Crede che ormai tutto sia perduto - il diciottenne Henry Fleming - quando abbandona il plotone e inizia a vagare per i boschi. Vuole mettersi in salvo, fuggire da una battaglia - un episodio della Guerra di Secessione americana a cui ha partecipato pieno di romantico idealismo, ma che gli si è rivelata in tutta la sua brutale ferocia. L'incontro con alcuni feriti e la notizia dell'esito del combattimento lo costringono a riflettere sulla propria vigliaccheria e lo spronano a dimostrare anch'egli il proprio valore guadagnandosi una ferita, quel "segno rosso del coraggio" che contraddistingue i veri eròi. Pubblicato a puntate nel 1894 e in volume l'anno successivo, "Il segno rosso del coraggio" incontrò da subito un enorme e duraturo favore di critica e di pubblico. Hemingway lo inserì tra le migliori storie di guerra di tutti i tempi, e fin dal suo apparire è stato considerato uno dei più importanti romanzi della narrativa americana. La letteratura sulla Guerra Civile, di stampo eroico e celebrativo, assume una nuova profondità in questo romanzo, che con notevole finezza stilistica unisce uno straordinario scavo psicologico al realismo della descrizione delle battaglie, l'impressionismo nella resa dell'ambiente naturale all'afflato simbolico e universalizzante.
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Buongiorno, lettori. Oggi sul blog torniamo a parlare di romanzi storici ambientati durante la Guerra di Secessione.
Il titolo che vi propongo oggi è Il segno rosso del coraggio, romanzo un po' diverso rispetto ai precedenti.
Inizio con il dire che questa lettura è stata molto illuminante: ho trovato la narrazione davvero molto profonda, che scava un po' quello che doveva essere il lato più emotivo della storia.
Qui, infatti, non si incentra tutto su eventi realmente accaduti (tanto che viene descritta una battaglia generica, senza che vengano fornite informazioni più dettagliate), l'intento non è quello di romanzare i fatti storici.
No, qui è piuttosto uno studio su ciò che provavano coloro che hanno partecipato alla battaglia in prima linea.
E adoro tantissimo che il protagonista sia dipinto in maniera del tutto realistica, molto umana.
Non è un super uomo, non è indistruttibile e inarrestabile. È un ragazzo giovane, appena affacciato alla vita, che si ritrova a dover combattere una guerra che gli sembra senza fine, senza sapere se tornerà mai a casa, senza sapere se arriverà al giorno successivo.
È per questo che ho trovato il romanzo davvero intrigante e ho fatto davvero poca fatica ad immedesimarmi, anche se di solito non è così facile.
Non riesco a leggere spesso romanzi che parlano di guerra in un contesto moderno e contemporaneo, non è il mio genere.
Eppure questa volta sono riuscita a sentire il protagonista, sono riuscita ad entrare nella sua testa e lui ad entrare nella mia.
Ve lo consiglio?
Sì, decisamente è un romanzo che vale la pena di essere letto. Non sarà certo il mio preferito, ma rimane un interessante spaccato che aiuta a comprendere l'evento storico in questione, la guerra civile americana, da un punto di vista molto più umano e sentimentale.
E voi, lo avete letto? Fatemi sapere la vostra opinione con un commento qui sotto.
Alla prossima recensione.
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