Trama:
Prendete il più celebre critico enogastronomico dell'Universo, Aner Sims. Aggiungete il famelico - in tutti i sensi - paladino della Flotta Spaziale, Augusto "Rock" Parboni. Portateli là, dove nessun giornalista si è mai spinto per una recensione, nei locali più estremi del Cosmo. La prima tappa è il "Ristorante che non c'è", dove per accedere occorre prima dimostrare le proprie capacità nell'eloquio, pena... la disintegrazione. Poi, assieme a Scilla Aliprand, responsabile del Servizio di Protezione Aziendale di una multinazionale, si parte alla volta del pianeta Znavel, dove occorre indagare sulla misteriosa scomparsa del grande cuoco Apuleius. I tre flâneurs delle tavole imbandite mettono a repentaglio la propria incolumità pur di soddisfare le curiosità gastronomiche e ritrovare gli antichi valori della ristorazione. Spacefood è fantascienza con contorno di citazioni musicali e un filo di humor extraterrestre.
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Ho questo libro in lettura da tantissimo tempo; mi scuso profondamente con l’autore, ma sono stati mesi faticosi, un periodaccio.
Questo, già dalle prime pagine, si preannunciava un libro da seguire: divertente, ironico, carico di umorismo. Mi ha fatto pensare a Douglas Adams e alla sua Guida Galattica per Autostoppisti, o meglio alla stessa ironia.
Sapevo che, per scrivere una recensione seria, qualcosa di decente che parlasse seriamente di questo libro, avrei dovuto avere la mente libera, il tempo per impostare la recensione in modo da poter parlare bene di quello che avevo letto. Cosa che fino ad ora non sono riuscita a fare: ho avuto tantissimi impegni, la testa completamente occupata da altro e alla fine ho rimandato e rimandato, prima la lettura, in seguito la recensione del libro.
Questo, già dalle prime pagine, si preannunciava un libro da seguire: divertente, ironico, carico di umorismo. Mi ha fatto pensare a Douglas Adams e alla sua Guida Galattica per Autostoppisti, o meglio alla stessa ironia.
Sapevo che, per scrivere una recensione seria, qualcosa di decente che parlasse seriamente di questo libro, avrei dovuto avere la mente libera, il tempo per impostare la recensione in modo da poter parlare bene di quello che avevo letto. Cosa che fino ad ora non sono riuscita a fare: ho avuto tantissimi impegni, la testa completamente occupata da altro e alla fine ho rimandato e rimandato, prima la lettura, in seguito la recensione del libro.
Sembrava che non ci fosse mai un momento per leggerlo; ho scritto altre recensioni, letto altri libri, ma erano brevi, letture veloci, storie molto leggere e quindi non richiedevano troppo tempo, troppa concentrazione. Ora sembra che il tempo libero, almeno un po’, sia tornato, quindi sono riuscita a terminare il libro, ma soprattutto sono riuscita a iniziare questa recensione, sperando di scriverne una decente e dettagliata e non solo parole vuote.
Il libro rientra nella fantascienza umoristica, mi ha ricordato molto i libri di Douglas Adams, eppure ha anche un non so che di originale: probabilmente l’idea di un protagonista critico culinario. Non so bene dire quale sia il pizzico di originalità di questo romanzo, però è una lettura piacevole e divertente.
Le due figure principali di questo romanzo sono Aner Sims, il più conosciuto critico enogastronomico dell’universo, e Augusto “Rock” Parboni, comandante della flotta spaziale, ma soprattutto amante della buona cucina. Con una serie di viaggi, per assaggiare la cucina dei locali più particolari dello spazio siderale, i personaggi si ritrovano in situazioni pericolose, al limite dell’assurdo, che fanno ridere come un matto il lettore.
Ho come l’impressione che il libro non sia solo fantascienza umoristica: all’interno si possono trovare tracce della nostra società, della nostra cultura, dei problemi che affliggono la società, descritti in maniera divertente, irriverente.
Il romanzo è suddiviso in tre capitoli, divertenti, con personaggi particolari, ben caratterizzati, pronti a far ridere, ma anche a ridere di se stessi. Come ho detto sono tre capitoli, ma forse sarebbe meglio dire che potrebbero essere tre racconti differenti, collegati dall’umorismo e dai personaggi.
L’inizio è una sorta di parodia di una recensione gastronomica, dove Aner Sims racconta di una cena di San Valentino a dir poco indimenticabile, con avvenimenti surreali che accadono uno dietro l’altro, fino alla tragicomica conclusione della serata.
Nel secondo capitolo, Il ristorante che non c’è, Aner e Augustus “Rock” sono alle prese con una cena in un ristorante situato in una sorta di universo parallelo, dove razze e culture possono mangiare senza scontri. Il problema è come entrare all’interno del ristorante, ma non vi svelo altro, altrimenti che lo leggete a fare?
Nel terzo capitolo il nostro critico è insieme a Scilla Aliprand, innamorata di lui. Insieme partono alla volta di un pianeta, dove occorre indagare della scomparsa di un rinomato cuoco, mal visto dai suoi colleghi.
Non ricordo da quanto tempo non ridevo tanto nella lettura di un libro, e sono veramente dispiaciuta per non essere riuscita a recensirlo prima, questa è stata un’ottima lettura. Sono sincera, preferisco un altro tipo di fantascienza, ma sono gusti, eppure ho apprezzato tantissimo Spacefood per il suo umorismo, ma anche per lo stile dell’autore: veloce, incisivo e al tempo stesso in grado di trasportarti nello spazio, in questi luoghi assurdi, circondati da personaggi bizzarri.
Veramente un ottimo lavoro, per me sono quattro piume.
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