Lo schiavo (Free men vol. 1) di Kate Aaron


Trama:
La libertà è solo un’illusione.
A ventisette anni, Tamelik è stato uno schiavo per più di metà della sua vita. Remissivo di natura, non puoi impedirsi di innamorarsi del padrone, che lo tratta con gentilezza.
Quando la padrona se ne va, Tam osa pensare che il suo amore sarà abbastanza per lui, finché non gli viene ordinato di comprare un altro schiavo.
Vorrebbe odiare Kai, perché è ribelle e ingrato, e appartiene alla stessa razza degli uomini che hanno assassinato la sua famiglia, ma soprattutto perché è destinato a diventare il suo rimpiazzo nel letto del padrone. Ma è difficile odiare un uomo che piange fino ad addormentarsi, sobbalza al più lieve tocco e arrossisce in maniera meravigliosa quando viene baciato.

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Nuovo giorno, nuova recensione.
Solitamente è difficile trovare libri m/m/m, storie a tre, che non risultino essere delle pornate assurde. Infatti, per quanto la trama mi interessasse, avevo paura di leggere il romanzo che mi accingo a recensire, proprio per la volontà di evitare letture di cui poi mi sarei potuta pentire. Eppure di tanto in tanto seguo il mio istinto; fortunatamente questa volta ho accantonato la diffidenza e mi sono lasciata guidare dalla curiosità, dalla copertina e sì, anche dalla trama, che mi ha veramente tanto incuriosito.
La storia è ambientata in un mondo fantasy con due soli.
I personaggi vivono in un luogo che sembrerebbe protetto da ogni pericolo, un’oasi nel deserto, lontano dal mondo civilizzato e dalla guerra che imperversa su questo mondo fantastico.


Il racconto è in prima persona, dal punto di vista di Tamelik, ed è qualcosa che mi ha veramente colpito; l’autrice ha creato una storia semplice, non complessa a livello di trama, da un certo punto di vista forse nemmeno tra le più originali. Però è un racconto che cattura: l'ambientazione, i personaggi e anche le scene erotiche ti prendono e non puoi fare a meno di continuare a leggere. Ho apprezzato tantissimo come ha incentrato il rapporto tra i tre personaggi protagonisti di questo primo romanzo della serie Free men.
Tamelik è uno schiavo, lo è da più di metà della sua vita, non conosce nessun altro modo di vivere; della sua famiglia ha solo ricordi vaghi, di come vivevano nel deserto dal quale proviene. Ricorda la stanchezza, la fatica e la fame, giorni e giorni alla perenne ricerca di cibo e acqua per poter sopravvivere. Pertanto non sente come un peso la sua condizione di schiavo. Sin da quando è stato catturato, superato il dolore e lo shock, si è abituato in fretta alla sua nuova vita.
L’intero libro si alterna tra l’introspezione di Tamelik, i suoi pensieri che fluiscono investendo in pieno il lettore, e le sue emozioni: la paura di perdere il padrone di cui è innamorato, l’unica persona a cui vuole bene e di cui si fida, ma soprattutto la gelosia e l’attrazione che prova per Kai, il nuovo schiavo che ha comprato lui stesso per ordine del suo signore.


Kai era un soldato di un popolo nemico, appartiene a coloro che hanno sterminato la tribù e la famiglia di Tamelik, ma al tempo stesso lo schiavo non ha potuto fare a meno di comprarlo. Nella sua mente lo ha fatto per salvarlo, per evitare che venisse violentato, torturato e poi ucciso, ma nel guardarlo, dal momento in cui il suo sguardo si è posato sul giovane dalla pelle scura e gli occhi verdi, qualcosa è scattato in lui. Una sorta di attrazione che non riesce a comprendere.
Come non comprende il desiderio del suo padrone di volere un nuovo schiavo di piacere, ma anche che loro due a tutti i costi si avvicinino tanto da diventare amanti.
L’intero romanzo si alterna, come ho detto, tra i pensieri di Tamelik e le sue emozioni, l’amore e la devozione che prova per il suo padrone, la nuova attrazione che nasce verso Kai, e man mano entrambi i desideri per i due uomini evolvono in qualcos’altro, in un desiderio in cui li vuole avere entrambi, essere di tutti e due. Molto erotiche sono le parti in cui è conteso da entrambi, in una sorta di lotta di sguardi tra lo schiavo Kai e il suo padrone per averlo.
Eppure il libro non è solo un romanzo erotico, anche se per la maggior parte del libro si parla del rapporto tra i tre personaggi, rapporto fisico ma anche psicologico, della fiducia che nasce tra Tamelik e Kai, e tra quest'ultimo e il suo padrone. I personaggi sono ben caratterizzati, ben descritti, si muovono in questo mondo e tramite il loro rapporto portano avanti la trama del libro. Questo primo romanzo mi ha dato l’impressione di essere un lungo prologo, un lungo inizio, un incipit che porta poi verso quelli a venire e all'approfondirsi della storia. Lentamente, tramite il conoscersi e l’avvicinarsi dei personaggi, si scopre come mai la moglie del padrone sia andata via dalla casa del marito, verso le montagne, portando con sé la maggior parte degli schiavi.  Ma più di ogni altra cosa si scopre come mai il padrone ha deciso di mandare il suo favorito, il suo schiavo di piacere, a comprare un altro schiavo.



