I due Regni: La Città Intera di Alessia Palumbo






TRAMA:

In un regno devastato dai conflitti fra maghi e guerrieri, la Città Intera è sorta, baluardo nella lotta contro chiunque possieda sangue magico.
In questo scenario si muove Farwel, decisa a riportare pace ed equilibro in un luogo dove imperversa solo timore e morte.
In un fantasy, certamente non canonico, si muove la sfera umana dell’interiorità e di ogni sua sfumatura, non trovando il malvagio o il corrotto in un mostro da debellare o in una antica maledizione che pende sul capo indistinto della razza umana, ma dentro quegli stessi personaggi che creano e distruggono.
Parallelamente alla vicenda, altri filoni narrativi si intrecciano, mostrando eventi del passato privi del dolore della Città Intera, ma carichi già di un nefasto presagio.

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Quando ho iniziato a leggere questo libro, avevo molte aspettative. Il fantasy è uno dei miei generi preferiti - potrei azzardare a dire che sia il mio preferito in assoluto - e ogni volta che leggo un libro appartenente a questo genere, le mie aspettative sono molto alte.
Questo romanzo mi ha catturato subito, fin dal primo capitolo. 
La trama mi sembrava interessante, piena di tutte le caratteristiche del genere che tanto amo, ma in qualche modo nuova e diversa dal solito. Non posso negare di esserne rimasta intrigata e per tutta la prima parte del romanzo la sensazione è rimasta.
Il problema è cominciato una volta superati i primi capitoli. Ora, per quanto io ritenga quest’opera valida, devo dire che ha un problema di fondo.
Farwel, la nostra protagonista, ci narra in prima persona le sue vicende. I capitoli si alternano tra presente e passato, quindi vediamo la Farwel del presente, intenzionata ad attuare il suo piano per distruggere la Città Intera dall’interno (e fermare lo sterminio dei maghi), e la Farwel del passato, giovane ragazzina che scopre di essere una maga in una famiglia di guerrieri.
Di per sé, non vado pazza per i romanzi che alternano parti al presente con flashback. È uno stile pericoloso: si corre spesso il rischio di cadere in contraddizione, o di risultare ripetitivi.
Per quel che ho potuto constatare, non ci sono contraddizioni evidenti in questo romanzo, ma per quanto riguarda la ripetitività, è un’altra storia.
Purtroppo, l’alternarsi del presente e del passato, e il fatto che Farwel spesso ripetesse le sue intenzioni anche nel giro di poche pagine, ha contribuito ad appesantire un po’ troppo la lettura, rallentando il ritmo.
Quando ho iniziato a leggere, non riuscivo a staccare gli occhi dalle pagine, curiosa di capire cosa sarebbe successo nei capitoli successivi. Man mano che andavo avanti, invece, aumentava la sensazione di ‘già letto’, ‘già visto’. Mi sembrava che si girasse attorno sempre al medesimo discorso (il piano di Farwel) senza arrivare ad un punto preciso.
Ovviamente la storia prosegue, e vediamo come Farwel si infiltri nella Città Intera, ma comunque rimane la sensazione di appesantimento.
Finita la parte introduttiva, la lettura diventa un poco più scorrevole, ma la narrazione è ancora molto farcita di dettagli secondari, che a volte fanno perdere il filo.
Dalle mie parole può sembrare che non abbia apprezzato la lettura, mentre in realtà, a livello di trama, il libro mi è piaciuto tantissimo. Ha molto potenziale, e sono curiosa di capire come andranno avanti le avventure di Farwel e se lei riuscirà nella sua missione.
Il secondo volume, che non ho ancora letto, si intitola I Due Regni: Le Porte di Eshya, e riprende la storia proprio dove il primo si è interrotto.
Spero che nel secondo volume la lettura sia un po’ più fluida, visto che la parte introduttiva presente
nel primo è terminata.
Mi sento comunque di consigliare questo libro agli amanti del Fantasy, perché sebbene io trovi pesante l’alternanza tra passato e presente, non è detto che susciti questo anche negli altri. E, ribadisco, il libro contiene tutto il necessario per essere apprezzato dagli amanti del genere.

VOTO 3,5

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