Lo scudo di Talos di Valerio Massimo Manfredi





Trama:


Abbandonato dai genitori in tenera età in nome della crudele legge di Sparta, Talos, lo storpio, cresce tra gli iloti, salvato e accudito da un vecchio pastore che gli insegna a opporsi a un destino già assegnato. Nonostante la deformità, il suo coraggio e l'ostinazione ne fanno un arciere abile e possente, al servizio del prepotente ma intrepido Brithos. Come tutti i nobili figli di Sparta, Brithos è stato allevato per essere guerriero, e non sa ancora che un filo di sangue unisce il suo passato a quello di Talos. Ma la sorte schiera i due uomini fianco a fianco nella lotta contro gli invasori persiani...
Atene e Sparta, la gloriosa vittoria di Maratona e l'eroico sacrificio delle Termopili: la grande storia dei Greci fa da cornice a una splendida e tormentata vicenda familiare. Lo scudo di Talos, tra i libri più amati di Valerio Massimo Manfredi, è un romanzo spettacolare e storicamente rigoroso, pieno di passioni politiche e di affetti, di coraggio e di avventura. Un libro per rivivere il tempo degli dèi e degli eroi.


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Ingiustizia sociale e riscatto personale: le due direttrici de “Lo scudo di Talos”, capolavoro indiscusso di Valerio Massimo Manfredi ambientato a cavallo della battaglia delle Termopoli, scontro nevralgico delle guerre persiane dove re Leonida con trecento valorosi Spartani tenne tragicamente testa allo sterminato esercito persiano di re Serse.
Sullo sfondo delle vicende più note della storia greca classica, l’autore, con un ritmo piacevole e accattivante, impernia una splendida e tormentata vicenda familiare: quella di Talos, un nobile spartano abbandonato da suo padre alle pendici del monte Taigeto perché affetto da una malformazione ad un piede, così come previsto dalle ferree leggi di Sparta. Il destino del protagonista però non è quello di perire prematuramente in un bosco, ma di contribuire attivamente, dopo alterne vicende e diviso tra due anime, all’epopea della sua patria.
Inizialmente può sembrare una trama già trita e ritrita, ma la capacità narrativa di Manfredi fa subito differenziare il suo dagli altri racconti.
Dalla battaglia di Maratona al sacrificio di Pausania, dal ponte di navi di Serse al terremoto che distrusse Sparta, da Temistocle a Leonida, dalla dorata isola di Cipro ai deserti dell’Asia, dalle sfarzose reggie persiane agli insanguinati campi di battaglia, il ritmo è serrante, incalzante, travolgente.
L’ambientazione è sublime, inappuntabile, la narrazione ricca, gli episodi seppur noti non appaiono mai scontati.
Il romanzo di Manfredi è un’esperienza intensa ed inedita nel cuore della civiltà dell’antica Grecia.
I dialoghi sono efficaci, anche se forse un po’ troppo “contemporaneizzati”.
Lo stile è indubbiamente apprezzabile e riconoscibile, anche se a tratti può apparire un po’ troppo distaccato e informale, tipico degli storici.
Finale dal sapore agrodolce.
Non solo per chi è appassionato di storia greca, ma per tutti coloro che amano la bella scrittura e della materia valoriale di cui sono fatti i classici.




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