La trama è molto semplice, non troppo articolata, eppure mi ha veramente appassionato. Non tanto per le scene erotiche, che sono comunque stupende, ma puù che altro per quella sorta di potere che emana il padrone su Tamelik, cosa che non accade invece con Kai. Questo lo sfida, non ha paura di lui e tanto meno ha paura di essere punito. Anche se ha una nuova condizione di schiavo, lui si sente un uomo libero e come tale non accetta ordini da nessuno, o meglio non accetta di essere obbligato a ricevere ordini. Eppure man mano sembra piegarsi, diventare più malleabile, ma lo fa per Tamelik, per il sentimento che sta nascendo verso l’altro schiavo e pian piano anche verso il loro padrone.
Tornando alle scene erotiche, inizialmente pensavo che avrei letto qualcosa di BDSM, ma non è stato proprio così, o meglio forse involontariamente ci sono degli accenni, ma nulla di più. Probabilmente è per via dei ruoli dei personaggi, del mondo in cui uno comanda e l’altro ubbidisce senza protestare, rimanendo perfettamente nel suo ruolo di schiavo.
Dicevo, la storia non mi ha conquistato per le sue scene erotiche, anche se sono bellissime e nessuna volgare, molto hot; mi è piaciuta per lo stile dell’autrice, per questa prima persona molto complessa, gestita veramente bene, che descrive e fa fluire in maniera perfetta i pensieri di Tamelik, tutte le sue emozioni. Perché sì, Tamelik è uno schiavo, eppure non è solo una figura ubbidiente, un oggetto che viene usato come giocattolo di piacere. L’ho trovato un personaggio veramente complesso e anche ben descritto, che fa fluire una marea di emozioni: dall’amore incondizionato all’essere servizievole e ubbidiente, ma ha anche altri lati che non immagini minimamente da quello che è uno schiavo, un servo. Ha un lato malizioso, un’intraprendenza, soprattutto in camera da letto, che non mi sarei mai immaginata, e pertanto lo rende un personaggio particolare, complesso e anche bellissimo. Non è il solito servo, ma non è nemmeno il classico slave dei romanzi BDSM: è molto di più, un protagonista vero e proprio, un uomo che con il suo carattere, la sua avvenenza, la sua dolcezza è riuscito a conquistare due uomini dal carattere forte.
Il mio personaggio preferito è Kai, in questo primo romanzo; visto attraverso gli occhi di Tamelik sembra una forza della natura: bello, forte e indomito, ancora giovane, ma al tempo stesso con tante esperienze alle spalle. Kai e Tam sembrano essere i due lati della stessa medaglia, sia per aspetto che per carattere, due calamite che inesorabilmente vengono attratte l’una verso l’altra.
Il personaggio che invece è rimasto più misterioso è proprio il padrone dei due, di cui in tutto il primo romanzo non si conosce il nome. E come non si conosce il suo nome, non si conoscono i suoi intenti, il perché delle sue azioni. Tiene i due ragazzi all’oscuro di tutto, di quello che sta accadendo, convinto che la villa in una grande oasi nel deserto sia un luogo sicuro, un angolo di Paradiso dove non arriverà mai nessuno.
Ogni decisione di quest’uomo ha uno scopo, è ben ponderata, serve per proteggere le persone che ama, eppure continua a non rivelare nulla a Tamelik, perché questo alla fine rimane uno schiavo, un suo oggetto al quale è affezionato, ma pur sempre uno schiavo.



La trama prende una piega interessante verso la fine, quando quest’oasi di pace viene attaccata da nemici sconosciuti che assalgono la casa dove vivono i tre per poi bloccarsi con un cliffhanger, in cui non sappiamo nulla della sorte dei protagonisti, di quello che è accaduto, ma più di ogni altra cosa non sappiamo chi è il nemico che ha preso di mira l'oasi e perché.
Ecco, un punto che mi ha lasciato qualche dubbio è proprio questa assenza di un antagonista in tutta la storia; solo dopo molte pagine si scopre che il regno è in guerra con un’altra nazione, ma non si capisce il perché. Più di ogni altra cosa non si sa come mai il nemico ha attaccato proprio una piccola oasi nel deserto invece di zone più importanti sia militarmente che politicamente. Credo che lo scopriremo nei prossimi libri.



Di questa autrice non so se ci sono altre opere tradotte in italiano, non credo, ma andrò a spulciare in giro alla ricerca di suoi altri lavori, perchè ha uno stile molto piacevole e molto scorrevole. Anche se nel romanzo che ho appena terminato ha usato la prima persona, ha saputo gestire bene i pensieri e l’introspezione di Tamelik e anche degli altri due personaggi principali; non mancano affatto le descrizioni dei luoghi, della grande casa dove vivono, ma anche dell’oasi. Mi piace quando descrive l’arrivo della sera, il cambio di temperatura, il tramontare dei due soli sul deserto e la notte che scende. Ha veramente un bellissimo stile, a tratti anche poetico: chissà come sarebbe un suo libro in terza persona, con tante più descrizioni.
Comunque ho veramente sproloquiato tantissimo, quindi mi fermo qui dicendovi di dare una possibilità a questo libro anche se non siete appassionati di storie a tre, perché la merita. Merita di essere letto, di innamorarsi dei personaggi, dei luoghi e di questo splendido deserto che li ospita. Merita di essere letto per lo stile dell’autrice e per il modo in cui è riuscita a conquistarmi con la sua scrittura.

Quattro piume.





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