Furore di John Steinbeck



Pietra miliare della letteratura americana, "Furore" è un romanzo pubblicato negli Stati Uniti nel 1939 e coraggiosamente proposto in Italia da Valentino Bompiani l'anno seguente. Il libro fu perseguitato dalla censura fascista e solo ora, dopo più di 70 anni, vede la luce la prima edizione integrale, nella nuova traduzione di Sergio Claudio Perroni. Una versione basata sul testo inglese della Centennial Edition dell'opera di Steinbeck, che restituisce finalmente ai lettori la forza e la modernità della scrittura del Premio Nobel per la Letteratura 1962. Nell'odissea della famiglia Joad sfrattata dalla sua casa e dalla sua terra, in penosa marcia verso la California, lungo la Route 66 come migliaia e migliaia di americani, rivive la trasformazione di un'intera nazione. L'impatto amaro con la terra promessa dove la manodopera è sfruttata e mal pagata, dove ciascuno porta con sé la propria miseria "come un marchio d'infamia". Al tempo stesso romanzo di viaggio e ritratto epico della lotta dell'uomo contro l'ingiustizia, "Furore" è forse il più americano dei classici americani, da leggere oggi in tutta la sua bellezza.




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Cari lettori, bentrovati. Come saprete ormai, indipendentemente dal blog, ho intrapreso una challenge personale di libri da leggere, tutti appartenenti alla Letteratura Statunitense.
Il romanzo del mese di Aprile era Furore di Steinbaek. Forse non è il romanzo giusto per questo periodo, perché mi ha lasciato addosso un'angoscia assurda.
Tuttavia, questo è certamente un grande capolavoro, la fotografia di un periodo storico molto buio degli Stati Uniti.
Devo ammettere che comunque è stato facile empatizzare con i protagonisti: per tutto il romanzo c'è un tentativo di migliorare la propria condizione da parte della famiglia dei protagonisti. 
Nonostante la desolazione e la depressione evidente, tentano sempre di migliorare un po' la loro condizione.
Nonostante la tragicità e lo sconforto per ciò che accade ai protagonisti, l'unione che c'è tra i membri della famiglia è uno dei fattori positivi, è ciò che in qualche modo permette loro di andare avanti, anche arrancando e con fatica.
Gli eventi si succedono uno dopo l'altro, senza che venga troppo accentuata la nota tragica. Infatti, il narratore è molto neutro e si limita ad esporre i fatti. La tragicità deriva degli eventi raccontati e non dal modo in cui lo si è fatto, ed è questa la genialità del romanzo.
Ve lo consiglio? Come dicevo, non è la miglior lettura per il periodo, anche perché andremo incontro a mesi duri dal punto di vista economico, e leggere un romanzo simile un po' mi ha intristito e preoccupato al tempo stesso.
Però, è indubbiamente un grande capolavoro, un tassello imperdibile per gli amanti della letteratura statunitense. 
Per cui ve lo consiglio con riserva: se riuscite a non farvi angosciare da una lettura, allora vi consiglio assolutamente di leggerlo. Soprattutto se siete appassionati di Storia Contemporanea.
Altrimenti, attendete un po' di tempo, in un momento meno ansioso della vita reale.
Per chi invece lo avesse già letto, mi farebbe piacere sapere cosa ne avete pensato. Lasciatemi un commento qui sotto con la vostra opinione.
Alla prossima recensione.



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