Nimal Kingdom di Ivano Mingotti











Dino, giovane teenager del nuovo millennio, abita in un piccolo paesino sperduto tra le campagne, dove non succede mai niente. la posta, la chiesa, il municipio, un campo da calcio e una libreria-cartoleria, la calma piatta dei campi, questo è san gervasio al lambro. a casa, dino deve convivere con il padre, burbero e taciturno, la madre, che non smette mai di urlare, e una strana sorellina, spesso protagonista di situazioni assurde: come quando immobile fissa il soffitto per 'provare com'è essere morti', o quando se ne resta nascosta per ore negli armadi per 'capire com'è stare in una bara'. tutto procede in equilibrio precario finché, un bel giorno, due bambini si baciano fuori dalla scuola elementare, ed è il putiferio.

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Quando ho iniziato questo romanzo ero seduta nella sala d'aspetto di una stazione, senza niente da fare. Ero stanca, e ho pensato subito che sarei riuscita al massimo a leggere qualche pagina prima di rinunciare.
Invece, sono arrivata a pagina 27 senza nemmeno accorgermene, e man mano che leggevo mi sentivo sempre più sveglia, catturata dalla trama del libro.
Il motivo principale è che mi ci sono ritrovata tanto: quando un romanzo sembra parlare di te, come se ti conoscesse, allora è un romanzo riuscito.
Mi è successo esattamente questo: lo spaccato di vita dei piccoli paesini persi nel nulla mi ha ricordato la mia infanzia.

La cura con cui l'autore ha creato questo ambiente è il successo di questo libro.
Agli occhi di una persona di città, alcuni personaggi possono apparire esagerati, mentre invece io credo che la descrizione sia molto realistica e illuminante.
E mi sono ritrovata a immedesimarmi con il protagonista, con la sua angoscia e la sensazione di non avere prospettive. Ha abbandonato la scuola, ma di trovare un lavoro non se ne parla. Nei paesi come il suo non c'è quasi niente da fare, non si trova nessun lavoro. 
Ma non è solo questo; anche la famiglia è una gabbia. Il rapporto con i genitori non è idilliaco, e il protagonista tende a descrivere i comportamenti di Padre e Madre (come li chiama lui) in maniera ironica, evidenziandone i difetti fino all'estremo.
Entro poche ore avevo finito di leggere, incapace di staccare gli occhi dalle pagine. 
Questo è certamente un tipo di romanzo che, a mio parere, dovrebbero leggere tutti. La motivazione principale è che mette a nudo realtà, come appunto la vita nei paesini, che spesso non viene considerata.

Chi, come me, ha vissuto parte della sua vita in ambienti del genere, ci si riconosce immediatamente. E non si può fare a meno di patteggiare per il protagonista, di sperare, pagina dopo pagina, parola dopo parola, che possa arrivare per lui un'occasione di riscatto, che gli permetta di uscire dalla routine che si è creata.
Per gli ottimi personaggio, ben costruiti e profondi, per la narrazione ironica e piacevole e per il tema trattato, mi sento di dare il voto massimo a quest'opera.
Non ho trovato nulla che non mi sia piaciuto; anzi, oltre al gusto personale, trovo che questo romanzo sia illuminante sotto molti punti di vista. In primis, il fatto che spesso non si considerano i giovani, non vengono loro fornite delle prospettive.
Si fa presto a dire che un ragazzo che non lavora è uno scansafatiche, ma a volte è l'ambiente che lo circonda ad essere complice.
Per questo secondo me è un romanzo adatto a tutti, e che tutti dovremmo leggere.


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