Review Party: Lo specchio della memoria di Roberto Guerzoni



Trama:

Andrea ha una vita intensa e movimentata, equamente divisa fra un lavoro che ama, quello di giornalista, e i suoi tanti e irrinunciabili vizi. Uno fra tutti, il principale: le donne. Un vizio che non conosce età, era così da ragazzo e lo è tuttora, alla soglia dei cinquant’anni, il passare del tempo non lo ha cambiato, continua ad amare la sua frivola vita da eterno single. Il raggiungimento della cifra tonda delle cinquanta candeline, però, inizia a far nascere i primi dubbi e le prime riflessioni. Non è un nostalgico, ha sempre saputo apprezzare gli aspetti positivi di ogni età ma questo è un traguardo davvero importante, una pietra miliare, e qualche crepa comincia a fare breccia nella sua granitica autostima. Questa fase delicata della sua vita viene ulteriormente turbata da un susseguirsi di episodi tragici che lo toccano da vicino e che lo costringono a esporsi in prima persona. La tranquilla e pacata Ferrara diventa all’improvviso teatro di misteriose scomparse e di brutali omicidi, in un’escalation di ferocia e crudeltà che nessuno poteva immaginare. Andrea, al giornale, si occupa di politica non di cronaca nera, non spetta a lui seguire il caso ma qui è coinvolto, qualcuno si diverte a tirarlo in ballo, a metterlo in mezzo, e lui non può ignorare la cosa. Inizia così a indagare, a seguire la confusa ragnatela di tracce e indizi e a comporre, tessera dopo tessera, l’inquietante puzzle della verità. La trama si sviluppa fra l’Emilia e il Veneto nei freddi e nebbiosi mesi di un inverno contemporaneo, ma non mancheranno i richiami al passato, a eventi accaduti molti anni prima, situazioni dietro le quali sembrano celarsi i veri motivi di tanto odio. A legare il tutto, come un invisibile fil-rouge, una serie di misteriose fotografie, le protagoniste inconsapevoli del romanzo: alcune recenti, indiscrete, scattate di nascosto, altre vecchie e sbiadite, a immortalare attimi di un passato che nasconde chissà quali segreti.

