Trama:
Dopo un semestre passato a Londra per un prestigioso tirocinio alla Borsa, Trevor rientra a Baltimora per preparare la discussione finale. Anticipa il ritorno di qualche giorno per fare una sorpresa a Jude, il suo ragazzo, cogliendolo però in flagranza di tradimento. Furioso, Trevor torna al residence Fitzgerald dove risiedeva prima di convivere con Jude. Qui rivede vecchi amici e conoscenti, fra cui Daniel, che vive col fratello minore Shawn immatricolatosi quell'anno.
Vedendone la foto, Trevor ne è subito colpito, ma Daniel non sembra volerglielo presentare.
Un giorno, Trevor si reca al loro alloggio e scopre che Shawn è carino come nella fotografia; è gentile, ironico, socievole. Ha solo un problema: è cieco.
Trevor se ne allontana immediatamente, perdendo ogni interesse. Cerca anche di evitarlo, imbarazzato da quel limite, fino all'imprevisto incontro successivo. E da quel momento qualcosa cambia. Da quel momento, Trevor inizia un lento percorso che lo porterà a guardare il mondo con occhi nuovi e diversi - quelli di Shawn. Quelli di cui s'innamorerà.
***
In pochi giorni mi è capitato di leggere due libri che parlano di persone disabili, uno edito dalla Triskell edizioni, di cui ho parlato anche troppo nella recensione a lui dedicata. L’altro libro è un self di un’autrice italiana, Mick Grey, e ha come protagonista un ragazzo non vedente.
Prima di addentrarmi nella recensione vera e propria voglio parlare un po’, fare una digressione. Ho riflettuto, dopo aver letto questi due libri, su molte cose, sul comportamento che ha la gente quando si trova a interagire con disabili o con persone che hanno dei problemi di diversa specie; in molti non è che non vogliono, ma non sanno proprio rapportarsi con queste persone. Per altri, invece, sembra essere proprio un problema; l’essere disabile è sinonimo di stupidità, altri ancora paragonano una persona disabile a chi ha la sindrome di down, facendo di tutta l’erba un fascio, ma soprattutto ritenendo tutte queste categorie inferiori. Pensano che chi appartiene a tali categorie siano persone che hanno bisogno di aiuto, che non sono in grado di cavarsela da soli e, come ho scritto sopra, le ritengono stupide, inferiori ai cosiddetti normodotati.
Scrivere un libro con personaggi che hanno di questi problemi è un lavoro molto complesso. Prima di iniziare la storia vera e propria l’autore deve fare tante ricerche riguardanti il problema fisico, parlare con chi lo ha, capire la psicologia di queste persone e come si rapportano loro con gli altri; poi ovviamente è vero che ogni persona vive una situazione in maniera differente, quindi non si può generalizzare, ma di certo non si può scrivere a caso. Nella mia ultima lettura i problemi di Shawn, uno dei protagonisti, è la vista: il ragazzo è non vedente dalla nascita. Come dicevo, scrivendo di determinati argomenti credo che sia necessaria, oltre a una profonda e accurata ricerca, intervistare chi ha questi problemi, ma soprattutto una grande empatia per riuscire a entrare nella mente delle persone e comprendere come pensano, come preferiscono essere trattati, come si sentono.
A meno che non si affronti un determinato problema di persona, scrivendo quella che potrebbe essere un'autobiografia, tutto quello che si mette su carta, nero su bianco, dal mio punto di vista si avvicina solo marginalmente alla realtà. Credo sia difficilissimo scrivere di qualcosa che non si conosce normalmente, figurarsi di sensazioni e sentimenti, di quello che agli occhi degli altri è un disagio e per alcune persone è la normalità.
Ora, non voglio assolutamente dire che in questo caso l’autrice abbia fatto un pessimo lavoro, tutt’altro, con molta delicatezza credo abbia descritto in maniera ottima uno dei due protagonista del libro, il suo essere non vedente, che per lui è sì un disagio, ma come ho accennato è anche la normalità. In tutto il romanzo Shawn affronta la cecità in maniera serena, consapevole che per molte cose avrà sempre bisogno di aiuto, dovendosi affidare ad altri; al tempo stesso è consapevole che ha anche una certa forma di indipendenza: l'ambiente in cui si muove deve essere circoscritto, lo deve conoscere, ma può fare molte cose da solo. Sono le persone che non lo conoscono, che lo circondano e che incontra che si creano più problemi, pensando che abbia un difetto, un problema, tanto da arrivare a compatirlo invece di trattarlo normalmente. Ecco, pensano che persone così debbano vivere protette sotto una campana di vetro.
