La serie segue le sfortunate vicende degli orfani Violet, Klaus e Sunny Baudelaire, perseguitati dal loro malvagio tutore, il conte Olaf, disposto a tutto pur di mettere le mani sulla loro eredità. I fratelli Baudelaire dovranno cercare in tutti i modi di sfuggire alle grinfie di Olaf e al tempo stesso scoprire di più sulla misteriosa morte dei loro genitori.
Da poco uscita sulla piattaforma Netflix, ecco finalmente la seconda stagione di "Una serie di sfortunati eventi", tratta dalla omonima celebre saga.
La seconda stagione è composta da dieci episodi. Ritroviamo qui nei panni dei Baudelaire Malina Weissman, Lois Hynes e Presley Smith, mentre Neil Patrick Harris torna ad interpretare il Conte Olaf e tutti i suoi travestimenti.
Fanno parte del cast anche Patrick Warbuton, K. Todd Freeman, Lucy Punch, Avi Lake, Dyan Kingwell, Sara Rue e Nathan Fillon.
Come per la prima stagione, ogni coppia di episodi tratta un romanzo diverso: qui ne abbiamo cinque, per un totale di dieci episodi.
Prevedibilmente, la prossima sarà l'ultima stagione, visto che all'appello mancano solo quattro romanzi.
L'atroce accademia
L'ascensore ansiogeno
Il vile villaggio
L'ostile ospedale
Il carosello carnivoro
Il surrealismo di questa storia mi è sempre andato poco giù, o forse sono troppo grande per poter apprezzare appieno la trama.
Tuttavia questa seconda stagione mi ha presa molto di più della prima. Non so per quale motivo, visto che la realizzazione è sempre eccellente, ma qui mi sono goduta la storia molto di più, nonostante la conoscessi molto bene, visto che avevo già letto i romanzi.
Sicuramente, non posso che confermare ciò che avevo detto riguardo la prima stagione: la cura dei dettagli è veramente altissima. La parte grafica, le scenografie, i costumi sono qualcosa di veramente divino, che meritano plauso assoluto.
Trovo Neil Patrick Harris un attore eccezionale, che riesce a rendere credibile un uomo con un monociglio palesemente finto e crisi isteriche continue.
Gli episodi che forse mi sono piaciuti di più sono stati quelli dell'Ascensore Ansiogeno, storia che avevo apprezzato anche in forma cartacea.
Forse, per ora, è uno dei miei preferiti di entrambe le stagioni.
Ho adorato anche Nathan Fillon, attore che non ho mai seguito con costanza, ma che ho sempre trovato estremamente bravo. Anche qui, non posso fare a meno che lodare le sue doti recitative.
Tra l'altro sono rimasta impressionata a quanto somigli all'attore che interpreta Lemony Snicket. I due, infatti, interpretano due fratelli, e la cosa è abbastanza evidente nella serie, sebbene nella vita reale non siano per nulla imparentati.
Non so perché, ma è una cosa che mi ha fatto piacere. E qui possiamo ricollegarci alla cura maniacale dei dettagli.
Sembra che per realizzare questa serie nessunissima cosa sia lasciata al caso, nemmeno il casting.
Adesso, non si può fare altro che aspettare l'ultima stagione e scoprire come finirà la storia dei Baudelaire.
Se non avete mai visto questa serie, correte a recuperarla, perché ne vale la pena. Non lasciatevi ingannare dal surrealismo e da quell'aria un po' infantile: vedrete che andando avanti con gli episodi scoprirete che non potete fare a meno di guardare come continua.
Sai che sono ferma al primo episodio di questa seconda stagione da un po'? Di fatto, sono d'accordo con te in tutto e per tutto: ottime scenografie, squisita cura dei dettagli, grandi interpretazioni da parte di Harris e Fillon... Ma c'è una ripetitività di fondo nelle sceneggiature che ha iniziato un po' a stancarmi! :(
RispondiEliminaMagari farò una pausa e poi riprenderò la visione: dopotutto, sono sinceramente curiosa di scoprire come andrà a finire la tragica storia dei fratelli Baudelaire! ;D
Eh, ti capisco. La ripetitività è uno dei fattori primari di questa serie e devo ammettere che anche a me non fa impazzire. Questo è un elemento che deriva dai romanzi.
EliminaComunque secondo me se riesci a superarla, ne vale la pena perché la serie è realizzata troppo bene :D