Rise - Una favola gay di Keira Andrews e Leta Blake (Anteprima)


Cosa succede quando Jack incontra un uomo affascinante in cima alla pianta di fagioli?
Voci sull'esistenza di un tesoro hanno spinto cacciatori di fortune ad arrampicarsi su quella magica pianta di fagioli, fino ad arrivare a un misterioso castello tra le nuvole. Quelli che sono sopravvissuti hanno raccontato di un gigante malvagio che protegge oro e gioielli luccicanti con selvaggia ferocia. Nessun uomo sano di mente oserebbe arrampicarsi, ma Jack non ha nulla da perdere. Evitato da tutti per i suoi maledetti capelli rossi e abbandonato dal suo amante crudele, vuole disperatamente trovare una vita di fuga dalla sua vita.
Rion non è un gigante, ma solo un uomo su cui ricade l’enorme peso di proteggere l’eredità della sua famiglia. È un uomo solo, ma con un profondo senso del dovere. Quando incontra Jack, tutto il suo mondo viene stravolto. Dopo un confronto di fuoco, l’attrazione tra i due è innegabile. Isolati, su tra le nuvole, Jack e Rion si abbandonano al desiderio, legandosi l’uno all’altro. Avranno il coraggio di lasciar andare il loro passato e inseguire i propri sogni?
Molto presto si ritroveranno a dover proteggere il tesoro e le loro stesse vite da una nuova minaccia. E, questa volta, hanno tutto da perdere.

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Ultimamente di anteprime interessanti me ne stanno arrivando. Delle due autrici di cui sto per recensire questo libro vi ho giá parlato, perché sono le stesse di una lettura che ho veramente apprezzato quando è iniziata la nostra collaborazione con la Triskell. All’epoca avevo recensito La leggerezza del principe e mi era piaciuto tantissimo, quindi vedendo questa rivisitazione di una fiaba che conosco molto bene, mi son detta ma perché non leggere anche questo.
Ad essere sincera la storia di Jack e del fagiolo magico non è mai stata fra le mie preferite, la conoscevo, ho letto diverse trasposizioni e mi è anche capitato di vedere film e telefilm con la stessa trama, quindi diciamo che non è nulla di nuovo o originale. Il punto originale è il tocco e la storia d’amore omoerotica che è inserita all’interno di questa versione rivisitata da Keira Andrews e Leta Blake. Queste due bravissime signore assieme riescono a creare dei piccoli capolavori. Sono sincera, questo racconto non è affatto ai livelli della Leggerezza del principe, ma l’ho trovato molto toccante, in alcune parti decisamente triste e romantico. Jack è un personaggio che mi ha toccato molto, la sua solitudine, il modo in cui gli altri lo hanno sempre trattato. L’essere scansato per il colore dei suoi capelli. Se non ricordo male anche una novella di Giovanni Verga dove il giovane protagonista dai folti capelli rossi viene considerato un portatore di sventura e un combina guai.
Non è una novità, gira in molti posti la superstizione che chi ha i capelli rossi è un portatore di sventure, soprattutto in luoghi dove quel colore di capelli è molto raro.
Nel racconto della Andrews e della Blake tutto questo è molto accentuato, il modo in cui la gente mormora alle spalle di Jack, lo tiene a dovuta distanza, compresa la sua famiglia. Sua madre lo odia, lo ritiene responsabile dell’abbandono da parte del marito e tutto per via di quei capelli scarlatti che con il tempo è obbligato a tenere nascosti sotto un cappello per evitare di essere deriso, maltrattato. Peccato che serva a poco nasconderli, nel suo villaggio tutti sanno chi è e qual è la sua maledizione. Tutti hanno paura di lui e lo tengono lontano.
Il modo in cui è descritto tutto questo, la solitudine di Jack, il suo desiderio di scappare e al tempo stesso di avere un amico, un confidente tiene Jack in bilico, rimandando di anno in anno il provare a cambiare il suo destino. Tentare di salire su quella pianta di fagioli e poi scappare altrove dove i suoi capelli non sono una maledizione.
Può sembrare assurdo ma a tenere Jack a casa è la sua famiglia, sua madre e in parte anche sua sorella, con la speranza che un giorno o l’altro prendano ad amarlo, perché dopotutto lui, a quelle due donne vuole bene. Credo che il dolore più grande glielo abbia causato la sorella, lasciandosi influenzare dal giudizio altrui, iniziando a odiarlo come tutti gli altri senza un reale motivo. Probabilmente per non essere emarginata lei stessa ha iniziato a detestarlo come tutti gli altri abitanti del villaggio.
Alcune parti del libro mi hanno fatto versare un mare di lacrime, la parte in cui Jack scopre della sua mucca, ma anche quando ricorda i momenti passati con Adair. L’uomo ha sfruttato Jack, lo ha usato e preso in giro per poi gettarlo via quando si è stufato di lui. Era solo un passatempo, e per quanto voglia far credere altro allo stesso Jack è così.
Lo stile del racconto è molto delicato, dovuto anche alla

