Spider-Man: Far From Home (Film 2019)




Spider-Man: Far From Home, il film diretto da Jon Watts. Tom Holland torna nei panni di Peter Parker/Spider-Man, il nostro 'amichevole Supereroe di quartiere', il quale, dopo gli eventi di Avengers: Endgame, deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima.
Il film espande l'universo cinematografico di Spider-Man, portando Peter Parker fuori dal suo ambiente familiare e dalla sua casa nel Queens, a New York, e catapultandolo attraverso l'Europa, da Londra a Berlino e Venezia, in occasione di quella che dovrebbe essere una vacanza scolastica, con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo, ma che diventerà la sua più grande sfida nonché la più epica avventura di sempre.
Ma Spider-Man non può essere un normale adolescente: ha delle responsabilità verso il mondo, specialmente adesso, e così, i propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali, ognuna delle quali rappresenta uno dei quattro elementi, Terra, Aria, Acqua e Fuoco, che stanno creando scompiglio in tutto il continente.




Inizialmente non capivo l'idea della Marvel di chiudere la fase 3 del MCU con un film di Spider-Man: in fondo, Endgame rappresentava la conclusione perfetta di un'epoca. Adesso che l'ho visto mi sento di dire questo: se si considerassero tutti e ventitré i film del ciclo come un unica storia, Far From Home è la scena dopo i titoli di coda. Rappresenta insieme il tirare le somme di questi undici anni di lavoro e il gettare le basi per quelli a venire, il cercare di creare una nuova mitologia dopo l'addio al Golden Trio degli Avengers originali. E lo fa in maniera assolutamente esemplare.

Come film, si può dire che viva di due anime distinte: da una parte c'è il teen movie, la commedia romantica adolescenziale, quella di Peter che cerca di dichiararsi alla ragazza che gli piace (e combinando disastri a catena, in perfetto stile Parker), mentre dall'altra c'è il film di supereroi fatto di mostri assurdi e alleati (e nemici) improbabili. Se vogliamo è la metafora della vita di Spider-Man, a metà tra la voglia di spensieratezza da adolescente e le responsabilità da supereroe, che qui vengono enfatizzate dal fatto che Peter sente di dover essere il successore di Iron Man, con tutto ciò che ne consegue.
In tutto questo non stupisce la ricerca del ragazzo di qualcuno che possa essere un nuovo mentore, ed è qui che il Mysterio di Jake Gyllenhaal entra in gioco: per Peter si dimostra un alleato e confidente estremamente prezioso, quasi un sostituto di Tony. Ma i fan del fumetto già immaginavano che, considerato il background del personaggio, molto probabilmente in realtà si sarebbe dimostrato un villain e così infatti è stato. Anzi, personalmente ho trovato il piano malvagio (che viene spiegato al pubblico in una sequenza abbastanza scenografica, tra l'altro) estremamente efficace e purtroppo anche estremamente realistico: l'idea di creare un pericolo inesistente per poi recitare la parte dell'eroe ricompare periodicamente nelle menti di chi governa, ogni volta con risultati catastrofici.

Niente da dire neanche sul fronte visivo: alla Marvel ormai sanno come lavorare sugli effetti speciali, e questo film presenta alcune delle scene più belle del MCU. La sequenza della battaglia finale è tra le più coinvolgenti che si siano viste nell'ultimo periodo (complice anche un richiamo ad Endgame che credo abbia quasi fatto venire giù il cinema dalle urla), ma in realtà la mia preferita è un'altra: quella di Peter sul jet che crea il nuovo costume. In quel momento Happy (e lo spettatore, per riflesso) vede di nuovo Tony Stark che crea la prima armatura e capisce che, tutto sommato, Iron Man non se ne è davvero andato. Un momento quasi da lacrime, da applausi.
Da videogiocatore incallito poi sono stato davvero contento di trovare una variegata serie di riferimenti a quel Marvel's Spider-Man che l'anno scorso ha fatto incetta di premi su Playstation 4, dal costume con il ragno bianco presente nelle opzioni del costume ai selfie che il protagonista si fa dondolando in giro per Manhattan. Per me sono il segno che i tempi stanno cambiando, e che il medium finalmente può aprirsi a nuove strade finora poco battute. E questa è davvero un'ottima cosa.

Al netto quindi di qualche inevitabile sbavatura, l'ultima fatica dei Marvel Studios è un film imperdibile per qualunque appassionato: chiude il cerchio iniziato nel 2008 con il primo Iron Man e ci prepara per altri (speriamo tanti) anni di grandi, grandissime storie.


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