Buca in uno di Cristina Bruni (Anteprima)



Dopo Whispering Cliffs, Jordan e Moses hanno intrapreso strade diverse, ma nessuno dei due ha mai veramente dimenticato l’altro.
Al torneo di Dubai, il destino li fa incrociare nuovamente e i due si ritrovano così a riprendere ciò che avevano interrotto.
Ma entrambi hanno i propri demoni da combattere.
Jordan si trascina una serie di problemi fisici e psicologici ereditati dalla madre cocainomane e alcolizzata.
Moses invece è bisessuale e la cosa lo destabilizza da sempre. Si sente infatti indefinito, una massa confusa di istinti sessuali che già in passato lo ha spinto a rifugiarsi nell’alcol.
Riusciranno, assieme, a trovare una propria definizione?


Eccoci qui, a parlare nuovamente di questa serie che sto amando tantissimo. Questa volta, però, i protagonisti non sono Russell e Reginald, al centro dei primi due libri, ma Moses e Jordan.
Entrambi i personaggi sono già apparsi nella storia e in qualche modo abbiamo avuto occasione di conoscerli, eppure finché non ho letto questo romanzo non avevo le idee chiarissime, perché prima erano soltanto un contorno.
Questo romanzo è stato veramente un colpo al cuore: mi sono stupita della profondità dei temi trattati dall'autrice. Temi certamente delicati, come l'accettazione di sé, l'uso di droga e problemi psicologici, ma trattati dall'autrice con una delicatezza tale che mi ha aperto il cuore.
Jordan e Moses sono due anime ferite, per motivi diversi, che sentono attrazione l'uno per l'altro. Ma, a volte, non basta questo… non basta nemmeno l'amore.
A volte i demoni che perseguitano una persona sono così potenti che niente può sconfiggerli. Certo, non bisogna mai arrendersi, perché c'è sempre una piccola speranza.
Devo ammetterlo, mi sono commossa: sono una di lacrima facile, ma il livello emotivo di questo romanzo è veramente alto ed è quasi impossibile non sentirsi coinvolti, non venire scossi da quello che i protagonisti stanno passando.
Quello con cui ho empatizzato più di tutti è stato Jordan; la sua storia è veramente toccante e triste. Credo che sia anche fin troppo equilibrato, contando tutto quello che ha dovuto passare.
C'è un punto in cui lui si sente abbattuto perché tutti lo vogliono ma poi lo buttano via, si stufano di lui. Come se non fosse abbastanza, come se non valesse la pena. È un pensiero disarmante, che mi ha fatto venire voglia di entrare nel libro per poterlo coccolare e proteggere.
Tuttavia, in qualche modo Jordan mi ha stupita, perché non si lascia mai abbattere del tutto. Nonostante la tristezza e la frustrazione, cerca di tirarsi su. Tuttavia, da soli non si va molto lontano.
Moses, infatti, ha causato molte insicurezze al povero Jordan, pertanto deve essere lui a farlo sentire meglio ad un certo punto.
Sinceramente, questi due ragazzi hanno risvegliato in me una sorta di istinto materno sopito. Tuttavia, se la storia è così intensa e così potente, è anche merito dell'autrice.
Ne avevo già tessuto le lodi (trovate qui la recensione ai primi due romanzi della serie) e non posso far altro che riconfermare la mia impressione iniziale.

Anche questo libro si merita il massimo dei voti. Personalmente, non vedo l'ora di leggere il prossimo.

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