traduzione sicuramente, passa da descrizioni ai pensieri del protagonista rendendo tutto molto introspettivo e decisamente toccante. Essendo scritto dal punto di vista di Jack la storia è anche più angosciante e dolorosa in alcune parti. i suoi ricordi sono strazianti, il disprezzo della madre, i momenti in cui era felice e sua sorella gli voleva bene, ma quello che mi ha veramente lasciato con le lacrime agli occhi è il comportamento di Adair.
Adair che è veramente un personaggio pessimo e odioso, pronto a usare Jack, a prenderlo in giro, in passato e anche al presente. Il suo vero io viene fuori solamente quando è a tu per tu con Rion, affermando quanto trovi disgustoso Jack soprattutto per il suo aspetto. Mi chiedo se in passato abbia provato un minimo di affetto per lui, se si fosse sentito in colpa per averlo abbandonato come se fosse spazzatura. Ma sono del parere che sia solo un  bravo attore, pronto a fingere e mentire per raggiungere il suo obiettivo.

Io credo di amare lo stile di queste due autrici soprattutto quando scrivono assieme queste storie, questi piccoli gioielli dolcissimi e che mi fanno cadere in brodo di giuggiole. Sono favole, con una morale, che cercano di insegnare, anche se messa in rivisitazione gay. Ma anche il rapporto omoerotico, i desideri sia di Jack che di Rion non sono messi lì a caso. Entrambi si sentono sbagliati, Jack più dell’altro. Si sente sbagliato, veramente figlio del demonio, completamente preda di desideri insani che ha solo lui e pertanto molte volte crede che sia giusto essere emarginato, per quegli istinti che sembra avere solo lui. Anche dopo i suoi incontri con Adair le cose non cambiano nella sua mente, in passato Jack ne era innamorato, avrebbe fatto qualunque cosa per lui, ma con il tempo ha relegato quei momenti a uno sbaglio, odiando l’altro per come lo ha gettato via, ma al tempo stesso sempre più convinto di essere sbagliato e di meritare l’odio degli altri.

Per quanto sia la rivisitazione di una fiaba, la storia affronta diversi punti molto complessi la superstizione, l’emarginazione e anche l’odio. I problemi riguardanti l’omosessualità e nel caso quello che le persone del villaggio penserebbero del protagonista, considerandolo ancora di più un abominio.

Questa rivisitazione della fiaba è molto differente dalla storia originale, in quella Jack era un giovane ingenuo, lo si poteva definire un sempliciotto, pronto a essere preso in giro da chiunque e capacissimo di vendere il suo unico bene, la sua mucca,per una manciata di fagioli. Proprio questo suo comportamento fa disperare sua madre, che per quanto gli vuole bene, è terrorizzata dal morire di stenti e non superare l’inverno per via dell’ingenuità di suo figlio. Nella storia della Andrews e della Blake, Jake è un ragazzo dolce, alla ricerca di affetto e calore umano, disposto a rimanere accanto alla madre per senso di colpa, ma anche perché in cuor suo spera di essere amato prima o poi, anche se sa che non accadrà mai.
Eppure, anche se ci sono queste sottili differenze, la storia fila in egual modo, si legge bene, per poi giungere a un finale dolcissimo che mi ha fatto lacrimare e andare in brodo di giuggiole.
L’ho veramente apprezzato come racconto ed ho passato una splendida serata in sua compagnia.

Quattro piume se le merita tutte.



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