Trama:
Mascherata dietro l'assurda vita del protagonista, l'autore propone la biografia del pittore Paul Gauguin rivisitata dalla fantasia dello scrittore il quale la intreccia con la vita del protagonista (che è l'autore narrante). È il racconto della vita di un artista che si scopre tale; ha qualcosa di strano, di diverso che lo fa sentire al di fuori e al di sopra delle norme della vita sociale, familiare, lavorativa, in cui era fino ad allora inserito. È un qualcosa di viscerale, primitivo, eppure "spirituale" che cerca drammaticamente le forme della sua espressione. L'autore riesce a far cogliere tutto il fascino, a volte perverso, che emana dal demone dell'arte che pone chi ne è posseduto "al di là del bene e del male". Quindi non si tratta di una vera e propria biografia romanzata, ma di una interpretazione quasi trasfigurata della vita del pittore francese. Una vera e propria storia anche laddove il dato biografico è stato rielaborato con la fantasia.
Link acquisto: La luna e sei soldi
***
Buongiorno, cari lettori, qui è Serena Lilyen che parla. Oggi io ed Erika vi parliamo de La luna e sei soldi, libro che è stato protagonista del Gruppo di Lettura di Aprile.
Devo ammetterlo, non conoscevo questo romanzo se non di nome, quindi non avevo idea di cosa avrebbe parlato.
Erika l'ha scelto perché, oltre ad adorarlo, sicuramente sapeva che mi sarebbe piaciuto molto.
Ciò che più mi ha colpita di questa opera è la sensazione perenne di trovarsi come in un sogno: tutto ciò che viene raccontato sembra far parte di una dimensione onirica, piena di magia (non parlo letteralmente di avvenimenti magici, quanto di un'atmosfera molto particolare).
Tutto appartiene ad un altro luogo, ad un altro tempo, molto lontano da noi e dalla vita di tutti i giorni.
Credo che l'autore abbia cercato in tutti i modi di replicare la visione del pittore di cui ha romanzato la vita, e secondo me c'è riuscito in pieno.
Si nota subito che l'atmosfera è particolare: è letteralmente un viaggio in un'altra dimensione.
La lettura di questo romanzo è stata un'esperienza veramente interessante, che sono contenta di aver fatto.
Purtroppo, non essendo esperta di pittori e di storia dell'arte in generale, forse mi sono persa degli elementi fondamentali, magari anche molto interessanti, presenti nella narrazione.
Comunque, anche per i profani come me questo è un libro più che godibile, perché vi darà accesso ad un mondo molto diverso, vi farà letteralmente sognare.
Per questo lo consiglio caldamente a tutti.
Se volete continuare a leggere con noi, seguiteci sulla nostra pagina Facebook o sul gruppo correlato alla nostra rivista, dove posteremo gli aggiornamenti del Gruppo di Lettura.
Il libro che stiamo leggendo a Maggio è Annientamento di Jeff VanderMeer.
Vi saluto e vi do appuntamento alla prossima recensione.
***
Eccomi con la mia parte di recensione; come ha accennato Serelily, nemmeno io sono esperta di pittura: amo alcuni artisti per le sensazioni che mi fanno provare, per i sentimenti che suscitano in me, ma anche per gli stili e quello che mi attira a livello visivo, ma oltre questo non posso dare un parere tecnico, pertanto non ho idea se ci sia qualcosa di più approfondito riguardo alla pittura nel romanzo e se dovesse esserci me lo sono bello che perso.
Però non credo, non penso che ci siano descrizioni particolari sulla tecnica o altro, perché non penso fosse il desiderio dell’autore. Non voleva parlare di pittura, ma piuttosto raccontare a parole sue la vita romanzata di Gauguin, o meglio quella passione per l’arte e quanto proprio questa passione possa essere travolgente, sconvolgere l’animo umano portandolo ad abbandonare ogni cosa per affrontare l’ignoto, anche perché fare il pittore a quell’epoca non era propriamente una scelta di vita redditizia.
Strickland, il protagonista di questa storia, è un uomo particolare, uno di quei personaggi che non avrei trovato simpatico o mi sarebbe piaciuto in una lettura. Infatti, più portavo avanti la lettura più lo detestavo; è un personaggio particolare, come se in lui ci fossero due anime: quella anonima e grigia di un agente di cambio e quella dell'artista. La prima è quella di un uomo come tanti che esce ogni mattina per andare a lavoro, un uomo che rientra e vive nella grigia Londra, prendendo man mano il colore e la tristezza della città in cui vive, svolgendo il suo lavoro. Eppure, quest’uomo che non spicca per personalità, per simpatia o per altro, dentro di sé ha un sogno, ha una passione, qualcosa all’interno di questa creatura grigia inizia a bruciare, tanto da venire a galla, esplodendo, facendogli commettere azioni che per chi lo conosceva sembravano più che impensabili, ed ecco che compare l'altra anima di Strickland, quella dell’artista, di colui che vuole riversare su tela le sue emozioni e quello che vede.
La luna e sei soldi è una storia particolare, ambientata perlopiù a Parigi; una storia, come ha accennato Serelily, quasi onirica delle volte, eppure in alcuni sprazzi l’ho trovata vera, cruda. Una storia che colpisce il lettore perché ha diverse chiavi di interpretazione; inizialmente, alla mia prima lettura mi sono basata sulla trama, sulla vita romanzata di Gauguin, di come il protagonista, un uomo come Strickland, un uomo freddo e distaccato, sempre grigio o abbinato dalla mia fantasia a colori scuri, potesse creare delle opere tanto luminose, tanto solari.
Ma non è solo questo il punto focale di questa opera, ma proprio il fatto che quando uscì il romanzo in parte dettò un certo scalpore: come poter parlare di un uomo che ormai arrivato alla soglia dei quarant’anni decide di abbandonare moglie e figli, un lavoro stabile e la sicurezza economica per correre prima a Parigi e poi a Tahiti nella speranza di fare il pittore? Una sorta di metafora in cui l’uomo scappa alla ricerca dell’effimero (arte), lasciando dietro di sé la sicurezza e qualcosa di solido.
Strickland però non si fa problemi; come se nulla fosse, come un carro armato prosegue lungo la sua strada, incurante del male che potrebbe fare, di cosa si lascia dietro, sempre fissato davanti a sé il suo vero obiettivo.
Quando ho letto per la prima volta questo romanzo ero una ragazzina, non avevo nemmeno diciotto anni e, insieme a un altro libro, erano le uniche cose che a casa ancora non avevo letto. Li fissavo malissimo, perché mi sembravano più letture obbligate che altro, ma me ne sono innamorata. Come molti altri libri che ho letto, forse troppo giovane, all’epoca ho perso molte sfumature, molte cose che crescendo mi sono state più chiare.
Maugham, con il suo stile raffinato, ci trascina per le strade di Parigi, ma non solo nella mente di un uomo, di un personaggio controverso, che percorre la sua vita verso l’inferno, calpestando senza curarsene le persone che ha intorno, che trova lungo la sua strada.
Un personaggio controverso, particolare, e proprio come ho accennato apparentemente con due anime, una scura, grigia e l’altra che crea opere luminose e piene di vita.
Commenti
Posta un commento