Karou ha 17 anni, è una studentessa d'arte e per le strade di Praga, la città in cui vive, non passa inosservata: i suoi capelli sono di un naturale blu elettrico, la sua pelle è ricoperta da un'intricata filigrana di tatuaggi, parla più di venti lingue e riempie il suo album da disegno di assurde storie di mostri. Spesso scompare per giorni, ma nessuno sospetta che quelle assenze nascondano un oscuro segreto. Figlia adottiva di Sulphurus, il demone chimera, la ragazza attraversa porte magiche disseminate per il mondo per scovare i macabri ingredienti dei riti di Sulphurus: i denti di ogni razza umana e animale. Ma quando Karou scorge il nero marchio di una mano impresso su una di quelle porte, comprende che qualcosa di enorme e pericoloso sta accadendo e che tutto il suo universo, scisso tra l'esistenza umana e quella tra le chimere, è minacciato. Ciò che si sta scatenando è il culmine di una guerra millenaria tra gli angeli, esseri perfetti ma senz'anima, e le chimere, creature orride e grottesche solo nell'aspetto esteriore; è il conflitto tra le figure principi del mito cristiano e quelle dell'immaginario pagano. Nel disperato tentativo di aiutare la sua "famiglia" Karou si scontra con la terribile bellezza di Akiva, il serafino che per amore le risparmierà la vita.
Ho da poco finito di leggere la dilogia composta da Il Sognatore e La musa degli Incubi. Orfana di questa splendida storia, ho deciso di iniziare la precedente trilogia scritta da Laini Taylor.
In questa recensione vi parlerò del primo volume di questa trilogia, La Chimera di Praga.
La protagonista è Karou, una ragazza particolare: ha infatti una doppia vita. Vive a Praga, studia arte, ha un ex fidanzato che cerca di riconquistarla e un’amica carissima. Ma, a volte, si reca nel negozio di Sulphurus, un demone chimera che l’ha cresciuta fin da quando era piccola.
Sulphurus è l’unica famiglia che conosce, non sa nulla del suo passato, da dove venga e perché le Chimere abbiano deciso di adottare una piccola mortale come lei.
È quando Karou si trova davanti ad Akiva, un serafino, che la sua vita cambia per sempre.
In questo romanzo ho ritrovato molti degli elementi della Taylor che mi sono piaciuti: la sua capacità di costruire storie ben intrecciate e per nulla banali, che si dipanano pagina per pagina. Il lettore rimane spesso sorpreso, perché incapace di prevedere dove andrà a parare la storia.
La Taylor poi è sempre bravissima a creare ambientazioni particolari, a rendere credibile il suo mondo.
Quel che ho riscontrato in questo romanzo è uno stile più acerbo rispetto a quello de Il Sognatore. Credo che l’autrice sia molto maturata dopo la scrittura di questo romanzo e abbia affinato tutte le sue capacità.
La storia si interrompe con un colpo di scena che invoglia a leggere immediatamente il sequel, nel pieno stile della Taylor.
Il colpo di scena mi è piaciuto particolarmente, perché come al solito non è per nulla scontato, non è qualcosa di già visto. La Taylor, nonostante scriva un genere come lo Young Adult che è piuttosto sdoganato, è davvero capace di sorprendere il lettore e costruire storie sempre nuove e sempre diverse.
Direi che La Chimera di Praga merita quattro piume.
Voi l’avete letto? Cosa ne pensate? Fatemelo sapere con un commento qui sotto.
Io vi do appuntamento alla prossima recensione.
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