Lettura di gruppo: Il guardiano degli innocenti (Saga di Geralt di Rivia) di Andrzej Sapkowski



Trama:
Geralt è uno strigo, un individuo più forte e resistente di qualsiasi essere umano, che si guadagna da vivere uccidendo quelle creature che sgomentano anche i più audaci: demoni, orchi, elfi malvagi... Strappato alla sua famiglia quand'era soltanto un bambino, Geralt è stato sottoposto a un durissimo addestramento, durante il quale gli sono state somministrate erbe e pozioni che lo hanno mutato profondamente. Non esiste guerriero capace di batterlo e le stesse persone che lo assoldano hanno paura di lui. Lo considerano un male necessario, un mercenario da pagare per i suoi servigi e di cui sbarazzarsi il più in fretta possibile. Anche Geralt, però, ha imparato a non fidarsi degli uomini: molti di loro nascondono decisioni spietate sotto la menzogna del bene comune o diffondono ignobili superstizioni per giustificare i loro misfatti. Spesso si rivelano peggiori dei mostri ai quali lui dà la caccia. Proprio come i cavalieri che adesso sono sulle sue tracce: hanno scoperto che Geralt è gravemente ferito e non vogliono perdere l'occasione di eliminarlo una volta per tutte. Per questo lui ha chiesto asilo a Nenneke, sacerdotessa del tempio della dea Melitele e guaritrice eccezionale, nonché l'unica persona che può aiutarlo a ritrovare Yennefer, la bellissima e misteriosa maga che gli ha rubato il cuore…




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Salve Piume, come state? Come procedono questi giorni?
Con le altre ragazze del blog stiamo portando avanti e postando tantissime recensioni, tante letture. Eppure, pur rimanendo a casa, avendo possibilità di fare molte cose, oltre a lavorare, sono indietro con le letture. Mi sono accorta che ho avuto bisogno di letture leggere, soprattutto durante le prime settimane di questo lockdown.
Con Serena abbiamo portato avanti la lettura di gruppo, io sono sempre un pochino in ritardo.
Oggi vi proponiamo una nuova recensione a quattro mani un po’ particolare: io vi darò un'infarinatura del libro, della sua storia e piccoli altri particolari riguardanti l’autore e la pubblicazione del libro, mentre Serena vi parlerà della struttura del romanzo, ma soprattutto a cosa si è ispirato l’autore nello scriverlo, perchè come ben sapete l’ispirazione arriva da molte cose, anche da storie conosciute, che poi possono venire rielaborate sotto punti di vista e ottiche differenti.
Ma questi sono argomenti di cui vi parlerà Serena, il mio compito oggi è molto più semplice.
Il guardiano degli Innocenti è il primo libro in ordine di cronologia dell’autore Andrzej Sapkowski, ma il secondo per quanto riguarda la pubblicazione. Il libro è uscito in lingua originale, il polacco, nel 1993, ma venne tradotto in italiano solamente nel 2010; l’autore, poi, non ha mai voluto che le sue opere venissero tradotte dall’inglese, ma direttamente dalla lingua originale in modo che non andassero perse alcune sfumature importanti dovute alla lingua e ai suoi modi di dire.
La saga di Geralt di Rivia penso che sia una delle più conosciute al mondo: ci sono tantissime trasposizioni, dai libri che ormai sono arrivati tutti in Italia, a un videogioco ispirato ai libri; credo che i giochi di The Witcher li conoscano più o meno tutti, li conoscevo e ne ero incuriosita persino io, ancor prima di avere un’idea dell’esistenza della saga. Popolarità di questi libri, già altissima in tutto il mondo, aumentata anche con l’uscita alla fine del 2019 della serie Netflix ispirata ad essi.
Ma dopo questa lunga presentazione passiamo al libro; come ho accennato, è il primo libro in ordine cronologico degli avvenimenti, anche se il secondo pubblicato. Un libro basato su sette racconti, tenuti in piedi da uno che ne fa da cornice narrativa, La voce della ragione, che poi si lega agli altri sei all’interno del libro.
Questo racconto principale ha anche il compito di introdurre gli altri racconti, in modo che il lettore abbia un’ampia visuale del mondo in cui si muove il protagonista di questa saga, ma soprattutto abbia un’idea di lui, di come è.
Geralt è un personaggio complesso, un personaggio che mi ha stupito dal momento in cui ho iniziato a leggere. Rispetto a molti altri protagonisti di fantasy, Geralt è un uomo che raramente si perde in amletici pensieri su quello che potrebbe o non potrebbe fare, su cosa è giusto o sbagliato; tutt’altro, lui vede il mondo, sa qual è il suo compito e la maggior parte delle volte deve solo portarlo a termine decidendo quale sia il male minore, proprio come dice uno dei titoli dei racconti. Eppure ha sempre un dilemma morale, dovuto in gran parte a come gli uomini normali, coloro che non sono dei cacciatori lo vedono: un cacciatore di mostri, un assassino di creature di cui la maggior parte delle volte si ha timore, e questo ha spinto il Witcher a muoversi e prendere le sue decisioni attraverso un suo codice morale.
Geralt, oltre a essere un cacciatore, uno Strigo, ormai non più uomo, ha subito trasformazioni permanenti che hanno lasciato segni indelebili sul suo corpo e nella sua anima; per quanto le avversità lo abbiano segnato e il mondo in cui si muove è cinico e brutale, anche se con difficoltà, pur essendo diverso dagli altri, rimane aggrappato con le unghie e con i denti alla sua umanità.
Pertanto Gerald è veramente un personaggio ben delineato, ben costruito, eppure ho come l’impressione che sia uno di quei personaggi che si odia o si ama, non ci sono vie di mezzo. Può piacere o non piacere, perché nel complesso non è l’eroe tipico di cui abbiamo sempre letto, tutt’altro, ma un personaggio dalle mille sfaccettature, e ho come l’impressione che in ogni libro si conosca qualcosa in più di lui.
Veramente una lettura interessante la mia, una lettura che mi ha conquistata.
Ora vi lascio alla parte veramente interessante della recensione, quella di cui si occupa Serena, e non ci sentiamo alla fine.


