Questa è la storia di Gilgamesh, il re per due terzi di stirpe divina ma per un terzo uomo, un uomo a cui fu destinata la sovranità sugli altri uomini ma non il dono di vincere la morte. Nelle pagine di Paola Capriolo, le avventure di Gilgamesh e del suo amico Enkidu, l''uomo selvatico' che conosce il linguaggio degli animali ma poi si converte alla civiltà, le imprese contro il gigante della foresta dei cedri e contro il toro, la collera della dea Inanna, compongono un'epopea ancora capace di parlare ai sentimenti dell'uomo contemporaneo. Quali sono i temi che il mito di Gilgamesh mette in campo? La gloria che l'uomo può conseguire attraverso le sue azioni e la possibilità del fallimento, il senso della morte, la ricerca dell'immortalità e lo strazio per la caducità delle creature, la contrapposizione tra lo stato di natura e la civiltà, il rimpianto per la perdita dell'innocenza, il valore dell'amicizia e dell'amore sessuale, il dolore inconsolabile della perdita. Questi sono i rovelli eterni sui quali l'uomo di tremila anni fa s'interrogava con la stessa nostra dolente ostinazione.
Buongiorno, care Piume! Oggi voglio parlarvi di un romanzo che tratta un genere che adoro, ma di cui non leggo molto, purtroppo.
Sto parlando di mitologia. E nel caso specifico parliamo di Gilgamesh, eroe mitico della tradizione babilonese.
In questo romanzo di Paola Capriolo, viene esplorata la sua storia, viene trascritta in una forma più scorrevole, diventando un lungo racconto fruibile per tutti.
Il libro è molto scorrevole e le circa duecento pagine di cui è composto si leggono veramente in fretta.
Devo dire di aver particolarmente apprezzato lo stile dell’autrice: il racconto ha un che di onirico, quasi ci trovassimo in un sogno.
È come se tutto fosse sospeso, sfumato: è ciò che adoro dei racconti mitologici. La sensazione che il racconto sia qualcosa di lontano da noi, su un diverso piano.
È ciò che rende i racconti mitici.
L’autrice è bravissima a creare questo clima misterioso e magico, semplicemente narrando gli eventi.
Sono rimasta davvero sorpresa, tanto da aver voglia di recuperare altri lavori dell’autrice, sperando di ritrovare le medesime sensazioni.
Devo essere sincera, nonostante conoscessi Gilgamesh, non conoscevo nei dettagli la sua storia ed è stata una scoperta piacevole.
Se anche voi siete appassionati al mito, a questo in particolare o in generale a tutta la mitologia, ve lo consiglio, perché la narrazione tiene testa alla storia.
Anzi, la esalta, le rende giustizia, dà al mito il giusto pathos.
Piccola noticina: per chi è appassionato a temi LGBT, devo ammettere che nel romanzo ho riscontrato del sottotesto omoerotico.
Forse sono io, ma in genere non è una cosa così strana nella mitologia.
Sarei curiosa di saperne di più, quindi se tra voi c’è qualche esperto, che possa suggerirmi altro da leggere, fatevi avanti.
Scrivetemi i vostri suggerimenti nei commenti e fatemi anche sapere se conoscete questo libro, se lo avete letto e cosa ne avete pensato.
Alla prossima recensione.
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