Hill House (serie tv)



La serie racconta la storia di un gruppo di fratelli che, da bambini, sono cresciuti in quella che in seguito sarebbe diventata la casa infestata più famosa del paese. Ora adulti e costretti a stare di nuovo insieme di fronte alla tragedia, la famiglia deve finalmente affrontare i fantasmi del loro passato, alcuni dei quali sono ancora in agguato nelle loro menti, mentre altri potrebbero nascondersi nell'ombra.

Tratta da L'incubo di Hill House (o La casa degli Invasati) di Shirley Jackson, Hill House è una serie di Netflix uscita il 12 ottobre.
Conoscevo già la storia di Hill House: da ragazzina avevo visto il film Haunting - Presenze del 1999 e recentemente ho letto il romanzo da cui è tratto.
Ero in attesa di questa serie tv, più che altro per vedere quale strada avrebbero scelto di percorrere.
Il romanzo della Jackson è molto particolare e ha davvero tanti livelli di interpretazione. Il film, nonostante sia abbastanza attinente, ha comunque preso una sua strada, scegliendo una delle tante opzioni che la Jackson ci fornisce.


La serie tv, invece, prende una strada ancora differente. Questo mi ha stupita non poco.
Lì per lì ho cercato di capire se la piega presa dalla serie mi piacesse o meno, e devo dire che alla fine non solo mi è piaciuta tantissimo, ma credo sia stata un'intuizione geniale.
La serie tv ha cambiato la storia, evolvendola in un prodotto adatto ad essere suddiviso in puntate.
Certo, nessuna trasposizione potrà mai avere la complessità della Jackson, a mio parere: il fatto di lasciare che sia il lettore a giudicare, a trarre conclusioni, non è certo facile da trasporre. Tuttavia, gli autori di questa serie sono stati capacissimi a rendere pienamente giustizia alle atmosfere del libro. Hanno cambiato la storia senza snaturarla.


Hill House è certamente una serie horror, ma una componente importante all'interno della trama è il lutto e la sua elaborazione.
Me ne sono resa conto una volta terminata: il filo conduttore è proprio il modo in cui si elabora un lutto molto traumatico. Le puntate sono strutturate in modo tale da farci conoscere bene ogni personaggio principale, per farci affezionare e per darci un'idea di come il lutto cambi la percezione che ha questo personaggio del mondo intorno a sé.
Tutto è dosato bene e, se non avessi letto il romanzo prima, non sarei riuscita ad indovinare molte delle cose che sono successe.
Ciò che mi ha particolarmente colpita è stato il fatto che la serie, nonostante le differenze, ha mantenuto i personaggi del libro. Certo, sono stati opportunamente modificati per le esigenze di trama, ma mi piace il fatto che la caratterizzazione sia rimasta pressoché la medesima.


E poi, e qui ammetto di essere di parte, quando ho letto che a Stephen King la serie non solo è piaciuta, ma la considera un capolavoro, ho capito che era un prodotto davvero valido.
Come dicevo, la serie è disponibile su Netflix: fate attenzione, perché crea dipendenza e io l'ho finita in due giorni (due manche da cinque ore ciascuna).


Voi l'avete vista? Cosa ne pensate? Fatemelo sapere con un commento.

Alla prossima recensione!


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