L'incubo di Hill House di Shirley Jackson



Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più semplice - e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. Non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l'esperimento paranormale in cui l'ha coinvolta l'inquietante professor Montague. È la Casa - con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole - a scegliere, per sempre, Eleanor Vance.



Avevo tanto sentito parlare di questo romanzo, ma non mi sono mai decisa a leggerlo perché sono una vera fifona. Negli ultimi anni, anche grazie a Stephen King, mi sono avvicinata un po' di più a questo genere, e finalmente ho avuto il coraggio di leggere anche questo.
Conosciuto anche come La casa degli Invasati, il romanzo della Jackson è un romanzo che punta sull'inquietudine che genera nel lettore, senza usare immagini particolarmente raccapriccianti.
L'intero romanzo, infatti, è sempre sospeso tra due diverse interpretazioni: si può pensare che la casa di Hill House sia veramente infestata oppure che sia solo una forte suggestione dei personaggi, acuita dalla permanenza nella casa.
Devo essere onesta: non è stato facile arrivare alla fine, soprattutto perché non riuscivo a leggerlo di notte.
Per gli amanti dell'horror è una lettura perfetta, che incarna un tipo di horror vecchio stile dove ciò che più spaventa non è ciò che si vede, ma ciò che non si vede, unito alle sensazioni negative che la protagonista, Eleanor, trasmette al lettore, ossia le sue inquietudini, il suo turbamento, il suo costante disagio.
Anche il finale, che ovviamente non vi svelerò, mostra come sia aperto a diverse interpretazioni, che spaziano dal sovrannaturale al realistico.
Nonostante le mie paure, questo romanzo è davvero un grande capolavoro. L'autrice è incredibilmente brava a costruire tutta la tensione e a trasmetterla al lettore, senza bisogno di trucchetti. Riesce a spaventare mantenendo comunque il racconto sullo stesso livello, senza il bisogno di immagini cruente o di quelli che in gergo cinematografico sono chiamati Jumps Scare (salti di paura), ossia scene costruite ad hoc per far prendere uno spavento.
No, la Jackson si limita a narrare gli eventi che sono accaduti nella casa senza dare particolare enfasi a questo o a quel fatto. Questo contribuisce a creare un'angoscia sempre più grande man mano che si legge.
Non sembra lusinghiera come descrizione, ma in realtà è esattamente ciò che ci sia aspetta da un romanzo horror di questo tipo.
Do le cinque piume non tanto per gusto personale (perché forse sono ancora troppo fifona per questo romanzo) quanto per la bravura indiscussa dell'autrice e la maniera impeccabile con cui ha costruito questa storia.
In ogni caso, mi sono goduta tantissimo la lettura, cercando di pensare che era un'opera di fantasia e non avrei dovuto lasciarmi condizionare troppo. La Jackson ha davvero uno stile unico e sarebbe stato un peccato perdermi questo capolavoro.
Tutto sommato, sono contenta di averlo letto nonostante la paura.
Voi lo conoscete? L'avete letto? Fatemi sapere cosa ne pensate con un commentino qui sotto.
So che di questo libro ci sono già state delle trasposizioni cinematografiche, ma prossimamente è stata annunciata anche una serie tv, sebbene non si sappia ancora niente di preciso. Spero di riuscire a guardarla senza spaventarmi troppo!
Alla prossima recensione.




Commenti