RECENSIONE Igiene dell’assassino di Amélie Nothomb

Igiene dell’assassino



Al premio Nobel per la letteratura Prétextat Tach restano solo due mesi di vita. La stampa di tutto il mondo implora un’intervista con lo scrittore, che una feroce misantropia tiene isolato da anni. Quattro giornalisti lo incontreranno ma, con una dialettica in cui si mescolano logica e malafede, il Grande Scrittore si prenderà gioco di loro e li annienterà sul piano personale e professionale. Il quinto invece, una donna, gli terrà testa, e l’intervista diventerà interrogatorio, poi duello senza respiro. Un romanzo quasi interamente dialogato, anche perché nessuna forma si avvicina altrettanto alla tortura.



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Buongiorno, lettori. Dopo aver tanto sentito parlare di questa autrice ho sentito che era il momento di leggere qualcosa di suo, così mi sono fatta consigliare da chi la conosceva e ho preso Igiene dell’assassino.

Non sapevo in realtà cosa aspettarmi, perché non ho voluto leggere nemmeno la trama. Quel che ho trovato è genialità.

Il romanzo è composto quasi interamente da dialoghi, che conferiscono alla narrazione un ritmo molto serrato e a volte frustrante per il lettore. La storia non ha una particolare evoluzione, non vi è una trama da sviluppare. Il vero punto di forza di questo romanzo sono i personaggi e la loro caratterizzazione.

Infatti, tutto il resto è molto circoscritto: l’ambientazione è la casa dello scrittore morente, che però è sempre scura. Non lascia entrare la luce, aspetta che i giornalisti si abituino al buio per distinguere i suoi tratti. Questo perché l’ambientazione non ha alcun valore all’interno del romanzo; essa deve essere neutra, deve scomparire per dare risalto ai personaggi, alle loro schermaglie verbali.

La vera storia, se così si può dire, non segue un ordine cronologico ma viene raccontata attraverso l’intervista con la giornalista donna, che è sicuramente la parte principale, il focus di tutto il romanzo. 

Quello che ne viene fuori è forse un ritratto estremizzato della figura dello scrittore, di un uomo il cui ego sembra smisurato, ma che alla fine diventa esso stesso vittima.

Non voglio raccontarvi troppo, perché ogni dialogo, ogni riga di questo romanzo sono veri gioielli.

Ve lo consiglio? Sì, per quel che mi riguarda ho trovato Igiene dell’assassino un romanzo geniale, crudo ed incredibile. Un romanzo che ha il chiaro intento di sconvolgere il suo lettore, ma che finisce per diventare un accurato studio sull’animo umano, sulla psiche ed anche sulla vita ma soprattutto sulla morte.

Il finale mi ha soddisfatta tantissimo, una conclusione molto coerente seppure mi abbia tratto di sorpresa.

Ora sono curiosa riguardo agli altri romanzi di questa autrice: se ne avete letti, consigliatemi il prossimo titolo con un commento qui sotto. Oppure fatemi sapere cosa ne avete pensato voi su Igiene dell’assassino.

Alla prossima recensione.





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