Oggi vi parlerò del romanzo Profondità Primitive, di Gianfranco Sorge.
Trama: Cosa si cela dietro il sogno angosciante e ricorrente di una giovane donna?
Eleonora è una ventottenne dottoranda di ricerca in Filosofia, dal passato travagliato, segnato da due lutti devastanti.
In analisi, alla ricerca di se stessa, una mattina, durante un incidente stradale, incontra Ruggero, un chirurgo trentacinquenne, e il primo impatto emotivo è sgradevole per entrambi. Eppure la profonda diversità dei loro caratteri li farà innamorare e poi convivere ma presto dei conflitti metteranno in discussione la solidità di questo legame.
Riuscirà Eleonora a realizzarsi del tutto o sarà riassalita dai fantasmi del suo passato?
Accingendomi a recensire quest'opera mi trovo un po' in difficoltà, perché mentre la leggevo ho avuto sentimenti fortemente contrastanti.
Ma andiamo con ordine. I primi capitoli hanno avuto un impatto piuttosto positivo. Mi piaceva l'introspezione, la costruzione dei personaggi e come si muovevano. Ero molto incuriosita dalle dinamiche che li relazionavano, dai comportamenti che avevano.
Però, quasi subito, ho sentito un forte distacco con il personaggio di Eleonora, la protagonista. Non so se dipende dal fatto che non riuscivo proprio a capire il suo modo di ragionare o forse perché ho un carattere talmente differente da non riuscire a comprendere il motivo dei suoi comportamenti.
Quando Eleonora incontra Ruggero (anzi, si scontra, visto che il loro primo incontro avviene per colpa di un piccolo incidente), sembra come risvegliarsi da un lungo sonno e improvvisamente sente il bisogno di riscoprire la sua femminilità. Si trasforma tanto in fretta che anche Ruggero ne rimane spiazzato.
Questo evento e le sedute dallo psicologo mi hanno portata a pensare che il vero problema di Eleonora non sia legato alla morte dei suoi cari e al suo sentirsi in qualche modo colpevole, ma a una sorta di mania di protagonismo che ha.
Mi dava l'impressione di essere una donna che voleva, nel bene o nel male, l'attenzione su di sé, e questo non mi ha permesso di avvicinarmi a lei e di immedesimarmi completamente nella sua situazione.
Anche il suo colpevolizzarsi per la morte del padre e per quei desideri sbagliati che provava nei suoi confronti, sembra un ulteriore tentativo di mettere la propria figura su un piano rialzato.
Certo, io non sono un'esperta di comportamento umano e commento soltanto in base alla mia opinione personale. Quello che a me pare un atteggiamento di questo tipo potrebbe invece avere tutt'altro significato, per un altro lettore.
Rimane comunque il fatto che non riuscendomi ad identificare con la protagonista, non sono riuscita a farmi piacere la storia, anche perché questa ruota attorno a Eleonora e si basa principalmente sul suo punto di vista, i suoi pensieri, le sue paure e i suoi drammi interiori.
La nota positiva deriva dal fatto che Eleonora riesce comunque a trovare se stessa e a rialzarsi dallo stato iniziale in cui si trovava. Nel corso del romanzo subisce una sorta di catarsi che la porta a scrollarsi di dosso tutto ciò che la legava al passato. E soprattutto, riesce a vivere una vita completa e appagante.
Ciò che proprio non sono riuscita a capire è come mai l'autore abbia deciso di inserire alcuni elementi, forse un po' comici (molto spesso Ruggero si riferisce alle sue parti intime chiamandole Gerry), spezzando completamente l'atmosfera. Questi elementi mi hanno quasi infastidita se si paragonano al tono del resto del romanzo, ed erano evitabilissimi.
Ho trovato strana la scelta di inserire elementi de genere, anche considerando il fatto che in alcuni punti il romanzo tocca vette molto alte, approfondendo il lato psicologico dei personaggi e viaggiando in profondità nella psiche di Eleonora. Mi ha portato a valutare il romanzo meno di quanto avevo pensato all'inizio.
Comunque, mi sento di consigliarla per chi fosse appassionato di storie introspettive che analizzino e mettano a nudo la psiche dei propri personaggi, sviscerando i loro pensieri e pulsioni e portandoli ad affrontare i propri demoni.
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