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Eccomi, cari lettori. Sono Serena e vi parlerò più nel dettaglio di alcuni elementi che mi hanno colpita de Il guardiano degli Innocenti. Potrebbero esserci lievi spoiler per quando riguarda la storia presente nel libro.
La prima cosa che ho notato è che l'autore usa fiabe tradizionali, come Biancaneve, in una chiave decisamente più dark e originale.
Ovviamente, le fiabe vengono completamente rivisitate, ma attraverso gli ingranaggi della storia è possibile riconoscerne le origini.
In uno dei primi racconti, il corrispettivo di Biancaneve è in realtà la cattiva (o una dei cattivi) della storia: ha subito sevizie inimmaginabili ed è passata al lato oscuro. I sette nani invece sono i suoi compari, che la servono e compiono atti crudeli con e per lei.
Le creature elencate nel romanzo ricordano antiche creature folkoristiche presenti nei bestiari medievali. Infatti, il mondo di Geralt è un mondo medievaleggiante. Al di là della magia, tutto il resto è molto verosimile, e questo ci fa pensare che l'autore si sia ispirato alle leggende del suo paese. Non sono esperta di leggende polacche, per cui non posso riconoscere tutti i collegamenti, anche se ovviamente non si parla soltanto di leggende polacche: in uno dei racconti che fanno parte di questo libro troviamo anche un Jinn, creatura appartenente alla tradizione araba, che si è poi evoluta nel famoso "genio della lampada".
Tuttavia, sono un'esperta di Medioevo, e riesco a vedere benissimo come l'autore si sia ispirato a questa epoca: un mondo composto da vari regni, tutti gestiti come feudi medievali, con i propri stendardi, i propri stemmi e il proprio esercito.
Anche l'ordine dei Witcher mi ricorda, anche se alla lontana, un tipico ordine monastico medievale: ripeto, questo collegamento è da prendere con le pinze, ma durante la lettura Geralt mi ha ricordato i monaci guerrieri, votati alla causa della difesa di Dio e della religione.
Ciò che mi è mancato durante la lettura è la presenza di una mappa: sebbene se ne trovino, più o meno dettagliate, l'autore tuttavia non ha mai voluto diffonderne una. Questo non è semplice, soprattutto quando c'è un world building così complicato, fatto di tanti regni con nomi diversi, di luoghi completamente nuovi, riferimenti a fiumi, laghi, monti etc.
Insomma, viaggiare nel mondo di The Witcher non è per niente facile, e una mappa sarebbe stata ottimale per comprendere la visione dell'autore, come lui stesso abbia deciso di gestire il suo mondo.
Direi che è il libro perfetto per gli amanti del fantasy classico, ma soprattutto per coloro che amano i romanzi dalle tinte medievali, che richiami le classiche dinamiche di quel periodo storico.
Lascio nuovamente la parola ad Erika per la chiusura di questa recensione e vi do appuntamento alla prossima.
Ricordate che questo mese stiamo leggendo La Luna e Sei Soldi; se volete leggerlo assieme a noi, trovate tutte le info sul nostro profilo Instagram, con le date delle varie tappe.


Ed eccoci alla fine; tirando le somme, sia io che Serena abbiamo apprezzato questo romanzo, per lo stile, la storia e quindi si merita quattro piume.

Alla prossima recensione delle nostre letture di gruppo.


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