Via col vento di Margareth Mitchell



Rossella O'Hara è la viziata e capricciosa ereditiera della grande piantagione di Tara, in Georgia. Ma l'illusione di una vita facile e agiata si infrangerà in brevissimo tempo, quando i venti della guerra civile cominceranno a spirare sul sud degli Stati Uniti, spazzando via in pochi anni la società schiavista. Il più grande e famoso romanzo popolare americano narra così, in un colossale e vivissimo affresco storico, le vicende di una donna impreparata ai sacrifici: la tragedia della guerra, la decimazione della sua famiglia, la necessità di dover farsi carico della piantagione di famiglia e di doversi adattare a una nuova società. E soprattutto la sua lunga, travagliata ricerca dell'amore e la storia impossibile con l'affascinante e spregiudicato Rhett Butler, avventuriero che lei comprenderà di amare solo troppo tardi...





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Buongiorno, cari lettori. Nella recensione di oggi vi porto con me in un viaggio che intendo fare in questo 2020. Ho infatti deciso di leggere un romanzo che fa parte della letteratura statunitense al mese: quello di Gennaio era proprio Via col vento.
Devo ammettere che l’ho iniziato prima di Capodanno, ma è stato il primo romanzo che ho letto nel 2020, per cui è rientrato in questa challenge personale.
Se siete interessati a scoprire quali sono gli altri romanzi che leggerò e recensirò su Piume Di Carta, scrivetemi un commento qui sotto o fate visita al mio profilo Instagram: Serena Lilyen.
Era da tempo che volevo leggere Via col vento, un po’ perché chi da piccola non ha visto il film con la propria madre o nonna, un po’ perché ero curiosa di capire se tutto il clamore attorno a Rossella O’Hara fosse giustificato anche nel romanzo.
Devo ammettere che, nonostante la mole, Via col vento è un romanzo che si legge senza fatica: ovviamente sarebbe impossibile farne una lettura veloce, perché i temi da esso sviscerati sono tanti, complessi e interessanti, per cui è sempre bene leggerlo con attenzione. Però, la scrittura è così coinvolgente da non essere risultata per niente stancante.
Rossella è una protagonista particolare: una donna sopra le righe, ma che al tempo stesso ha paura di cosa pensa la società di lei. È indubbiamente una donna forte, che nei momenti più difficili si fa carico di tutte le responsabilità, lavorando duramente e diventando un vero punto di riferimento.
Tuttavia è anche egoista ed egocentrica: in gran parte del romanzo ci rendiamo conto che per Rossella tutto ruota intorno a lei, intorno a ciò che potrebbe ottenere da qualcosa.
Il contesto storico in cui si svolge la vicenda è altrettanto importante: siamo nel pieno della Guerra di Secessione Americana, ed il tutto è raccontato dal punto di vista del Sud degli Stati Uniti. Non c’è dubbio che il romanzo sia un romanzo storico: i fatti realmente accaduti si mescolano agli eventi romanzati, ma non per questo vengono messi in secondo piano. L’autrice aveva svolto un lavoro sopraffino, nella ricerca storica per la scrittura del romanzo al fine di rendere tutto il più veritiero possibile.
In generale, in tutto il romanzo c’è un’idea di malinconia che permea la narrazione: malinconia per un mondo che sta cambiando, mentre i protagonisti non sono pronti a farlo.
Questo in qualche modo si ripercuote anche su un altro tema: quello della schiavitù. Non entrerò troppo nel merito, perché qui discutiamo più che altro del valore letterario dell’opera, e non di approfondimenti storici. Tuttavia trovo che sia uno spunto di riflessione sia gli schiavi che, una volta liberati, decidono di vivere la propria vita e sia quelli che invece rimangono accanto a coloro che fino al giorno prima erano i loro padroni, incapaci forse di immaginare una vita diversa da quella che avevano vissuto fino a quel giorno.
Insomma, Via col vento è un romanzo che fa riflettere, che porta il lettore ad interrogarsi su temi che non sono così immediati per un Historical Romance (come è stato definito).
Il mio consiglio? Leggetelo, perché oltre ad essere una lettura interessante, è un libro che difficilmente vi lascerà indifferenti.

Io vi do appuntamento alla prossima recensione, mentre ci vediamo a Febbraio per il prossimo romanzo della Challenge.


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