Sulla pelle di Gillian Flynn



Due bambine sono state rapite e assassinate. Avevano nove e dieci anni; quando sono state ritrovate, la loro bocca era aperta, come in un estremo gesto di stupore, e l'assassino aveva strappato loro tutti i denti. Spetta alla giovane reporter Camille seguire il caso per conto del giornale per cui lavora. Da quando se n'è andata da casa, otto anni prima, non ha quasi più parlato con i suoi familiari: né con la madre, bella e inavvicinabile come una bambola di porcellana, né con la sorellastra che conosce a malapena, una tredicenne precoce dal fascino misterioso e fatale. Ora, tornata nella dimora vittoriana di famiglia, Camille è perseguitata dai ricordi d'infanzia e da una tragedia che neppure un ricovero in un ospedale psichiatrico le ha permesso di dimenticare. Indagando sugli omicidi insieme al capo della polizia locale e a un agente speciale dell'FBI, Camille inizia a identificarsi sempre di più con le giovani vittime. Perché ha la sensazione di aver già vissuto sulla propria pelle i loro orrori? Incalzata dai suoi demoni, dovrà risolvere il puzzle del suo passato, prima che il ritorno forzato a casa si trasformi in un viaggio a senso unico verso l'inferno.


Recensire questo romanzo non è facile. Ho deciso di leggerlo quando ho sentito parlare della serie tv, ricordandomi quanto mi era piaciuto "L'amore bugiardo", della stessa autrice.
Gillian Flynn è un'autrice molto cruda: il suo modo di raccontare gli eventi, di narrare i fatti, è quasi chirurgico a volte.
Ma partiamo dall'inizio.
Il romanzo comincia in una maniera più leggera e va oscurandosi pagina dopo pagina: la protagonista, Camille, è una donna che ha subito tanto nel corso della sua vita, ma questo non ci viene sbandierato subito. Scopriamo cose su di lei man mano che andiamo avanti con la lettura, nonostante il romanzo sia raccontato dal suo punto di vista. Questo non svelarci tutto subito contribuisce a creare un clima sempre più cupo man mano che si legge, invece di immergere il lettore subito nella parte più cruda.
Tuttavia, questo romanzo non fa sconti: parla di eventi terribili e a volte lo fa con naturalezza, una naturalezza che mette i brividi.
C'è, in particolare, un certo personaggio che mi ha inquietata dal primo momento: non sapevo cosa pensare di tale personaggio, perché nonostante susciti una quasi immediata antipatia, fino all'ultimo non si capisce se il suo comportamento indichi se sia vittima o se sia carnefice.
Non vi dirò altro, se non che è uno dei personaggi meglio costruiti di tutto il romanzo.
In generale, la Flynn è molto brava a costruire psicologicamente i suoi personaggi: ognuno è reale, credibile e in qualche modo spaventoso. Molti sono quel tipo di persone che non vorremmo mai incontrare, ma che sappiamo esistere là fuori da qualche parte.
Per questo il romanzo diventa così inquietante, unito al fatto che la Flynn scrive con naturalezza disarmante.
Per gli amanti del genere Thriller, questo è di sicuro un libro che non può mancare, ve lo consiglio vivamente.
Come ho scritto sopra, so che ne è stata fatta una serie tv, ma non sono molto informata a riguardo. Se troverò il tempo di vedere anche quella, uscirà sicuramente la recensione sempre qui su Piume di Carta, per cui rimanete sintonizzati.

Alla prossima.


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