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Buongiorno, Piume, sono di nuovo qui; era tanto che non partecipavo a un Review Party, un pochino questi eventi e queste iniziative mi sono mancati. Ultimamente però sono lentissima con le letture, e mi ritrovo indietro, quindi ho preferito rinunciare a qualche evento onde evitare di non far uscire la recensione per tempo.
Con questo titolo però ho voluto rischiare. Perché rischiare, vi chiederete? Come ho detto, è un po’ di tempo che ho talmente tanti impegni e cose a cui dedicarmi, tanto che i ritmi di lettura sono rallentati. La sera poi crollo addormentata alla seconda pagina di quello che sto leggendo. Ma ho bisogno di riposare anche io ogni tanto. 
Il secondo punto, più importante, è una scommessa perché non conoscevo questo autore. Quando ci si approccia a un nuovo libro, ma soprattutto a un autore che non si conosce è sempre una scommessa. Sono sincera, ho fatto qualche domanda in giro e me ne hanno parlato benissimo, però non avevo mai letto nulla di suo, quindi sono andata molto sulla fortuna per questo romanzo, seguendo un po’ l’istinto e un po’ la curiosità. Sin da quando ho letto la trama mi sono detta: proviamo, voglio rischiare, però è quello che sto cercando. Ultimamente sono alla ricerca di autori di gialli, thriller e noir italiani, che ambientano le loro storia in Italia. Perché questa decisione? Semplice, perché molti luoghi del nostro paese, che siano grandi città con grandi quartieri degradati, periferie malfamate o che siano province, tutti si adattano bene al thriller, al noir e ai gialli, soprattutto se poi l’autore è in grado di gestire una trama con la giusta dose di suspence. 
Mi piace l’ambientazione nostrana, mi piacciono i libri, proprio come quello che ho avuto tra le mani, ambientati nella provincia italiana, in piccole città dove apparentemente non sembra accadere mai nulla, eppure allo stesso tempo le persone hanno degli segreti e degli scheletri nell’armadio.
In questo romanzo Lo specchio della memoria di Roberto Guerzoni, leggendo la trama, ho pensato che avrei trovato quello che cercavo. E difatti è stata una splendida scoperta; edito da Brè edizioni, il libro che ho avuto tra le mani è uno dei migliori thriller che ho letto quest’anno. Ho apprezzato la scrittura dell’autore, il suo stile pulito, scorrevole, eppure allo stesso tempo frizzante. In alcuni punti sembrava più il resoconto di cronaca nera di quanto stava accadendo, mentre in altri fluivano i pensieri del protagonista, di Andrea, questo giornalista che fino a quel momento si è occupato di politica, lasciando la cronaca, le indagini a quelli che un tempo erano stati dei sogni di gioventù. Lui ha preso una strada differente, occupandosi d’altro in uno dei giornali più conosciuti tra Ferrara e provincia. Eppure, per quanto quei sogni siano stati relegati in un cassetto, forse per via del suo essere coinvolto, forse per far zittire in parte il senso di colpa, forse perché vi è stato trascinato dentro da chi stava muovendo le trame di quanto accaduto, di una serie di efferati omicidi, eccolo che si mette a indagare, alla ricerca di chi ha ucciso persone che conosceva, ma soprattutto capire il perché di quegli omicidi e trovare il punto in comune tra loro.
Lo specchio della memoria è un libro scuro, nero, dove il peggio delle persone man mano affiora, anche se hanno cercato di tenerlo nascosto agli occhi degli altri il più a lungo possibile. Ma è anche un libro dove gli eventi del passato, le scelte fatte da ragazzi, scelte incoscenti, dopo anni vengono a bussare alla porta affinché il conto venga saldato definitivamente.

La struttura del romanzo alterna alcuni pov, quello del protagonista, il principale, con quello di un altro personaggio importante del libro, l’ispettore di polizia che si occupa delle indagini. Ma il personaggio principale, quello che occupa la scena con prepotenza, è proprio Andrea Mariani con il suo carattere, il suo fascino e con tutti i suoi difetti che lo rendono affascinante e intrigante agli occhi del lettore.
Andrea è uno di quei personaggi di cui mi piace leggere: arrivato a cinquant’anni, con un matrimonio fallito alle spalle e una figlia adolescente con cui fa fatica a instaurare un rapporto, è un uomo che vive la sua vita senza problemi, assecondando i suoi vizi, soprattutto assecondando quell’istinto di corteggiare ogni bella donna compaia sulla sua strada. Eppure quella cifra tonda lo porta a riflettere sulla sua vita, sul futuro, su quello che desidera veramente e di quello che potrebbe avere, chiedendosi se mai riuscirà a cambiare. La vita di Andrea, apparentemente tranquilla, improvvisamente ha uno scossone improvviso, prende una piega che non si sarebbe mai aspettato. La sua amante, una delle ultime, con cui aveva una storia quasi seria, scompare nel nulla, dando inizio a una serie di eventi che porteranno il giornalista a percorrere strade pericolose e piene di insidie. Proprio la scomparsa della donna dà inizio a questa storia, facendo precipitare il lettore in fredde giornate invernali, come se tutto fosse avvolto dal silenzio e qualcuno nell’ombra non facesse altro che spiare ogni mossa del protagonista e delle persone a lui care. Ed è proprio con l’intreccio tra questa scomparsa e un omicidio che Andrea Mariani inizia le sue ricerche. 
Le indagini di Andrea lo spingono ad approfondire il passato della donna scomparsa, scoprendo di non conoscerla affatto e che lei aveva molti più segreti di quello che immaginava; lo portano a fare ricerche sulle vittime, sulle persone che le conoscevano, trascinandolo man mano indietro nel tempo, alla ricerca di quel collegamento che possa fargli comprendere come mai due uomini siano stati torturati e uccisi, cercando di capire cosa sia accaduto e cosa li collega e soprattutto il perché delle loro morti.
Questo romanzo è una lunga ricerca, una lunga indagine da parte di Andrea. Un percorso del protagonista che lo porta a indagare sul passato delle vittime, cercando di scoprire cosa sia accaduto, ma non solo, è anche un percorso psicologico che lo spinge ad analizzare la sua vita, il suo passato, a domandarsi se potrà continuare in quel modo.

