Lady Bird è il nome che si è data Christine MacPherson, che sogna di trasferirsi in una grande città per frequentare un’università facoltosa, in contrasto con la madre, preoccupata per le loro finanze.
Le due sono spesso in contrasto: Lady Bird si vergogna delle sue origini e spera di elevarsi, mentre la madre è più realista.
Nel frattempo, Lady Bird vive i problemi di qualsiasi adolescente alle prime esperienze.
Eccoci al secondo appuntamento con la rubrica sui film candidati all’Oscar come miglior film. Oggi vi parlo di Lady Bird, che ha ricevuto anche la candidatura a miglior regia per Greta Gerwig, miglior sceneggiatura originale, miglior attrice protagonista a Saoirse Roran e miglior attrice non protagonista a Laurie Metcalf.
Questo film, che all’inizio non mi convinceva molto, in realtà si è trasformato in qualcosa di talmente emozionante da essere riuscito a commuovermi.
Ho fatto fatica, nella prima parte, ad empatizzare con la protagonista: certo, ho capito il suo senso di impotenza, la sua voglia di elevarsi, di diventare qualcosa di più, ma il modo in cui spesso lo esprimeva mi faceva venire voglia di prenderla a sberle.
Ogni tanto, sembra che Lady Bird (come si fa chiamare) si senta un po’ troppo superiore agli altri, come se avesse la ragione sempre dalla sua parte.
Poi, con l’andare avanti del film, ho capito che in realtà Lady Bird deve essere così. È giovane, immatura, ma pensa di esserlo abbastanza per fare le sue scelte senza l’aiuto degli altri. La vita è appena iniziata per lei, non ha ancora quella saggezza che le permetterà di diventare adulta.
Nel corso del film, attraversando tutte le fasi che un'adolescente può vivere, piano piano diventa più consapevole del mondo esterno, comincia a guardare agli altri oltre che a se stessa.
Lady Bird è un magnifico viaggio che indaga sull’animo umano, che ci mostra i rapporti familiari, le difficoltà giornaliere di una famiglia in crisi che cerca di mantenere la sua dignità.
Il percorso di crescita alla fine diventa più che evidente, e Lady Bird, Christine, arriverà finalmente ad acquisire quella maturità che tanto agognava.
Non riesco a fare pronostici per questo film. A differenza di Chiamami col tuo nome, che ho amato dall’inizio alla fine, questo non mi ha subito convinta.
Prima di azzardare un pronostico, dovrei vedere anche gli altri film in corsa.
Su una cosa mi sento di commentare: ho sentito che la regista, Greta Gerwig, è stata definita la nomination politically correct. Ovvero che, viste le polemiche e il polverone sulle molestie, è stata nominata una donna per una questione politica.
Non credo che sia così: la regista ha fatto un lavoro eccellente, ha raccontato in maniera realistica e intelligente la sua storia, senza fronzoli o abbellimenti inutili.
Ho notato la tendenza a definire politicamente corrette tutte le nomination a donne (dove non erano mai state nominate), a persone di colore o omosessuali. Se, fino a poco tempo fa, queste persone non venivano nominate (molto spesso ingiustamente) proprio per questi fattori, il fatto che adesso siano nominati non vuol dire che non lo meritino.
Non si può sempre inneggiare al politicamente corretto solo perché si vorrebbe tornare ad uno status quo precedente.
Scusate la divagazione, ma credo che proprio questa sia la recensione giusta per mettere in chiaro il mio pensiero, visto che una nomination ad una regista donna ha scatenato così tante polemiche.
Lady Bird, nonostante non sia proprio il mio genere, ha saputo comunque emozionarmi, smuovermi. E credo che questo sia il principale obiettivo di qualunque film!
Alla prossima recensione.
Commenti
Posta un commento