Trama:
L’amore illumina anche l’anima più nera.
Stefano Marino è un uomo d’onore, un boss della mafia della costa occidentale che si reca a est ad attendere la morte di un patriarca della famiglia. Tutti i pesci grossi si sono riuniti – perché naturalmente gli squali si mettono a girare quando sentono l’odore del sangue nell’acqua – ma è qualcuno di nuovo che attira l’attenzione di Stefano.
Silvio Spadaro, “il Barracuda”, è il protetto ed erede del consigliere Gianbattista Falchi, ormai ritirato, ed egli stesso un uomo d’onore a tutti gli effetti. Nel sottobosco delle famiglie, essere gay è un crimine per cui si merita la morte, ma al giovane killer le regole non sono mai importate molto. Gli unici ordini che segue sono quelli di Battista, sia quando è a caccia sia quando è nel suo letto.
Ma Silvio ha dei bisogni a cui Battista non può provvedere, e ha posato i suoi occhi neri su Stefano, costringendolo a confrontarsi con istinti che ha passato tutta la vita a soffocare. Per quanto Stefano cerchi di resistere, quando la mafia russa invade il suo territorio e lo costringe a cercare aiuto, il prezzo chiesto da Gianbattista lo porta a faccia a faccia con Silvio e i suoi desideri più nascosti.
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Mi avevano parlato di questa serie, tanto che quando ho scoperto che la Triskell l’avrebbe tradotta e pubblicata ho contato i giorni in attesa di poterla leggere per la curiosità. Solitamente non leggo libri dove si parla di mafia, criminalità organizzata e via dicendo, mi annoiano e poi sono argomenti talmente complessi che la maggior parte delle volte in un romanzo o in un film risultano quasi assurdi, poco accurati e del tutto inesatti.
Di mafia italoamericana si parla tantissimo, ma effettivamente la maggior parte dei libri o dei film in circolazione, tranne poche eccezioni, sono molto romanzati, inventati. Quello che arriva al di fuori dell’ambiente sono solo informazioni di seconda mano, parole, voci. Quello che si legge sui giornali sono notizie vaghe: non si parla della mafia, delle leggi che la circondano, delle persone, come è strutturata. Suppongo ci siano differenze anche tra quella nostrana e quella oltreoceano; le cose cambiano, le culture, anche se hanno le stesse radici. Nelle regioni in cui c’è la mafia, per chi conosce quel tipo di realtà vige tantissima omertà: tutti sanno ma non ne parlano, pertanto scrivere un libro dettagliato che parla di questa realtà è veramente difficile.
Nel romanzo in questione, un lungo prologo dal mio punto di vista che ci descrive personaggi e dà il via ad avvenimenti che si snoderanno in maniera più complessa nei restanti due libri, si parla di mafia, ma anche del rapporto e dell’attrazione che c’è tra i due protagonisti, Silvio e Stefano. Un rapporto che nel loro ambiente è più che pericoloso. Allo stesso tempo l’autore parla di un altro argomento che di solito nei libri è trattato con i piedi: la sottomissione, il desiderio di essere dominato durante il sesso, il dolore strettamente legato al piacere. Anche questa parte è un perno fondamentale del romanzo, della caratterizzazione dei personaggi, ma soprattutto di quello che sembra essere il rapporto tra i due protagonisti.
Ho trovato il tutto gestito molto bene, la parte legata al desiderio di essere sottomessi molto più approfondita; per quanto riguarda il mondo della mafia, ci sono degli accenni, in alcune parti mi è sembrato di soffermarmi su alcune istantanee del film del padrino. Ci sono delle descrizioni, degli accenni a quello che è il mondo della mafia, eppure l’autore non è andato oltre, non ha esagerato, ma è riuscito a dare l’idea di quello che potrebbe essere quel determinato ambiente: il rispetto per chi è più potente, l’onore, il problema di essere gay all’interno delle famiglie.
Tutti questi elementi li trovo veramente ben trattati, ben approfonditi, senza strafare.
Dopo la lunga introduzione alla recensione, iniziamo a commentare per bene questo libro, o meglio ci proverò visto che quando un romanzo mi piace entro in modalità fangirl e potrei dire solamente “ommioddio che bello”.
Ma oggi non sarete così fortunati e mi metterò a sproloquiare per bene.
Questo è il primo libro di Aleksandr Voinov a cui mi avvicino, non ne ho letti altri anche se so che alcuni sono stati pubblicati in italiano, ma ho aspettato di iniziare con questa serie di cui mi avevano parlato benissimo e non ne sono stata affatto delusa per diversi motivi.