Di questo libro ho apprezzato tanto come l’autrice ha affrontato con cognizione di causa l’argomento, facendo le dovute ricerche, ma al tempo stesso descrivendo un personaggio complesso e forte e non qualcuno pronto a commiserarsi ogni tre parole per via della sua triste condizione. Shawn è felice, affronta la vita come ogni altro ragazzo, verso un futuro, cercando di realizzare i suoi sogni. Cercando di dimenticare il passato e di sorridere e non pensare a chi lo considera una creatura sventurata.
Uno dei punti forti del romanzo è proprio questo, un protagonista solare, che non si piange addosso e un’autrice che lo ha voluto caratterizzare così, senza voler entrare nella mente di una persona con tali disturbi, cercando di far immedesimare il lettore con i suoi problemi. Descrive Shawn come un ragazzo normale, dal carattere forte; i problemi dovuti alla sua cecità se li fanno di più le persone che lo circondano, che lo incontrano per la prima volta, che non si rendono conto che non è da meno di loro.
Trevor, l'altro protagonista del libro, colui che ha la maggior parte dei pov, è un ragazzo all’apparenza frivolo, una di quelle persone che sembra non essere in grado di rapportarsi con qualcuno come Shawn, difatti al loro primo incontro è decisamente a disagio; non sa come parlargli, come comportarsi, pensando che ogni parola possa essere sbagliata. Ha pensato erroneamente, prima di conoscere bene Shawn, che fosse sfortunato, qualcuno non in grado di godersi la vita; quando man mano il loro rapporto si consolida si rende conto di quanto fossero sbagliati i suoi pensieri, anche non vedendo Shawn apprezza e sa godersi la vita molto più di tutti gli altri. Il ragazzo ha una sensibilità tutta sua, un’empatia verso gli altri, ma anche voglia di vivere. Non si preclude nulla della vita, visto che molte volte sono gli altri a farlo per lui.
Ho sproloquiato tantissimo e ancora non ho iniziato la recensione vera e propria. Sinceramente non so bene da dove cominciare, ho così tante cose da dire.
Innanzitutto parto dicendo che ho apprezzato tantissimo questo libro, anche in questa lettura ho trovato pro e contro, cose che mi sono piaciute e altre meno, ma nel complesso l’ho trovato una piacevole lettura. Una bella lettura.
Partiamo dallo stile dell’autrice, bello e pulito, scorrevole e per nulla pesante. Riesce bene ad alternare descrizioni, dialoghi e introspezione; quest’ultima poi la fa da padrone per tutto il libro: i pensieri dei personaggi fluiscono pagina dopo pagina e arrivano diritti al lettore. Unica nota negativa è che tanta introspezione porta a una certa ripetitività degli argomenti, dei pensieri, ma questo accade soprattutto nella prima parte del libro, andando avanti questo piccolo difetto svanisce.
L’alternanza dei pov rende la storia più completa, ma a farla da padrone è quello di Trevor e questa cosa mi ha stupito in positivo. A inizio libro, dopo la conoscenza dei due protagonisti, mi sarei aspettata una lunga introspezione da parte di Shawn sulla sua condizione, sulla sua vita, momenti angst e malinconici, e invece non è stato così. La storia si basa molto su Trevor, sui pregiudizi iniziali e la compassione che prova verso questo giovane non vedente, ma poi qualcosa cambia e lui impara a vedere oltre la cecità di Shawn. E così la storia si basa molto sull’imparare, da parte di Trevor, che Shawn non è un invalido o qualcuno da compatire. Il libro mi è sembrato una sorta di lezione e di crescita sia per Trevor, che è il protagonista e anche quello che interagisce di più che Shawn, sia per i suoi amici, che inizialmente pensano che non sia adatto a lui perché è cieco, perché è fuori dai soliti schemi dei ragazzi con cui di solito usciva Trevor, visto da molti decisamente frivolo per determinate cose. Infatti, l suo ex, Jude, viene descritto come bellissimo, ma superficiale. Ama le cose belle, gli alberghi e i ristoranti lussuosi, ma al tempo stesso è come se fosse vuoto. Ma di Jude parleremo più avanti.