Lo specchio della memoria è un libro che mi ha veramente stregata, l’ho letto tutto di un fiato, in pochi giorni, però prima di mettermi al pc per scrivere questa recensione ho voluto rimuginarci un po’ sopra, cercando di farmi un’idea chiara della storia, dei personaggi, del loro passato e di come sono stati caratterizzati. Di capire come impostare questa recensione senza sproloquiare troppo, ma credo di non esserci riuscita troppo bene, sto delirando.
Alla fine mi sono accorta che è uno di quei libri che, arrivati a fine lettura e rimessi con fatica in libreria, fanno parte di quei romanzi che ti mancano, come ti mancano i personaggi e l’ambientazione. Già, perché Roberto Guerzoni è riuscito a trascinarmi all’interno del suo romanzo, per le strade di Ferrara e della sua provincia, insieme al suo protagonista. Vedevo la città, i luoghi attraverso gli occhi di Andrea, i suoi sentimenti, indecisioni, rabbia, curiosità, il desiderio di capire cosa stesse accadendo filtravano attraverso di lui per arrivare a me, ed è stata una sensazione stranissima. La stessa Ferrara, i giorni freddi, la pioggia e il gelo, come il silenzio di alcune ore, di alcuni momenti mi hanno messo addosso una sensazione di ansia provata raramente prima d’ora.
Il libro che ho terminato alcuni giorni fa e che sto recensendo è proprio quello che andavo cercando, una storia cupa, scura, dove il peggio delle persone viene man mano fuori, eppure allo stesso tempo è qualcosa di familiare. Ferrara, come molte altre province italiane non troppo grandi, è uno di quei posti dove le persone si conoscono tutte, anche se solo di vista. Dove puoi muoverti a piedi senza problemi, e il pomeriggio o la sera ti ritrovi con gli amici di sempre a parlare della giornata e a bere qualcosa, che si abbiano vent’anni o cinquanta. Ed è proprio questa sensazione di familiarità, di posti conosciuti, come se fossero sicuri, che mi è piaciuto e allo stesso tempo mi ha inquietato un po’. Perché tutto quello che conosciamo, tutto quello che apparentemente è sicuro, una sorta di comfort zone, potrebbe non essere poi questo nido dove vivere tranquilli. Un luogo che conosci e che reputi sicuro può avere molti più segreti di quello che si pensa, può essere più pericoloso di quanto ognuno di noi possa immaginare.
Lo specchio della memoria è un libro che mi ha veramente catturata, bellissimo, con personaggi ben costruiti, ma soprattutto con un lungo intreccio tra persone ed eventi; per lunghi attimi ho pensato che Andrea non riuscisse a scoprire nulla, che le sue ricerche si perdessero nei meandri del tempo, che tornare indietro nel tempo, sondando i ricordi delle persone. poteva essere più difficile di quel che pensava, dopotutto le persone dimenticano, omettono e soprattutto mentono. Ma quello che alla fine lascia senza parole è il finale, un finale che non ti aspetti, completamente fuori dagli schemi e di cui non vi dico nulla, altrimenti potrei essere linciata. Un finale che lascia il lettore a bocca aperta, come nei migliori thriller.
Una lettura consigliatissima che si merita cinque piume e tutti i miei complimenti all’autore.




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