Inizio sempre con il dire che in ogni libro preferisco i pov alternati, dal mio punto di vista rendono più completa la storia, gli avvenimenti, eppure in questo caso ho apprezzato il modo in cui l’autore riesce a descrivere Silvio attraverso gli occhi di Stefano e a rendere gli avvenimenti ben definiti, senza punti vuoti o buchi di trama. Per non parlare delle sensazioni di entrambi, ben definite e vive. Iniziamo con il comportamento e la caratterizzazione di Silvio: è un personaggio complesso in alcuni casi, soprattutto davanti alla famiglia; fa lo sbruffone, non gli interessa cosa pensano di lui, si diverte a vederli in soggezione davanti a lui, in parte hanno paura di lui, di chi è, di quello che è in grado di fare. Hanno paura anche dell’uomo per cui lavora, di cui un giorno prenderà il posto; anche se non vorrebbero sono obbligati a portargli rispetto, è il portavoce di qualcuno di importante e suo erede.
Allo stesso tempo nel romanzo vediamo diverse sfaccettature del suo carattere; oltre a quella forte, allo sguardo glaciale del killer professionista, c’è il lato malizioso, quello che usa per provocare Stefano, per attirare la sua attenzione. C’è la versione sottomessa, vogliosa, pronta a ricevere un qualsiasi ordine che vediamo sia a inizio libro con Stefano, che in seguito con Giambattista Falchi, il suo rapporto di compagno, amante con Falchi, dove sembra un ragazzo normale e non un killer della mafia; infine c’è la sua anima ferita nel momento in cui la sua relazione con Falchi finisce. Si sente distrutto come ogni amante abbandonato, anche se sapeva che presto o tardi tutto sarebbe terminato. Quando è stato descritto con le lacrime agli occhi, nel momento in cui rivela a Stefano della fine della sua relazione con Falchi, è comparsa un’altra versione di quest’uomo, decisamente fragile, solo, disperato.
Voinov usa magistralmente il suo stile pulito per muovere Silvio, come se fosse un’altra parte di sé, qualcuno che conosce molto bene e in questo modo descrive altrettanto bene. E bisogna dirlo, Silvio è un personaggio veramente complesso, eppure stupendo. Un personaggio con tante ombre e tanti segreti tutti da scoprire.
Ora sono curiosa di leggere come evolverà il suo rapporto con Stefano, visto che questo, oltre ad avere una moglie, ha anche un bellissimo rapporto con la donna e si trova spaccato in due, indeciso se cedere all'attrazione che prova per Silvio o reprimerla per via del suo ruolo e di quello che potrebbe accadere se si venisse a sapere delle sue preferenze sessuali all’interno della famiglia: potrebbe perdere ogni cosa.
Stefano è un personaggio di cui non sono riuscita farmi un’idea; lui narra la storia, trapelano i suoi sentimenti, le sue sensazioni, le sue paure più nascoste, eppure ancora non sono riuscita a capire che genere di uomo possa essere. Non mi sembra il boss spietato che si potrebbe immaginare in un capo malavitoso, non so nemmeno dire se sia coraggioso o un essere impaurito pronto a nascondersi alla prima occasione buona. Di una cosa sono certa però, è spaccato a metà. Si trova in mezzo, con tanti dubbi e preoccupazioni. A primo acchito non lo faccio un cuor di leone, troppo titubante, ma chissà che non cambierò idea andando avanti con la lettura. Credo che sia un personaggio ancora tutto da scoprire.
Lo stile di Voinov, come ho detto, mi è piaciuto sin da subito; l’ho trovato adatto a questo genere di libri, ma allo stesso tempo scrive veramente bene, con le giuste descrizioni a livello di ambientazioni. Sa gestire i suoi personaggi, anche se come ho accennato ho come l’impressione che abbia una preferenza per alcuni di loro, vedi Silvio, ma anche, per quel poco che è comparso, per Giambattista Falchi. Li muove bene, li rende ambigui e manipolatori, con Silvio poi è fenomenale. Cambia carattere e pian piano mi piace come descrive il rapporto e il legame che si sta creando con Stefano.
Anche la parte introspettiva, sia di Stefano che dell’unico capitolo con il pov di Silvio, è stata perfetta, scorrevole, per nulla pesante. Rimuginano sui loro pensieri, ma non sono mai ripetitivi, non è pesante o ridondante, ma scorrevole ed è piacevolissimo leggerlo.
Potrei continuare a parlare all’infinito di questo libro, ma penso che potrei diventare ripetitiva; forse l’unica nota negativa che ho trovato è stato il fatto che è finito subito, troppo breve. Oramai mi aveva preso tantissimo e avrei continuato a leggere per giorni e giorni, saltando tantissime ore di sonno. Per dare un parere più costruttivo e complesso dovrei aver letto la saga per intero, ma al momento non è possibile ç_ç.
Continuo a dire che gli argomenti trattati, dalla malavita passando per la sottomissione, il desiderio di essere comandato e sottomesso a letto di Silvio, ma anche la parte romance della storia, perché c’è, sono tutti perfetti e ben equilibrati tra di loro, si mischiano eppure nessuno prende il sopravvento sull'altro.
Per me vale cinque piume e anche qualcuno di più, veramente un libro meraviglioso.
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