L'assassinio del commendatore (libro primo) di Haruki Murakami



Un pittore che sa intuire i segreti dietro i volti delle persone che ritrae. Un quadro inquietante di un grande maestro ritrovato dopo decenni in un sottotetto. Una casa nel bosco circondata da strani vicini. E una campanella che inizia a suonare tra gli alberi nel cuore della notte... Dopo 1Q84, Murakami Haruki è tornato per ricordarci che, per quanto i tempi possano sembrare oscuri, sarà la forza delle nostre fragilità a salvarci.

Come può una frase tanto semplice quale: "Un libro che è più lungo di Kafka sulla spiaggia ma più corto di 1Q84" creare tanta hype per un libro? Eppure Murakami ci è riuscito; queste erano le uniche informazioni trapelate sul suo nuovo romanzo di cui sono state stampate un milione e trecentomila copie. Dopo quattro anni di silenzio, Murakami Haruki torna con un romanzo capace di unire sogno e realtà in un unico piano, andando a creare una storia che alterna ambientazioni fiabesche e surreali alla tensione e al mistero del noir.
Il protagonista, di cui non conosciamo il nome, è un pittore che per guadagnarsi da vivere ha accantonato lo stile di pittura da lui prediletto (la pittura astratta) per dedicarsi ai ritratti su commissione: sembra infatti che il suo talento sia quello di riuscire a catturare la vera anima dei suoi soggetti riuscendo a riprodurla sulla tela. 
il protagonista deciderà, dopo la richiesta di divorzio della moglie, di fuggire da quella che era la sua realtà, intraprendendo un percorso introspettivo alla ricerca di risposte che lo portino a maturare una maggiore conoscenza di se stesso. Andrà a vivere in una casa sperduta tra le colline che una volta apparteneva ad un famoso pittore e di cui troverà un quadro misterioso nel sottotetto, il cui nome è "L'assassinio del commendatore"; un quadro particolare per la scelta del soggetto e per lo stile utilizzato, che rappresenta una rivoluzione in campo pittorico e un mistero insoluto nella vita del grande artista, ormai costretto a letto e con pochissima coscienza della realtà che lo circonda. Questo non è l'unico avvenimento singolare che accadrà nel corso del libro; faremo la conoscenza di un altro personaggio molto particolare, Menshiki, un omaggio al grande Francis Scott Fitzgerald e al suo Jay Gatsby, di cui vediamo tanto nel personaggio di Murakami: l'eleganza, il portamento, il mistero e le sue vulnerabilità che verranno a galla procedendo con la lettura, portandolo ad avere un'importanza sempre più rilevante all'interno della narrazione.

Per quanto sia il primo libro che leggo dell'autore, ho ritrovato in questo tutti gli elementi che caratterizzano i suoi romanzi: l'unione di realtà e mondo onirico, creando una dimensione parallela in cui mi sono liberamente lasciata cadere come fossi Alice che cade nella tana del Bianconiglio; la tensione che, sempre presente, mi ha portata a dubitare più volte di alcuni personaggi; le scene di sesso tanto esplicite quanto eleganti, sono la più completa liberazione di ogni istinto, addolcite da quei piccoli gesti rappresentativi che ti fanno credere di sapere davvero ciò che piace all'altra persona: la conoscenza più profonda dell'altro che non di se stessi.
Murakami è riuscito a creare una storia che mi ha incuriosita in ogni più piccolo enigma che proponeva, da quello più personale, al mistero cardine del romanzo che tiene uniti tutti i personaggi: così ben descritti da lasciarti credere di poterli toccare con mano per poi renderti conto che la loro ignoranza nel capire se stessi li rende immateriali come delle nuvole.



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