Quel Che Dicono Tutti – Martin Wilson (Anteprima)


Trama:
Il popolare e atletico James sembra avere la vita perfetta, ma l’unica cosa che il ragazzo vuole davvero è ricevere la sua lettera di ammissione al college, così da poter lasciare l’Alabama una volta per tutte. In una città in cui è impossibile mantenere i segreti, tutti sembrano essere al corrente di quello che suo fratello Alex ha fatto durante la festa per l’inizio del nuovo anno scolastico, anche se nessuno sa spiegarsi il perché del suo gesto. 
Allontanato dai suoi amici e con un fratello costantemente impegnato e distante, Alex è pronto ad affrontare il nuovo anno da solo. Ma Henry, il bambino che vive alla porta accanto, continua a presentarsi a casa sua in cerca di compagnia. E, quando Alex decide di darsi alla corsa campestre, nella sua vita entra anche Nate, un amico di James, che saprà rivelarsi più di un semplice compagno di squadra.




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Alcuni giorni fa, visto che sono un po’ distratta ultimamente, ho scritto all'ufficio stampa della Triskell chiedendogli se avevano inviato il libro che vi sto recensendo; celeri, mi hanno risposto lunedì mattina affermando che ancora non era stato inviato e sarebbe arrivato in giornata. E come avevano affermato il libro è arrivato in giornata. Stranamente, non so grazie a quali congiunzioni astrali, è capitato che nel momento in cui è arrivato io non avessi nulla da leggere; o meglio da leggere di cose ne ho, ma in quel momento non avevo ancora iniziato nulla e così eccomi con una nuova anteprima che mi ha letteralmente rapito.
Quel che dicono tutti nel lontano 2008 fu l’opera di esordio di Martin Wilson, un romanzo di formazione a tematica LGBT, ma che tocca tantissimi argomenti, dalla depressione, passando per il bullismo a scuola al rapporto tra fratelli.
Quando ho iniziato il romanzo non sapevo esattamente cosa aspettarmi; sinceramente non ci ho pensato nemmeno troppo, ma perché la trama mi aveva incuriosito e sicuramente non era un romance, così la curiosità è cresciuta ulteriormente.
E così è iniziata la lettura; impostato a pov alternati in prima persona, ecco che conosciamo Alex e Jason, due fratelli simili in alcuni aspetti, anche vicini di età, visto che a separarli c’è solo un anno di differenza. Tanto vicini di età che veramente potrebbero avere la stessa cerchia di amici, avere un legame solido, invece durante la loro vita qualcosa è cambiato.
Se da bambini erano molto vicini, crescendo man mano sembrano essersi allontanati senza un reale motivo.



