18 buche #1 e #2 di Cristina Bruni



Trama: Durante un torneo di golf in Virginia, il giovane Reginald Weston conosce Russell Lee, campione inglese ed ex numero uno del mondo. Tra i due nasce una bella amicizia e l’uomo prende il ragazzo sotto la propria ala, insegnandogli i trucchi del mestiere.
Reginald ben presto si innamora di Russell, ufficialmente eterosessuale, pensando che sia ovviamente un sentimento a senso unico. Ma in realtà l’inglese è gay ed ha trascorso gran parte della sua vita soffocando il suo vero io, per non deludere la severa madre.




Sono trascorsi tre mesi da quando Reginald e Russell si sono dichiarati reciprocamente il loro amore, ma le cose sono ben lontane dall’essere tutte rose e fiori.
I mostri sono tornati a urlare.
Reginald deve fare i conti con il fantasma del primo amore di Russell, lo scomparso Daniel, onnipresente tra loro; Russell è chiamato a scegliere se continuare a vivere nell’ombra o dichiararsi pubblicamente, rischiando di perdere l’affetto di Duncan MacDonald, omofobo fino al midollo, suo padrino e capitano di Ryder Cup, l’uomo che gli è stato accanto dopo la morte di suo padre Ronald.

Il ventisette dicembre uscirà il terzo libro di questa serie, Buca in uno. La recensione a questo romanzo arriverà in separata sede, ma visto che mi sono messa in pari con questa serie solo ora, vi parlerò oggi delle avventure precedenti.
I protagonisti di Sette Giorni e Whispering Cliffs sono Reginald e Russell, due golfisti professionisti. Reginald, poco più che ventenne, ha una vera e propria ammirazione per Russell, che si trasforma in una cotta quando lo incontra finalmente dal vivo, nonostante Russell non sia come se l'era immaginato.
Io devo essere sincera, non so nulla di golf. Tuttavia, questo non mi ha impedito di apprezzare entrambi questi romanzi.
Trovo molto bello che l'autrice sia invece molto precisa e puntuale nei termini, si vede che sa bene di cosa sta parlando e rende la storia molto più completa e verosimile.
Il modo di scrivere di Cristina Bruni mi piace tantissimo, non è la prima volta che ne parlo, ma qui in particolar modo mi ha stupita.
Infatti, soprattutto nel primo romanzo, mi sono ritrovata ad essere stupita di come gli eventi si susseguivano. La trama non è per nulla banale o scontata, anzi cerca in tutti i modi di dare un approccio originale a temi che comunque sono piuttosto conosciuti. Questo rende la lettura davvero interessante, stimolante.
Qui si vede proprio l'intenzione dell'autrice di creare un qualcosa di unico, speciale. Secondo me c'è riuscita pienamente, perché io mi sono follemente innamorata di entrambi i protagonisti.
Un'altra cosa che ho amato è stata il fatto che in entrambi i romanzi sono presenti tantissimi personaggi secondari, tutti ben caratterizzati, delineati e divertenti. Anzi, non tutti divertenti ma sicuramente ben costruiti.
In particolare ho amato Carlos, il caddy di Reginald. Mi è stato simpatico a pelle fin dalla prima volta in cui è apparso e ho finito per amarlo dopo poche righe.
Nonostante, come ho detto sopra, non capisca nulla di questo sport, non ho potuto fare a meno di sentirmi coinvolta con la gara. Mi è venuta voglia di informarmi per capire meglio tutto ciò che ho letto, perché è stata descritta dall'autrice in maniera elettrizzante. Mi sono accorta che stavo palesemente tifando come quando guardo il calcio (sport che conosco abbastanza).
Se, come me, finora non avete avuto modo di leggere questi due bellissimi romanzi, vi consiglio vivamente di recuperarli in fretta, così il ventisette sarete pronti per l'uscita del terzo volume.
Presto arriverà la nostra recensione anche a quel romanzo, quindi rimanete sintonizzati.
A mio parere, entrambe queste opere meritano il massimo dei voti!


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