Questa è la storia di una coppia di trentenni, Enrico e Salvo, che
cercano di stare assieme nonostante le difficoltà e le incomprensioni
reciproche.
Il tutto in una calda notte estiva, sotto il cielo di Pescara.
Il tutto in una calda notte estiva, sotto il cielo di Pescara.
***
Buongiorno,
Piume. Ogni tanto torno pure io a recensire, nonostante rimanga sempre nell’ombra
il più delle volte. Il motivo che mi ha spinto a tornare è che è arrivato un
libro di un autore che adoro, che riesce a farmi leggere un intero libro in una
sera, senza staccare gli occhi dalle pagine. Parlo di Noi due, una sera, di
Edoardo B.
Il
romanzo è un classico slice of life che alterna fatti avvenuti nel presente con
alcuni avvenimenti del passato, che ci permettono di conoscere meglio i due
protagonisti, Enrico e Salvo. La coppia sta passando una profonda crisi,
causata principalmente dalla distanza che al momento li divide, che trasforma i
dubbi in incertezze e le incertezze in litigi.
L’autore
è stato in grado di presentarci tutta l’intera vicenda attraverso gli occhi di
Enrico, i suoi dubbi, le sue paure, il timore di perdere Salvo, che l’altro non
lo ami più.
E
tutto questo avviene in un’unica sera in giro per Pescara, dove succedono i
fatti più disparati che lo porteranno a capire che Salvo è l’uomo giusto per
lui, a chiarire con l’altro tutti i suoi dubbi, fino a scoprire perché Salvo,
qualche mese prima, ha deciso di trasferirsi a Torino, di allontanarsi da
Padova e da lui.
La cosa che mi ha stupita di più di questo romanzo è l'abilità dell'autore di spaziare tra i vari dialetti: già abituata alle citazioni in veneto, mi ha lasciata a bocca aperta nel vederlo inserire frasi in dialetto calabrese, cosa sicuramente non facile.
La cosa che mi ha stupita di più di questo romanzo è l'abilità dell'autore di spaziare tra i vari dialetti: già abituata alle citazioni in veneto, mi ha lasciata a bocca aperta nel vederlo inserire frasi in dialetto calabrese, cosa sicuramente non facile.
È stata
sicuramente una lettura piacevole, anche se si nota che il romanzo era nato
come una storia breve, diventata troppo lunga. Probabilmente, se l’autore
avesse avuto dall’inizio l’idea del romanzo l’avrebbe strutturato in maniera
diversa.
Non
per questo non merita di essere letto, anzi lo consiglio a chiunque ami gli
slice of life e le storie d’amore a lieto fine.
Vi ringrazio moltissimo per la bella recensione, puntuale e argomentata come le volte scorse!
RispondiEliminaE un grazie anche per l'appunto sul dialetto calabrese, che mi ha fatto penare non poco in fase di scrittura, da veneto quale sono. XD