Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all'oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell'anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra.
Incantata dalla bellissima edizione illustrata, ho deciso, verso fine dicembre, di rileggere questo meraviglioso romanzo che ho amato fin dalla prima volta che è stato nelle mie mani.
Sto parlando de L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón, primo volume di une tetralogia.
L'Ombra del vento è un romanzo che ti cattura delle primissime pagine: nessun lettore può resistere a qualcosa di così evocativo come un Cimitero dei libri dimenticati. Personalmente, ho sempre sognato di poter visitare, in vita mia, un luogo simile. Un luogo dove tutti i libri che sembrano scomparsi trovano un rifugio, in attesa che qualcun altro li prende con sé.
Per questo è stato amore a prima vista, almeno per me.
Nonostante tutto, L'ombra del vento non ha solo un bell'inizio, perché tutto il romanzo è un grande mistero che ruota proprio attorno ad un libro.
Non c'è niente che io non abbia apprezzato in questa storia: il ritratto di Barcellona è magnifico. Sembra di essere lì, di poterla vivere assieme ai protagonisti. Io non ci sono mai stata, ma non ho avuto problemi ad immaginarmi le strade, le case e le piazze descritte da Zafón, ero lì tanto quanto lo erano i personaggi del romanzo.
Il contesto storico, poi, è perfetto. Copre tutto l'arco post Seconda Guerra Mondiale, sebbene la storia, quella contemporanea, non faccia che da sfondo alla vicenda dei protagonisti. È presente, ma mai invasiva. È utile ai fini della trama, ma non ne risucchia l'essenza. Tutto è ben bilanciato, perfetto per la creazione di una storia che ha incantato e continua a incantare milioni di lettori.
Con L'ombra del vento vi renderete conto che non è importante soltanto la risoluzione di un mistero, quanto il viaggio che i protagonisti compiono per poter arrivare alla conclusione. Perché tale viaggio è pieno di emozioni, e non ne avrete mai abbastanza.
Adoro Daniel, è un ottimo protagonista, ma devo menzionare per forza Fermín, il mio personaggio preferito. In lui si incarna tutto ciò che rappresentano le ingiustizie e quanto possono danneggiare una persona innocente.
So che questa recensione sembra un po' delirante: ho cercato di non fare spoiler perché, nonostante credo che ormai tutti abbiano letto questo capolavoro, non si può mai sapere. Sarebbe bello dare l'opportunità di scoprire per la prima volta questo romanzo a qualcuno che ancora non lo conosce.
Mi rivolgo invece a chi, come me, l'ha letto (e magari riletto). Che ne pensate? Anche voi lo amate come me oppure non siete d'accordo? Fatemi sapere la vostra opinione con un commentino qui sotto.
Alla prossima recensione.
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