Vita di Pi di Yann Martel



Piscine Molitor Patel è indiano, ha sedici anni, è affascinato da tutte le religioni, e porta il nome di una piscina. Nome non facile che dà adito a stupidi scherzi e giochi di parole. Fino al giorno in cui decide di essere per tutti solo e soltanto Pi. Durante il viaggio che lo deve condurre in Canada con la sua famiglia e gli animali dello zoo che il padre dirige, la nave mercantile fa naufragio. Pi si ritrova su una scialuppa, alla deriva nell'Oceano Pacifico, in compagnia soltanto di quattro animali. Tempo pochi giorni e della zebra ferita, dell’orango del Borneo e della iena isterica non resta che qualche osso cotto dal sole. A farne piazza pulita è stata Richard Parker, la tigre del Bengala con cui Pi è ora costretto a dividere quei pochi metri. Contro ogni logica, il ragazzo decide di ammaestrarla. La loro sfida è la sopravvivenza, nonostante la sete, la fame, gli squali, la furia del mare e il sale che corrode la pelle. Il loro è un viaggio straordinario, ispirato e terribile, ironico e violento, che ci porta molto più lontano di quanto avessimo mai potuto immaginare. A scoprire che la stessa storia può essere mille altre storie. E che riaccende la nostra fede nella magia e nel potere delle parole.


Vita di Pi è uno di quei romanzi che difficilmente si dimenticano. Nonostante lo abbia letto tanto tempo fa, ogni tanto torna nei miei pensieri.
Non sono più riuscita a rileggerlo, ma l'impatto emotivo che ho provato non me lo dimenticherò mai.
Ciò che mi ha colpita più di tutto è stato il fatto che, per gran parte del romanzo, la narrazione sembra viaggiare su un piano onirico, sospeso tra sogno e realtà.
Gli eventi che vengono narrati sono considerati reali, eppure c'è la sensazione che non tutto sia come sembra. Alla fine, tutto acquisterà senso, ma non vi dico nulla di più.
Vita di Pi non è solo un romanzo su un naufragio: quello non è che il punto di partenza della storia. Ciò che sta al centro è il viaggio che Pi e la tigre compiono. Un viaggio fisico, nella speranza forse vana di riuscire a salvarsi, ma un viaggio anche psicologico ed emotivo.
Pi, rimasto ormai da solo con l'animale feroce, si ritrova a dover affrontare prove inimmaginabili, che metteranno a dura prova la sua resistenza.
Questo viaggio viene in qualche modo compiuto anche dal lettore, che accompagna Pi e diventa Pi, immedesimandosi a tal punto da sentire quasi sulla sua stessa pelle ciò che accade al ragazzo.
Vita di Pi mi ha spiazzata: quando l'ho letto non avevo assolutamente idea di come sarebbe stato. Sapevo a malapena qualcosa della trama, ma null'altro.
L'ho scelto perché in quel periodo ne sentivo parlare tantissimo ed ero curiosa di capire se meritasse davvero o era solo un fenomeno mediatico destinato a sparire in breve tempo.
Sono rimasta davvero stupita di quanto profondo fosse questo libro, di quanto il viaggio di Pi fosse una metafora della vita, di quanto Pi, che si ritrova in balia delle onde, sia un po' ognuno di noi davanti alle difficoltà che ci si parano davanti.
Se non lo avete mai fatto, vi consiglio davvero la lettura di questo romanzo. Se siete scettici, vi assicuro che rimarrete davvero sorpresi da quanto può emozionarvi e farvi riflettere quest'opera.
Per chi invece lo avesse letto, fatemi sapere quali sono i vostri pensieri e le vostre opinioni con un commentino, che sono curiosa.

Alla prossima recensione.



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