Bruised di Federica Caracciolo



Mi chiamo Lele.
Non Raffaele, né Raffa, Raf o qualsiasi altro nomignolo stupido. Li odio a morte. Come molte altre cose, a dire la verità.
A parte Bianca, naturalmente.
Lei è la sola che mi faccia desistere dal restare chiuso nella mia stanza in eterno.
Oltre a lei, tanto, fuori da quella porta ci sono solo frotte di adolescenti sfigati, passatempi discutibili e la mia famiglia insopportabilmente perfetta. E poi, c’è Dean. La creatura più ottusa che abbia mai messo piede su questa terra. Superficiale, borioso, inutile. È assolutamente inspiegabile, dunque, che io passi le notti a sognarlo e i giorni a cercare di togliermelo dalla testa, no? Inspiegabile e dannatamente pericoloso perché, per giunta, è il ragazzo dell’unica persona che conti per me. Bianca, appunto. Sempre lei, certo. Perché tutto il mio mondo gira intorno a lei.
Lei, che adesso ha avuto la splendida idea di andarsene e mollarmi qui da solo, senza preavviso, con un viaggio in Irlanda saltato e il suo ragazzo che, nei ritagli di tempo tra una sessione in palestra e la venerazione per la sua moto, mi tampina senza ragione apparente, minacciando con la sua presenza irritante il mio già precario equilibrio mentale.
Io non ho bisogno di lui, non ho bisogno di Bianca. E nemmeno dei miei.
Che poi, se ci penso seriamente, si sta bene anche da soli. Anzi, si sta molto meglio.


Oggi vi parlo di un romanzo che mi è piaciuto veramente tantissimo: Bruised, di Federica Caracciolo.
Bruised è diverso da come me lo ero aspettato all'inizio, ma tutto ciò che mi ha colpita lo ha fatto in positivo.
Ma andiamo con ordine.
Le cose che mi hanno fatta dire che questo romanzo era veramente ottimo sono diverse: prima di tutto, mi è piaciuta moltissimo l'ambientazione italiana.
Non è una cosa così scontata: non sopporto quando si usa l'ambientazione italiana, ma allo stesso tempo si tenta di imitare uno stile straniero (di solito americano). No, qui l'autrice ha reso i suoi personaggi perfettamente credibili, perfettamente integrati nel contesto. Questo mi ha permesso di identificarmi e di ricordare avvenimenti della mia adolescenza che ormai erano sopiti.
Un altro elemento che mi piace di questo libro è che non indora la pillola: è assolutamente realistico. Non dico che tutti i libri debbano per forza assomigliare alla vita reale, ma in questo caso mi è piaciuto come l'autrice ha gestito il tutto, evitando di renderlo troppo favolistico.
È un romanzo così credibile che tutti potremmo aver vissuto questa storia, prima o poi.
Lele è un personaggio fantastico: i suoi tormenti, le sue paure, il suo chiudersi costantemente a riccio mi ha ricordato un sacco me stessa, tanto che in certi punti mi sono pure commossa durante la lettura.
Mi piace che l'autrice abbia fatto un lavorone nel caratterizzare tutti i suoi personaggi, con il risultato che nessuno di loro sembra mai piatto o monodimensionale.
Anche Dean/Daniele è veramente un personaggio ottimo, con i suoi lati oscuri non così facili da individuare. Tuttavia, essendo il libro dal punto di vista di Lele, non è sempre immediato capire cosa pensa l'altro.
Morgan è il top: è un personaggio assolutamente fantastico e penso di amarlo! Il modo in cui affronta la vita, in cui si relaziona agli altri, me lo hanno fatto amare dal primo all'ultimo istante.
La storia mi ha emozionata tantissimo, tanto che appena finita sono andata a rileggerne alcune parti, presa dalla foga.
Questa recensione un po' agitata è il risultato del miscuglio di emozioni che questo libro mi ha trasmesso. Sono proprio contenta di averlo letto, era ciò di cui avevo bisogno.
Ovviamente non posso fare a meno di consigliarlo vivamente e di dargli il massimo punteggio. 

Alla prossima recensione.


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