Soprannaturale
Tipo di coppia:  M/M
Lunghezza: 940.005
Trama

Se gli Dei esistessero, in mezzo a noi, e non fossero ciò a cui abbiamo sempre pensato? Se fossero creature spaventose e crudeli, incapaci di capire gli uomini?
In una New Orleans sfumata e lontana, Alan vive una vita misera assieme alla madre, ma quando lei muore in un incidente d'auto, il giovane rimane vittima del patrigno violento che trasforma la sua vita in un inferno, facendogli scoprire un mondo dove i mostri e gli dei esistono, crudeli manipolatori di uomini. L'unica cosa che gli dà infine la forza di lottare e di liberarsi da quello che sembra un ineluttabile destino è un mezzo demone, che si innamora di lui. Tra gli intrighi del mondo soprannaturale i due ragazzi cercheranno una via di scampo, mentre Alan cerca di capire se, veramente, lui sia soltanto un insignificante pezzo di quella partita.
Link di vendita del libro: 

Recensione:
La prima impressione che ho avuto su questo romanzo è che non è certo una storia che va per il sottile. Fin dalle prime pagine, si capisce chiaramente il tono che l’autrice aveva intenzione di dare e che subito coinvolge e sconvolge il lettore. È chiaramente una nota positiva il fatto che il romanzo si presenti subito per come è: un po’ crudo e a tratti inquietante, ma che fa venire voglia di continuare per scoprire come procederà la storia.
Il protagonista, Alan, subisce abusi fisici e verbali dal compagno della madre ora defunta, e vive in una sorta di prigione. Non va a scuola, non ha amici, tutto quello che fa è essere il giocattolo sessuale e il domestico di Petar, il patrigno. E non solo: è stato anche trasformato in lupo mannaro da quest’ultimo, e questo ha provocato in lui una sensibilità spiccata per gli odori che non gli permetterebbe comunque di condurre una vita normale.
Non ho potuto fare a meno di simpatizzare subito per questo ragazzo, che sembrava un cucciolo pronto a tirare fuori gli artigli, ma inutilmente. 
Questa però è solo la punta dell’Iceberg. Infatti, ben presto Alan, e con lui il lettore, viene a conoscenza di un vastissimo mondo soprannaturale popolato da creature diversissime e da Dei, esseri immortali che vivono tra gli uomini.
Ho trovato molto originale usare una mitologia diversa dal solito, ovvero quella della religione Induista. Devo ammettere di non conoscere molto in materia, ma è stato piacevole scoprire divinità e miti nuovi rispetto a mitologie più famose e sfruttate come quella greco/romana e quella norrena.
Questo aggiunge valore all'opera e la rende interessante.
Una piccola nota negativa invece riguarda alcuni eventi che vengono raccontati a posteriori, come la morte di Petar per mano di Agni, sorella di Rudra e signora della Corte Bianca. Agni vuole mettere le mani su Alan, e per questo fa in modo di uccidere Petar e tutto il suo branco. Il fatto viene raccontato a posteriori, non viene descritto nel romanzo nel momento in cui succede, ma il lettore ne viene a conoscenza tramite Alan.
Devo dire che questa scelta mi ha portata a pensare di essermi persa qualcosa, come se ci fosse qualche pezzo mancante o che mi era sfuggito. Forse sarebbe stato meglio descrivere questa scena "in diretta", per evitare la sensazione di mancanza che il lettore potrebbe avvertire.
A parte questo, non ho trovato altri punti negativi.
Ho invece apprezzato le scene in cui il protagonista viene trasformato in una donna, perché è qualcosa che raramente accade nelle storie a tematica omosessuale. L’autrice è stata brava a rendere la sessualità dei suoi personaggi molto fluida, e non rinchiusa in parametri fissi. È una cosa che non succede spesso e che personalmente ho apprezzato tantissimo, perché aggiunge spessore e profondità ai suoi personaggi. 
Spessore che si vede anche nel modo in cui il protagonista tratta quello che dovrebbe essere il suo compagno, il mezzo demone che si innamora perdutamente di lui e tradirà persino il suo stesso padre. Il rapporto tra i due è travagliato; dopo che Eric si innamora perdutamente di Alan, non farà altro che desiderare di stare con lui, arrivando addirittura ad accettare, anche se con riluttanza e con enorme sofferenza, che Alan si prostituisca sotto gli ordini di Rudra. Tutto, pur di rimanere vicino a lui e non perderlo.
Eppure Alan, un po’ per il senso di colpa per averlo fatto innamorare con un secondo fine (arrivare al padre del ragazzo, un demone del ghiaccio al servizio di Agni), un po’ perché ha ancora difficoltà a relazionarsi dopo gli abusi subiti, continua ad allontanarlo per tutto il romanzo, a volte trattandolo con vera a propria cattiveria. La loro relazione non diventa mai smielata, ma rimane sempre sul filo del rasoio, facendo sorgere nel lettore la curiosità di scoprire se davvero riusciranno a superare questa fase e ammettere i sentimenti che provano oppure rimarranno così, con Alan che si chiude a riccio e che se la prende con Eric, ed Eric pronto a fare di tutto pur di avere Alan vicino.
L’assenza di eccessivo romanticismo è molto importante, in storie come queste. Spesso si eccede con la parte romantica, trasformando il lato fantastico della storia a semplice sfondo, quasi come fosse un tema di contorno.
Invece, in Luna Blu questo non succede, e ho apprezzato particolarmente la cosa, per quanto riguarda il mio gusto personale. 
Non c’è niente di male nelle storie romantiche, certo, ma a volte trovo che nel fantasy sia importante anche saper bilanciare le varie parti, per non rischiare che il romanticismo soffochi la vera essenza del libro.
E così fa l’autrice: in Luna Blu, tutto si mescola in maniera ottimale, lasciando che il romanticismo abbia il suo spazio, ma non a discapito della storia.
Come avevo accennato qualche riga più su, in Luna Blu si fa riferimento ad una mitologia poco conosciuta, in ambito letterario: quella induista.
Gli Dei mostrati nel romanzo sono chiaramente capricciosi e volubili. Spesso, i comportamenti che assumono possono sembrare assurdi, o completamente incongruenti. Mi sono divertita a cercare di capire lo scopo di ognuno di loro; ogni divinità presente nella storia (per esempio Rudra stesso, ma anche Agni e Parvati) sembra avere una doppia personalità, e tutti loro hanno dei piani segreti nelle loro teste. Non è facile capire cosa pensino, e nel momento in cui ero sicura di aver capito, di esserci arrivata, ecco che subito il mio pensiero veniva smentito.
E questo vale anche per una divinità che verrà svelata proprio nel finale, che, a mio parere, è la cosa che più di tutto mi ha lasciata a bocca aperta.
Senza dirvi nulla, perché non voglio rovinare la sorpresa a nessuno, posso affermare che il romanzo finisce in modo completamente diverso da come mi ero immaginata, e questo per me è sempre una bella sorpresa. Odio le storie scontate, per cui il fatto di non essere riuscita a capire come la storia sarebbe finita è stato di grande apprezzamento e ha aumentato i punti a favore di questo romanzo.
Sicuramente, questo romanzo ha punti positivi e punti negativi, ma non appena l’avevo finito, mi è venuta la curiosità di leggere altre opere della stessa autrice.