Anche se la storia è strutturata a pov alternati, sono convinta che il protagonista indiscusso del romanzo sia Alex. Non che James sia secondario, ma tutti i suoi pensieri, il suo pov e le sue azioni oltre che trovarle estremamente egoistiche, cercano in ogni modo di evidenziare quello che ha fatto suo fratello e giustificare il motivo per il quale lui non si è accorto di nulla, del malessere dell’altro, del suo dolore, di quella depressione che man mano si è fatta strada in lui. James è arrabbiato con Alex, eppure ho come l’impressione che sia anche arrabbiato con se stesso, anche se ci mette veramente troppo per comprenderlo.
Crede che il gesto e il comportamento di suo fratello si ripercuotono su di lui e il suo unico pensiero in quel momento è la lettera di ammissione all’università che lo porterà lontano dall’Alabama e da quella cittadina dove tutti sanno i fatti di tutti e i segreti sembrano non esistere.
Ecco, mentre il pov di James per gran parte del romanzo sia una sorta di giustificazione al suo comportamento, al suo non essere stato presente per suo fratello, al suo pensare di avere ragione nell’essere arrabbiato con lui, al contrario è il pov di Alex che a parer mio trascina la storia, sin dalle prime battute.
Alex è un adolescente, proprio come suo fratello, ma, al contrario di James, forse molto più sensibile di altri. Per lungo tempo si è adattato al mondo, ai suoi amici, ma arrivato a un certo punto si è accorto di non avere nulla in comune con loro. I discorsi, le battute, il comportamento, man mano li sentiva più distanti, tanto che, forse inconsapevolmente, forse perché hanno avvertito in Alex l’allontanamento, quelli che reputava amici hanno iniziato a prenderlo in giro, forse a ignorarlo di tanto in tanto, ma nemmeno loro si sono accorti del malessere dell’altro, non lo hanno preso sul serio.
La depressione si è impadronita di lui, portandolo poi a fare un gesto avventato, pericoloso, doloroso per chi sarebbe rimasto. Un gesto che, per chi conosce il ragazzo, non ha senso. Eppure quel gesto che non pone fine alla vita di Alex, in un certo modo la fa finire e iniziare di nuovo. Finire, perché il suo tentato suicidio invece di toccare l’animo dei suoi amici, delle persone, invece di raggiungere la parte sensibile delle persone, tocca quella maligna, spingendo i suoi coetanei a sparlare di lui, ad allontanarlo. Nessuno lo è andato a trovare in ospedale, nessuno lo ha chiamato durante la convalescenza, come se Alex avesse commesso un terribile atto, fosse pericoloso e matto. E così diventa invisibile per tutti, anche per quelli che erano i suoi migliori amici e in seguito un bersaglio per le prese in giro.
Eppure tutto questo apparentemente sembra non toccarlo; la solitudine fa male, anche l’essere ignorato e soprattutto quegli sguardi, quelle risatine dietro le spalle che non comprende. A essere sincera non le capisco nemmeno io, un amico dovrebbe preoccuparsi se stai male, anche se non se ne è accorto dovrebbe starti vicino dopo, non abbandonarti, prenderti di mira, insultarti. Eppure Alex va avanti. Inizialmente sembra lo faccia solo per forza di inerzia, eppure ci sono degli eventi che lo spingono a rinascere. Il primo è l’arrivo davanti casa loro di Henry, un ragazzino di dieci anni, solitario e in cerca di compagnia che sembra ignorare il suo desiderio di stare da solo e poi la corsa; riprendendo a correre allaccia un’amicizia con Nate, il migliore amico di suo fratello. I due man mano si avvicinano e Nate riesce a far aprire Alex, cosa che in pochi sono riusciti a fare fino a quel momento.



Dunque, il romanzo che ho letto è veramente molto particolare. Perché particolare? Perché la storia, pur affrontando argomenti delicati quali il bullismo, la depressione, l’omosessualità in quella che è una piccola cittadina dove tutti sanno tutto degli altri, ruota soprattutto attorno al rapporto tra due fratelli e alla crescita. Nel complesso, leggendolo, soprattutto all’inizio è strutturato come molti libri per ragazzi, con un susseguirsi quasi imbarazzante di cliché, tanto che dopo tre capitoli ero pronta a chiuderlo, poi però mi sono detta: lo stile, anche se in prima persona, lo apprezzo molto, la storia non è male e alla fine sono andata avanti e non me ne sono pentita. Quelli che sono una serie di avvenimenti cliché sono stati trattati in maniera egregia, approfondita e resi particolari, ma non solo. Il libro è pieno di introspezione, arriva al lettore come un fiume in piena. Si avvertono i sentimenti e il dolore di Alex, la rabbia, il distacco di suoi fratello che non comprende a pieno il gesto che ha fatto.
Un’idea che mi è piaciuta di questo libro, oltre all'approfondimento dei cliché (si è partiti con quelli per poi creare una storia attorno a loro), è la presenza e il ruolo del piccolo Henry.
Henry è un bambino di dieci anni, dallo sguardo e l’atteggiamento sin troppo adulto. Un bambino solo, che comprende molto meglio degli altri quel che gli accade intorno. Per affrontare quella solitudine si attacca ad Alex, diventa suo amico e la sua presenza, nonché la sua storia, è il punto di aggancio che fa avvicinare di nuovo i due fratelli.
Per lui, per le stranezze che ruotano attorno alla madre, una sorta di mistero che incuriosisce i due ragazzi e man mano li fa riavvicinare, parlare, facendo crollare quelle barriere che con il tempo, improvvisamente si erano alzate tra di loro.


