Io, Claudio di Robert Graves



Trama:

Il libro che ha fondato la moderna fiction storica

«Mi accingo a scrivere della mia vita; a partire dalla mia prima fanciullezza via via anno per anno fino a quella svolta fatale in cui, circa otto anni fa, mi trovai subitamente impelagato in una crisi che chiamerò 'aurea' e dalla quale non ho mai potuto districarmi.»
Zio di Caligola, marito dell’infedele Messalina, padre adottivo e vittima di Nerone, l’imperatore Claudio inizia così il racconto della sua vita, scritto proprio di suo pugno, e non affidato, com’era costume a quei tempi, a un oscuro segretario o a un annalista adulatore. Immaginaria autobiografia del grande imperatore, Io,Claudio rievoca i fasti, i costumi e la potenza della Roma imperiale, ma anche gli episodi grotteschi e le tragiche avventure di colui che, tra i dodici Cesari, ebbe la vita più movimentata. Primo «generalissimo» dell’impero, seguiremo Claudio nell’instaurazione della dominazione permanente della Britannia, nei palazzi dei deserti libici, per le strade di Roma, negli accampamenti dei Balcani, addirittura ad Antiochia in una casa infestata dagli spiriti. Un romanzo affascinante e fedele alla storia che è diventato un bestseller mondiale e che si è reso pietra di paragone di tutta la fiction storica.

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Attingendo alla consolidata tradizione dei grandi romanzi storici del secolo XIX, il capolavoro di Graves racconta, con l’espediente letterario dell’autobiografia, la vita travagliata dell’imperatore Claudio, dall'infanzia sino alla salutatio imperatoria, ricostruendo intorno ad essa uno dei periodi più intricati ed importanti dell’historia romana.

L’abilità dell’autore inglese coniuga perfettamente la rigorosa ricerca storica ad uno stile piacevole, mai cattedratico o ingessato.
Il registro narrativo oscilla con naturalezza tra il colloquiale e il dotto, tra l’ironico e il filosofico, tra il confidenziale e l’aulico.
L’abilità di Graves è unica. Il british humor riconoscibilissimo.
Io, Claudio riscopre e conferisce la giusta luce ad un grande protagonista della Roma imperiale, con i suoi fasti e i suoi difetti, con i suoi pregi e le sue storture.
Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico, quarto imperatore della dinastia giulio-claudia, primo pater patriae a nascere oltre i confini italici, discendente di Augusto, padre di Nerone e zio di Caligola, marito della fedifraga Messalina, figura multiforme, controversa e ancora dibattuta come poche, uomo colto ed intelligente, dotato di vasta cultura e di fine senso politico ma considerato un mediocre ignorante dalla sua stessa famiglia, infermo, zoppo, balbuziente, mezzo sordo, poco incline alla vita sociale, riservato ma ironico, dai mille volti e risvolti psicologici.
Nel romanzo non mancano gli strepiti delle spade, il clamore delle conquiste, gli intrighi di corte, i giochi di potere, i complotti e gli omicidi, tutti ben basati su un copioso lavoro documentale fatto a monte, ma quello che colpisce di più il lettore è la magistrale caratterizzazione dei personaggi, descritti con maestria di sublime narratore e fine storico.
Lo stile non è particolarmente originale, è quello dei romanzieri storici dell’epoca, ma è forse il più adatto per un’opera autobiografica. Il cultore del genere più esigente potrebbe qua e là desiderare qualche dialogo in più e qualche minuziosa descrizione in meno, ma ciò non sottrae certo luce all'indiscutibile grandezza del libro che con tutta la sua forza trasporta il lettore in un tempo senza tempo tra realtà e finzione, tra Storia e Narrativa.
Un must per i lettori amanti dell’età romana, un classico degli anni '30 ancora, sotto molti aspetti, da scoprire. Un’opera di indiscutibile qualità, tra le migliori della letteratura inglese, memorabile.



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