Ciclo delle Fondazioni – Prima Fondazione di Isaac Asimov



L'impero galattico esercita da secoli il suo potere su tutti i pianeti conosciuti, ma ora sta scomparendo: lascerà il posto a 30.000 anni di ignoranza e violenza. Hari Seldon, creatore della rivoluzionaria scienza della "psicostoria", sa quale triste futuro aspetta l'umanità. E per preservare la civiltà, riunisce i migliori scienziati e studiosi su Terminus, un piccolo pianeta ai margini della galassia.


Saga di Fantascienza che va, saga di Fantascienza che viene.
Orfana del Ciclo di Dune di Frank P. Herbert (trovate qui tutte le recensioni) ho deciso di iniziare il Ciclo delle Fondazioni di Asimov.
Nonostante spesso sia venduto insieme, ho deciso di recensirvi romanzo per romanzo, perché mi aiuta in primis a focalizzare la storia e perché, in qualche modo, mi sembra tutto più ordinato. Il link di acquisto che trovate in alto si riferisce, però, alla versione che include i primi tre romanzi.
Partiamo dal presupposto che io praticamente non conoscevo la scrittura di Asimov (ho letto un solo suo romanzo) e che probabilmente sono l’ultima sulla terra ancora ignorante. Sta di fatto che mi sono innamorata tantissimo del suo stile, del suo modo di scrivere.
Senza contare che, da storica, il concetto di psicostoria mi intriga e mi incuriosisce tantissimo.
Il romanzo ha una struttura particolare: non ha un vero e proprio protagonista, quanto tanti protagonisti che si susseguono l’un l’altro man mano che passano gli anni.
Infatti, abbiamo diversi salti temporali che ci mostrano gli eventi salienti della Formazione, e ad ogni salto corrisponde un protagonista diverso.
Eppure, tutto è strettamente legato, lineare e preciso; all’inizio temevo che tutti questi salti portassero confusione, invece non ne ho avuta per niente.
Ciò che mi è piaciuto davvero tanto di questo romanzo è che, oltre ad appartenere al genere fantascientifico, ovviamente, sembra una vera e propria cronaca storica.
Ovviamente mantiene la sua struttura di romanzo, in quanto i personaggi dialogano, interagiscono, si muovono all’interno delle varie scene, eppure la narrazione ha un non so che che mi ricorda i manuali di storia.
Anzi, ad essere precisa, mi ricorda le novellizzazioni di eventi storici realmente accaduti, ed è una cosa straordinaria se pensiamo al fatto che invece derivi tutto dalla fantasia dell’autore.
Insomma, questo primo romanzo è stato davvero magnifico e fuori scala (ovviamente il voto sarà cinque piume, perché è il massimo che possiamo dare).

Ora corro a leggere il secondo volume, mentre a voi do appuntamento alle prossime recensioni.


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