Torniamo allo stile: ecco questa alternanza, questo decidere di inserire molto i pensieri di Trevor, il suo evolversi come personaggio mi è piaciuto e l’ho trovato molto appropriato. Lui ha dovuto imparare a rapportarsi con Shawn, ma non perché ci sia un modo particolare per farlo, ma proprio perché bisogna farlo normalmente, senza pensare che chi non vede abbia altri problemi o non capisca, non c’è bisogno di usare un determinato linguaggio od omettere delle parole per paura di offendere.
Inizialmente sono stata tratta in inganno da questo ragazzo, in alcune sue descrizioni l’ho pensato veramente molto molto superficiale, avevo paura anche che sarebbe potuto essermi antipatico. Non dico che se ti piace uscire, avere cose belle o un bel ragazzo accanto uno sia superficiale, ma lo è stato il pensiero e soprattutto come lo vedevano e ne parlavano gli altri, amici compresi. Trevor, penso, avesse paura di qualcuno come Shawn, paura che avvicinarsi troppo a lui avrebbe comportato doverlo aiutare, seguire, occuparsi di lui tutto il giorno, senza rendersi conto che il ragazzo è più che indipendente, non ha meno degli altri, va solo a una velocità differente; peccato che le persone non lo comprendono.
Questo modo di impostare il libro mi ha sorpresa e allo stesso tempo mi è piaciuto, tanto da dover dire bravissima all’autrice per questo e per aver avuto la sensibilità di descrivere i problemi di Shawn con maestria e la dovuta delicatezza, per quanto ne posso sapere io, ovvero molto poco, ma senza che il ragazzo sia caduto nella disperazione o nel vittimismo della sua triste condizione. Shawn è un giovane di diciannove anni con gli stessi sogni e gli stessi impegni dei suoi coetanei, i suoi problemi la maggior parte delle volte sono come quelli degli altri: scuola, amore, amici. Al tempo stesso il centro della storia, oltre alla crescita di Trevor è il rapporto fra i due ragazzi, quel legame che man mano va intensificandosi ogni giorno di più per trasformarsi in amore.
Ora possiamo passare alla trama; come ho accennato già è decisamente molto lineare, per quanto i protagonisti siano interessanti e ben caratterizzati, la storia è molto semplice con accenni dei soliti cliché.
Abbiamo una romanticissima storia d’amore, non fra le più originali, ma che l’autrice è riuscita a rendere interessante e molto intensa, proprio sfruttando quei cliché, quelle sensazioni ed emozioni e trattandole in maniera egregia. Nella storia ci sono un lui, un altro lui e un ex: il tipico lei, lui e l’altro. Ho adorato, come ho scritto precedentemente, i due protagonisti, e come ho detto Jude, l’ex di Trevor, mi è veramente antipatico. Lui è superficiale e cattivo, eppure, anche se descritto bene, tranne qualche incursione e battuta velenosa non si intromette troppo nel rapporto fra Trevor e Shawn. Quando si è presentato da Shawn avrei pensato che poi sarebbe accaduto qualcosa che scuotesse un po’ la situazione, il rapporto fra i due ragazzi, ma non è accaduto nulla di quanto ho immaginato ed è un vero peccato. I personaggi gelosi rendono le storie interessanti, come il terzo incomodo che si mette in mezzo e ne combina di tutti i colori. Anche le liti e le incomprensioni rendono una storia interessante; penso che aver descritto un personaggio non vedente e il suo rapportarsi con un altro ragazzo abbia frenato un po’ l’autrice su eventuali discussioni. Trevor è decisamente troppo concentrato a imparare come comportarsi con Shawn e quest’ultimo all’inizio è troppo preso dal momento, da quella che pensa possa essere un’amicizia speciale, un fuoco di paglia e, pertanto, focalizzandosi solo su questo penso che abbia cercato di evitare ogni discussione, ogni incomprensione, anche il minimo litigio.
