Toy Story 4 (Film 2019)






Toy Story 4, il film d'animazione Disney Pixar diretto da Josh Cooley, vede Woody e Buzz alle prese con un viaggio in compagnia di vecchi amici, inaspettati ritorni e nuovi arrivi come Forky, una forchetta trasformata in un riluttante giocattolo. Woody ha sempre saputo quale fosse il suo posto nel mondo e la sua priorità è sempre stata prendersi cura del suo bambino, che si trattasse di Andy o di Bonnie.

Quando Forky, il nuovo progetto scolastico di Bonnie trasformato in un giocattolo, si autodefinisce "spazzatura" e non giocattolo, Woody decide di mostrargli gli aspetti positivi di questa nuova vita. Ma quando Bonnie porta con sé tutta la banda di giocattoli in un viaggio con la sua famiglia, Woody fa un'inaspettata deviazione, che lo porta a ritrovare la sua amica scomparsa da tempo, Bo Beep.
Dopo aver trascorso anni per conto proprio, lo spirito avventuroso di Bo e la vita "on the road" hanno rovinato la sua porcellana.
Woody e Bo scopriranno che le loro rispettive vite come giocattoli sono ormai agli antipodi, ma presto si renderanno conto che questo è l'ultimo dei loro problemi.


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La domanda che mi sono fatto quando ho sentito parlare per la prima volta della possibilità di un quarto capitolo della saga è stata: "È davvero necessario?"
Pochi film riescono a raggiungere un finale al livello di perfezione di Toy Story 3, e riaprire una storia chiusa in maniera così toccante e delicata può essere davvero un rischio. Per fortuna stiamo parlando della Pixar, e al netto di uno sviluppo molto travagliato sono riusciti a confezionare un quarto capitolo ben riuscito, anche se non completamente all'altezza dei precedenti.



La parte del leone la fanno i nuovi personaggi; Forky è stata forse l'idea più riuscita dell'intera produzione, sia come simpatia del personaggio che per le implicazioni che si porta dietro: in pratica, qualsiasi cosa venga considerata un giocattolo prende vita e risponde alle regole dei giocattoli? Già solo questa domanda basta a scatenare una sfilza di ipotesi e teorie, che forse è meglio che non vengano esplorate...
Benino anche le altre new entry: Duke Kaboom è un concentrato di simpatia e stereotipi canadesi (peccato che da noi manchi il doppiaggio di Keanu Reeves); Ducky e Bunny li ho trovati abbastanza piacevoli, anche se a lungo andare risultano un gimmick un po' fastidioso. Il villain di Gabby Gabby e dei suoi pupazzi da ventriloquo è un meraviglioso omaggio al cinema horror vecchio stile, ma non regge il confronto con quelli dei film precedenti (Lotso di Toy Story 3 per esempio era un cattivo che davvero si faceva odiare).

Dal momento che stiamo parlando della Disney degli ultimi anni, non poteva ovviamente mancare un elemento femminile di tutto rispetto, e devo dire che fortunatamente sono riusciti a non cadere nella "Sindrome di Puffetta" (ovvero quella situazione in cui viene rappresentato l'intero genere femminile con un solo personaggio). La protagonista assoluta è ovviamente Bo Beep: la sequenza iniziale del film con lei protagonista è tra le più belle della pellicola (e ci mostra, per la prima volta in assoluto in più di vent'anni di franchise, il padre di Andy). L'evoluzione che il personaggio mostra rispetto ai film precedenti è un po' il leitmotiv dell'intera storia, soprattutto in contrapposizione a Woody (che in fondo si capisce non ha mai superato la separazione da Andy). Jessie viene un po' relegata in secondo piano, come Mrs. Potato e Trixie, ma riesce comunque a ritagliarsi uno spazio per brillare. La mia preferita resta però Giggle McDimples, l'amica poliziotta di Bo: un concentrato di simpatia in formato minuscolo.


Come sempre i film Pixar si prestano a molteplici chiavi di lettura, e non è difficile vedere nella storia di Woody la metafora della fine di una relazione: in fondo, quello con Andy per lui è stato un rapporto unico, e tentare di instaurare la stessa cosa con Bonnie (o con qualsiasi altro bambino) sarebbe stato difficile se non impossibile. La scena finale è stata strappalacrime, lo devo ammettere, ma non mi ha colto particolarmente di sorpresa.

A questo punto spero sinceramente che, nonostante la buona qualità del prodotto finale, la Pixar decida di tornare ai fasti di un tempo e di farci sognare di nuovo come nel 1995, quando abbiamo sentito per la prima volta la leggendaria "Verso l'Infinito e Oltre!!"





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