Review Party: Rodion di Beatrice Simonetti



Trama:
Tula, 4 settembre 1946. Rodion è un bambino di nazionalità russa che sopravvive a stento nella dura realtà dei campi di isterilimento nazisti. La Germania ha vinto la seconda guerra mondiale e, insieme ai suoi alleati, ha creato un regime fanatico e totalitario in tutto il mondo. Tredici anni dopo, Edmund è l'altra faccia della medaglia: un giovane tedesco vittima della folle propaganda nazista che cela oscuri retroscena, mascherandoli con nobili ideali, ai quali il ragazzo crede con assoluta fedeltà. Il desiderio di difendere la patria si concretizza presto in una chiamata alle armi e lì la lotta di Edmund Heyder si tramuta gradualmente in un percorso di dubbi e incertezze sulla validità di un pensiero che uccide l'umanità. Famiglia, amicizia, rispetto di sé e del prossimo, patriottismo, dignità, orgoglio e amore gravitano attorno a lui e alla verità che un sovietico rimane pur sempre un essere umano. Un romanzo senza alternative, né sconti, dove la crudeltà dell'uomo arriva a uccidere persino se stessa, in un crescendo di azioni e rivoluzioni. Non c'è vincitore dove c'è guerra e non c'è anima se a schiacciarla è l'idea che un uomo valga più di un altro, in ogni caso.

Link acquisto: Rodion

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Salve, Piume; la recensione di oggi è per un Review Party. Il libro in questione è uscito nel dicembre di alcuni anni fa per la Delrai Edizioni, allora vi starete domandando come mai questo RP? Semplice, proprio oggi il libro, oltre che in formato digitale sugli store online, arriverà anche nelle librerie fisiche, pertanto per chi ancora non lo avesse letto, oppure anche chi lo ha amato in versione ebook e desidera la versione cartacea, lo potrà trovare o ordinare in libreria.
Insomma, penso che sia stata un’ottima idea decidere di organizzare questo evento, soprattutto perché ho avuto l’opportunità di leggere un libro nuovo, mi ha fatto scoprire un’autrice, ma soprattutto sono uscita dalla mia comfort zone: amo la fantascienza, leggo di tanto in tanto libri distopici, anche se è un genere che mi fa paura e la maggior parte delle volte mi fa arrabbiare. Arrabbiare sì, perché i bravi romanzieri riescono a fare questo, creando dei futuri distopici, che fanno salire i brividi nel lettore.
In questo caso più che di distopia siamo davanti a un romanzo ucronico, una sorta di libro con della fantapolitica, con delle storie alternative, con un "e se…?". In questo caso, come sarebbe il mondo se la Germania nazista avesse vinto la guerra? come si sarebbe evoluto? Ma soprattutto quello che ho apprezzato di questo libro è il punto di vista del romanzo, costruito più come un romanzo per ragazzi, uno young adult, dallo stile decisamente impeccabile, che mi ha attirato sia per la trama, ma soprattutto per la splendida cover.
Ma prima di entrare nel vivo della recensione, qui una mini lezione su cosa sono i romanzi ucronici.

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Wikipedia docet:

Il termine ucronìa deriva dal greco e significa letteralmente "nessun tempo" , per analogia con utopia che significa "nessun luogo". Indica la narrazione letteraria, grafica o cinematografica di quel che sarebbe potuto succedere se un preciso avvenimento storico fosse andato diversamente. Il termine è stato coniato dal filosofo francese Charles Renouvier in un saggio (Uchronie) apparso nel 1857. Gli anglofoni usano invece il termine più immediato alternate history (storia alternativa).L'ucronìa (anche detta storia alternativa, allostoria o fantastoria) è un genere di narrativa fantastica basata sulla premessa generale che la storia del mondo abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale.Per la sua natura, l'ucronia può essere assimilata al romanzo storico (specie per opere ambientate in un passato molto remoto) o alla fantascienza e si incrocia con la fantapolitica, mescolandosi all'utopia o alla distopia quando va a descrivere società ideali o, al contrario, indesiderabili.

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E ora, dopo la piccola lezione, eccomi qui a parlare di questo libro. Come ho accennato sono veramente un’amante della fantascienza, in ogni suo genere, eppure ci sono dei libri che faccio fatica a leggere, quelli che mi fanno arrabbiare, che faccio fatica a superare. Anche se sono romanzi ben scritti, delle volte mi fanno talmente tanto male che ci rimugino sopra per tanto tempo prima di decidermi a leggerli. Motivo per il quale I racconti dell’ancella è ancora in libreria, lo stesso vale per Vox: li apro, li sfoglio, ne leggo una parte e poi li richiudo perché non riesco ad andare avanti. Sono libri bellissimi, eppure allo stesso tempo libri dolorosi, crudi, difficili da accettare, perché per quanto storie di fantasia, descrivono come potrebbe diventare il mondo, la strada che stiamo prendendo.
Nel caso di Rodion, ci ho rimuginato sopra ugualmente quando ci hanno proposto questo Review Party: non sapevo cosa aspettarmi, o meglio sapevo in parte cosa aspettarmi e mi chiedevo come l’avrei presa. Dopotutto, come ogni libro che si rispetti, pur essendo un universo alternativo descrive anche una distopia, pertanto avevo paura. Paura che mi facesse male, che mi facesse arrabbiare, che passassi il pomeriggio a rimuginarci sopra.
Bene, così è stato.
Eppure, per quanto sia un libro forte, l’ho apprezzato tantissimo.
Beatrice Simonetti ha un stile fantastico che mi ha fatto innamorare; con le parole, con le sue descrizioni riesce a trascinare il lettore nel suo romanzo, in un altro tempo, ma non solo: fa arrivare le emozioni dei protagonisti del libro e non solo.
Ha creato un mondo alternativo, un luogo dove l’esaltazione del nazismo affiora a ogni pagina, in ogni pensiero dei personaggi, creando un senso di oppressione nel lettore, ma soprattutto facendogli porre tante domande.
Sarebbe stato realmente così se la guerra fosse andata in maniera differente? Ma soprattutto negli anni di guerra, il periodo in cui ebrei, partigiani, nemici dello stato venivano deportati, che aria si respirava nelle città d’Europa? Si avvertiva quel costante senso di paura, quell’aria tesa, impaurita delle persone che avevano paura di fare anche solo un minimo errore, dire una parola fuori posto? Poi, anche in quel periodo c’erano gli esaltati, coloro che inneggiavano e spargevano odio come chi li comandava?

La storia ha una trama intricata, eppure quello che colpisce, che incanta il lettore, oltre allo stile dell’autrice, sono i suoi personaggi, il modo in cui affrontano il mondo, come crescono e come man mano evolvono.
Quello che ho avuto l’opportunità di leggere è stato un romanzo interessante, complesso. Ma è stato anche un libro forte da affrontare. Credevo fosse una storia scritta per dei giovani adulti, per un target molto più giovane e invece mi sono ritrovata tra le mani una trama matura, come lo sono man mano diventati anche i personaggi del libro.
Consigliatissimo per gli amanti del genere.
Cinque piume.



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