Come ho detto, Jude fa solo qualche incursione, appare giusto il tempo per farsi detestare, ma alla fine non si intromette troppo fra i due ragazzi, forse perché troppo pieno di sé e convinto che Trevor presto o tardi tornerà da lui. Una cosa che me lo ha fatto detestare è quando cerca di convincere Trevor che, anche se è andato a letto con un altro, non è importante come cosa, che dopotutto ama lui. Sarà antico come pensiero, ma credo che la fedeltà sia anche una forma di rispetto per chi hai accanto. Se ami qualcuno vuoi solo lui e non ti diverti in giro con gli altri, ma come ho detto forse sono antica io.
Nel libro l’autrice ha inserito tantissimi appuntamenti tra Trevor e Shawn e qui non posso che complimentarmi con lei, per la sua originalità e per le ricerche che ha fatto non solo per il comportamento di Shawn, come comportarsi o muoversi, ma anche perché ha approfondito le descrizioni della città dove ha ambientato il suo libro, cercando anche attrezzature e luoghi adatti per non vedenti. La descrizione del tunnel sensoriale è fantastica, dalle note, se non ricordo male, non ne ha trovato uno a Baltimora, ma esiste veramente e sicuramente da come lo ha descritto è il modo migliore per far capire a un vedente come si può sentire chi è cieco.
Anche gli altri appuntamenti e gli incontri fra i due ragazzi mi sono piaciuti, sono stati dolci, ben descritti e per nulla affrettati. L’autrice ha spiegato come un ragazzo come Shawn può muoversi e visitare luoghi in determinate strutture, come ad esempio musei, dove in alcuni ci sono delle riproduzioni di opere che si possono toccare o quadri riprodotti in rilievo. Mi è stato detto che non in tutti i musei ci sono, è una forma sperimentale di visite per i non vedenti, ma è decisamente ben descritta e trattata benissimo all’interno del libro.
Sotto questo punto al libro non si può dire nulla, in ogni pagina si vede il lavoro di ricerca che è stato fatto dall’autrice, nulla è messo a caso. La disabilità di Shawn, anche se non lo rende disperato, è ben descritta, se ne parla con cognizione di causa. Anche il modo in cui viene descritto lui, i suoi movimenti, la sicurezza che ha nei posti conosciuti, circoscritti come la sua casa, il residence dove vive, ma anche il percorso che lo porta fino all’università. Insomma, si nota l'indipendenza che ha e il suo carattere forte, il non essere disperato per non avere qualcosa che non conosce: ha perso la vista che era troppo piccolo per poterla rimpiangere.
Tirando le somme il romanzo è dolcissimo, ben scritto e mi è piaciuto, eppure mi sono accorta che per tutta la sua stesura l’autrice rimane in una zona di comfort. Ora, so che scrivere di argomenti tanto delicati è difficile è ha già fatto un grande lavoro, ma la storia di per sé rimane troppo lineare, troppo un mare calmo senza delle onde a scuoterlo.
In tutta la lettura si legge dell’evolversi della storia d’amore fra Trevor e Shawn, ma non c’è realmente un avvenimento che ti scuote e che ti lascia a bocca aperta, facendoti fermare e affermare “questo non me l'aspettavo.” Ecco questo è stato un altro punto che mi ha lasciato delusa. Lo ripeto, ho apprezzato il libro, è stata una lettura coinvolgente e mi sono innamorata tantissimo dei personaggi, dello stile dell’autrice e anche del suo immenso lavoro, eppure sono convinta che da bel libro emozionante, sarebbe potuto essere uno splendido libro da far venire i brividi.
Come al solito sono una rompiscatole, trovo sempre da lamentarmi anche se la lettura mi è piaciuta, ma non sono il tipo che dice solo: bello, continua così! E non sono il tipo che non lo mette nero su bianco, ma anche se ho trovato punti che non mi hanno convinto, nel complesso l’ho apprezzato, ho amato i suoi personaggi e lo stile dell’autrice, pertanto si merita 4 piume.
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