Oltre l’inverno di Isabel Allende



Brooklyn, ai giorni nostri. Durante una tempesta di neve, Richard Bowmaster, professore universitario spigoloso e riservato, tampona la macchina di Evelyn Ortega, una giovane donna emigrata illegalmente dal Guatemala. Quello che sembra solo un banale incidente prende tutt'altra piega quando Evelyn si presenta a casa del professore per chiedere aiuto. Smarrito, Richard si rivolge alla vicina, che conosce a malapena, Lucia Maraz, una matura donna cilena con una vita complicata alle spalle. Lucia, Evelyn e Richard, tre persone molto diverse tra loro, si ritrovano coinvolte in un thriller dalle conseguenze imprevedibili. Tre destini che Isabel Allende incrocia per dare vita a un romanzo molto attuale sull'emigrazione e l'identità americana, le seconde opportunità e la speranza che, oltre l'inverno, ci aspetti sempre un'invincibile estate.


Buongiorno, mondo piumoso. Oggi vi parlo di un’autrice che mi piace tantissimo. Questo è l’ultimo romanzo che ha scritto, pubblicato nel 2017.
Sto parlando di Oltre l’inverno di Isabel Allende.
Mi sono innamorata della Allende con Il quaderno di Maya, e da lì sto cercando di recuperare qualunque cosa lei abbia scritto.
Oltre l’inverno mi è piaciuto tantissimo. È un romanzo intimo, introspettivo, che racconta la storia di tre personaggi che per una serie di vicissitudini si trovano costretti a collaborare, a scappare, a… non vi svelo di più, perché non voglio rovinarvi al sorpresa.
Ma più che la trama in sé, mi ha colpito molto il percorso interiore di ciascun personaggio, di cui ci viene presentata la vita e le vicissitudini.
È un percorso che il lettore compie con il personaggio, imparando a conoscerlo nel profondo, a sentirsi un po’ come lui.
La Allende è molto brava ed è dotata di una grande empatia che le permette di rendere reali le persone di cui parla, nonostante siano personaggi inventati.
Lucia, Richard ed Evelyn hanno tutti storie tragiche alle proprie spalle, che hanno contribuito a renderli le persone che conosciamo ad inizio libro. L’autrice si muove a ritroso, raccontando pezzi sparsi delle loro storie, quasi stesse costruendo un puzzle. Solo alla fine si avrà il quadro completo, si capirà il perché di determinati atteggiamenti dei personaggi.
Ma, allo stesso tempo, nel presente i personaggi evolvono, mutano, crescono. Così non solo il lettore avrà una visione del loro passato, ma anche del loro futuro, di ciò che diventeranno una volta finita questa parte della loro storia.
Ed è proprio questo ciò che mi è piaciuto più di tutto, che mi ha fatta emozionare di questo libro.
L’empatia dell’autrice viene trasmessa anche al lettore, che si sente immediatamente coinvolto.
Insomma, ve lo consiglio, anche se forse, visto che è ambientato in pieno inverno (come si evince dal titolo) non è forse il periodo migliore.
Tuttavia, se amate i romanzi della Allende, o in generale preferite un genere più introspettivo, non lasciatevelo scappare.
Se invece l’avete già letto, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate con un messaggio qui sotto.

Alla prossima recensione.


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