Grammatica:
Sulla grammatica non c’è molto da dire, è indubbiamente molto buona; ho trovato solo un paio di refusi dovuti forse a un errore di distrazione, ma nessun errore grave.
Una piccola nota riguardo la tendenza dell’autrice a usare l’espressione ‘‘lo ho’’. Ovviamente, la forma non è grammaticalmente scorretta, ma per dare musicalità al discorso sarebbe stato meglio usare ‘’l’ho’’ («lo ho fatto» suona molto meno fluido di «l’ho fatto»). Ribadisco che questo non è certamente un errore, ma vuole solo essere un consiglio per facilitare la lettura, in quanto la rende più fluida e meno spigolosa.

Giudizio personale:
In parte, ho parlato di ciò che pensavo di questo romanzo mentre stilavo la recensione. Ma, entrando più nel dettaglio, posso affermare che il romanzo mi sia indubbiamente piaciuto, sebbene trovi che in alcuni punti si sarebbe potuta gestire la storia diversamente. Questa, comunque, è la mia personalissima opinione e pertanto non varrà sicuramente per tutti.
Una piccola nota sullo stile: ho fatto un po’ fatica nelle prime pagine, in quanto l’autrice ha uno stile un po’ spigoloso, composto di frasi molto brevi e ritmiche. Questo però l’ho riscontrato sempre meno andando avanti con la lettura, per poi arrivare agli ultimi capitoli in cui non riuscivo a staccare gli occhi dallo schermo, troppo presa dalla curiosità di scoprire cosa sarebbe successo nella pagina successiva.

Serelily


Commenti