Nel giorno di San Valentino del 1989, Vina Apsara, cantante rock dalla voce irresistibile, scompare in Messico durante un terremoto. A partire da questo evento Salman Rushdie torna indietro di qualche decennio per ripercorrere la storia di Vina e Ormus Cama, lo straordinario musicista che più volte l'ha perduta e ritrovata. La loro è la storia di un amore che li insegue per tutta la vita, e anche dopo. A raccontarcela è Rai Merchant, un fotografo, amico d'infanzia di Ormus e per qualche tempo amante di Vina. Percorso da innumerevoli storie e personaggi, il suo racconto ci trasporta da Bombay a Londra e a Manhattan, mentre la sua voce si carica di rabbia e di saggezza, d'ironia e d'amore in questa straordinaria rilettura del mito eterno di Orfeo ed Euridice.
È una vita che ho messo in lista libri di questo autore, così mi sono finalmente decisa ad andare in biblioteca e iniziare dal primo che avrei trovato disponibile.
Così, mi sono cimentata nella lettura de La terra sotto i suoi piedi.
Questo libro mi ha colpita in molti modi, ed è un po’ difficile per me mettere per iscritto tutte le sensazioni provate.
Cercherò di farlo, spero di riuscirci.
Innanzitutto ciò che mi ha colpito particolarmente di questo romanzo è che ci troviamo in una sorta di mondo parallelo al nostro: in molte cose è così simile che si fa quasi fatica a notarlo, mentre in altre è del tutto evidente.
Questa scelta, unita ad una trama che sarebbe plausibile in entrambi i mondi, mi ha incuriosita tantissimo, spingendomi a chiedermi il perché di questa decisione.
Questo ha reso la lettura un po’ surreale, quasi come se fossimo dentro ad un sogno che non sembra un sogno.
È così realistico che, mentre si legge ci si convince che quella sia la realtà, che ci troviamo nel mondo reale.
Solo una volta finito di leggere, ci si rende conto che quel mondo non esiste, che è simile al nostro, ma non uguale.
Anche solo per questo, è un romanzo che consiglio vivamente.
Ma non c’è soltanto questo: i personaggi sono tutti straordinari e straordinariamente veri.
Nonostante il romanzo sia in prima persona, riesce a trasmettere le emozioni di tutti i personaggi in un modo limpido, trasparente, tanto che il lettore si sente coinvolto a 360 gradi da chi sta svolgendo l’azione, creando una sorta di dipendenza emotiva.
Era da tanto che non mi capitava di sentirmi così legata a dei personaggi fittizi, a sentire ciò che sentono loro, a viverli sulla mia pelle.
Insomma, se volete sentirvi coinvolti da una storia, è il romanzo che fa per voi.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, qualora l’aveste già letto. Anche voi avete provato quel che ho provato io?
Lasciatemi un commento qui sotto con la vostra opinione, perché davvero sono troppo curiosa.
Alla prossima recensione.
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