Ho apprezzato tantissimo di questo romanzo l’evoluzione che c’è tra i due fratelli, la descrizione del loro rapporto, ma anche i ricordi di quanto erano più piccoli. L’affetto che li legava, poi qualcosa che sembra averli allontanati, come fossero due perfetti sconosciuti che vivevano nella stessa casa.
Con maestria l’autore ricrea molte problematiche, ma proprio questo rapporto tra i due, la sua totale assenza e in seguito il ricrearsi di un legame è una trama lunghissima che tiene il lettore incollato alle pagine del libro.
Perché anche se sembrano essersi allontanati, come se vivessero come due perfetti estranei, c’è qualcosa che li lega: sono fratelli, si vogliono bene, e il gesto di Alex ha fatto male anche a Jason, tanto da farlo infuriare, ma non solo. Con il percorso compiuto dal ragazzo e con l’amicizia che sta nascendo con Nathan, avverte anche la gelosia di non essere lui la persona con cui l’altro si è confidato.
Proprio la descrizione di questo rapporto è perfetta, il perfetto rapporto che ci può essere tra fratelli: magari per tutta l’infanzia e l’adolescenza sono come cane e gatto, ma nel momento in cui qualcuno prova a dare fastidio a uno dei due l’altro si inviperisce.
In alcuni casi mi ha fatto pensare a me e mio fratello da bambini e da adolescenti, anche se gli anni di differenza erano un po’ di più.



Per concludere, ho pienamente compreso come mai prima di tutto non sia nella collana rainbow, perché il libro è tutto tranne che un romance; come ho accennato a inizio sproloquio è un romanzo di formazione, ma anche qualcosa di più profondo, la descrizione e l’evoluzione, un punto di svolta di tanti personaggi.
Alex deve riprendersi, tornare a vivere e ad affrontare il mondo e le persone.
Jason, come molti dei suoi amici, sta per lasciare le superiori, pronto per andare al college e lasciare la loro casa per affrontare il mondo.
C’è il rapporto tra Nate e Alex, segreto, dolcissimo, potrebbe essere amore, ma non si sa se sarà destinato a durare o a essere solo qualcosa di fugace che ha fatto rifiorire Alex. I due hanno percorsi differenti da affrontare dopo l’estate, tutta una vita davanti e chissà cosa accadrà. Amo questi finali aperti, questi momenti di dolcezza, con il tempo che sembra essersi fermato, ma ecco che l’autunno e il momento in cui tutto ricomincia è dietro l’angolo.
La seconda cosa che ho capito è il titolo del romanzo: “Quel che dicono tutti”. la cittadina dell’Alabama dove è ambientato il libro è un centro piccolo, un luogo come la nostra provincia dove tutti sanno tutto di tutti e i pettegolezzi volano. Ogni avvenimento, ogni azione viene riportata dalle bocche degli altri, in un lungo telefono senza fili, travisando parole, comportamenti e avvenimenti.
Persino a scuola, quando accade qualcosa a un ragazzo, ecco che tutti lo sanno, tutti hanno da dire la loro opinione, il motivo di un determinato comportamento ed ecco che il tentato suicidio di un ragazzo viene considerano una stramberia e lui uno svitato e non qualcuno bisognoso di aiuto. Ed ecco che un incidente in macchina viene trasformato in altro. Lo stesso vale per l’arrivo di una madre single con un bambino e un nuovo lavoro: tutto si trasforma in qualcosa di torbido, da tenere segreto, sconvolgente e non viene visto con obiettività per quello che realmente è, ovvero una cosa semplice, un malessere che ci si porta dietro a lungo, un incidente.


Mi sono veramente innamorata di questo romanzo, mi ha stupito dall’inizio alla fine e non ho idea di come possa essere in lingua originale, ma la traduttrice in questo caso ha fatto veramente un lavoro stupefacente, facendo arrivare sentimenti ed emozioni. Facendo precipitare il lettore oltre oceano, nell’assolata Alabama.

Cinque piume per lui e spero vivamente di leggere altri lavori di questo autore.



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