Trama:
Mike Brouwer ha lottato per tutta la vita. Ha lottato per la sua famiglia, per i suoi compagni di squadra, per proteggere se stesso senza mai abbassare la guardia. Ha lottato per ottenere un posto nella National Hockey League e l'unica maniera per riuscire a conservarlo è usare i pugni, per il divertimento dei tifosi e per proteggere la sua squadra.
Liam Fitzgerald è una recluta con dodici anni meno di Mike e più talento nel suo dito mignolo di quanto Mike ne abbia in tutti e due i pugni. È il giocatore più piccolo sul ghiaccio, ma non permette mai che quello gli impedisca di ottenere ciò che vuole. E a quanto pare, ciò che vuole è Mike e quella è una battaglia che Mike si ritrova a perdere.
Mike sapeva che sarebbe stato un errore permettere a quella recluta di infilarsi nel suo letto, ma non sapeva che quell'errore lo avrebbe seguito per il resto della sua vita.
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Buongiorno, Piume; il blog è rientrato a pieno ritmo come potete vedere, e come noterete sono stati apportati dei cambiamenti. Nulla di trascendentale, le recensioni settimanali diminuiranno, ma quelle che troverete saranno sicuramente meglio articolate e più strutturate. Sperando anche di avere tempo, vorremmo mettere degli approfondimenti, in modo da riuscire a creare un dialogo con i lettori del blog, non solo sulla lettura in questione, ma anche sugli argomenti trattati.
Detto questo, sia io che le altre ragazze speriamo veramente che questo cambiamento vi piaccia e possa farvi seguire i nostri sproloqui con più calma.
Ma ora passiamo alla recensione con cui esordirò in questo nuovo periodo.
Taylor Fitzpatrick, l’autrice di questo libro, non la conoscevo, sono sincera, non l’avevo mai sentita nominare prima. Quando è arrivata la mail con la richiesta di recensione ero tentata di lasciar stare; questo mese a livello di letture è stato veramente pieno, sin troppo, e in alcuni istanti ho quasi perso il gusto della lettura in sé, che dovrebbe essere un passatempo, un piacere; quando invece sei lì che leggi sapendo che devono uscire delle recensioni a ogni costo sembra trasformarsi in un obbligo. Alla fine mi sono detta “tu ami leggere”, non riesci a stare troppo tempo senza un libro tra le mani, ma prenditela con calma, sei in ferie, gli impegni li abbiamo tutti, quindi le recensioni usciranno quando usciranno, devono essere delle belle recensioni, ben articolate e non degli articoli tanto per. E così ho fatto, mi sono messa con calma, ho ripreso ad affrontare le mie letture con i miei tempi, senza stare a guardare scadenze, date, anteprime. Poi magari alcune usciranno in anteprima o vicino all’uscita del libro, altre a diverso tempo dalla pubblicazione, ma in fondo l’importante è che se ne parli.
Tornando a Taylor Fitzpatrick, non la conoscevo come autrice, le letture erano lì che mi fissavano impazienti, aggiungerne un’altra sarebbe stata una follia, ma alla fine ho letto la trama e mi sono detta: perché no?
Forse speravo che leggendo di hockey superassi più facilmente i mille gradi fuori, forse ero alla ricerca di una storia leggera. Ecco, il caldo fuori l’ho accusato ugualmente, e quello che ho avuto tra le mani non è affatto un libro leggero, tutt'altro, perché pur stemperando, almeno inizialmente, con delle scene erotiche scritte veramente bene, tratta argomenti importanti e complessi.
In questi mesi di storie m/m sull’hockey, ambientate dentro squadre della NHL, ne ho lette, eppure questa è differente da tutte le altre. In molti libri descrivevano le scene di gioco, le azioni, i rapporti tra compagni e i problemi legati all'omosessualità nel mondo dello sport, ma anche facendolo rimanevano dei romance m/m, ruotavano intorno alla storia d’amore, alle scene hot, e tutto il resto, compresi alcuni problemi, veniva solo accennato, ma rimaneva ai margini della storia, senza prendere il sopravvento e il giusto posto all'interno di racconti del genere.
Il libro che ho avuto tra le mani, al contrario, affronta ogni lato della vita di un giocatore di hockey, o meglio, dà più rilevanza alla salute, ai rapporti interpersonali, all'essere omosessuale. Ha tutto questo e anche di più, perché ci sono i momenti con la squadra, i dopo partita, le sbronze, il gioco. C’è veramente tutto, comprese delle scene hot scritte veramente bene, eppure gli argomenti importanti del romanzo sono altri. Quello che mi ha colpito, oltre al rapporto tra i due protagonisti, la loro differenza di età e carattere, il modo in cui si sono avvicinati, per non parlare dei vent’anni di differenza che li separano, sono proprio quei temi scottanti che man mano emergono andando avanti con la lettura, quegli argomenti che dimostrano quanto il mondo dello sport professionistico non sia così dorato come tutti pensano.
Mike e Liam apparentemente, molto più che apparentemente, vengono da due mondi differenti, da due vite differenti che si sono scontrate. Unico punto in comune è l'hockey e anche qui fino a un certo punto.
Mike e Liam apparentemente, molto più che apparentemente, vengono da due mondi differenti, da due vite differenti che si sono scontrate. Unico punto in comune è l'hockey e anche qui fino a un certo punto.
Liam è una stella nascente, ha talento, è bravo e non è uno di quei colossi che si vedono, ma è agile e veloce, ha la stoffa per diventare un giocatore veramente affermato.
Mike è sul viale del tramonto, ed è uno di quei giocatori che hanno sempre combattuto, sia fuori che dentro il campo, uno di quelli che è nato per difendere i compagni, quello che dà e prende le botte, per poi ritirarsi senza troppi clamori.
Mike ha sempre fatto questo durante la sua lunga carriera, e nel romanzo si parla delle ripercussioni che può avere un giocatore di hockey dopo tante botte, tante cadute, tanti traumi. Come ne risente il suo corpo, la sua vita, per poi renderlo propenso molto di più rispetto ad altre persone ad alcune patologie. Parla di come ogni infortunio, ogni trauma cranico possano essere pericolosi, fatali per la carriera di uno sportivo, ma anche per la sua vita.
Il libro in questione mi ha stupito per come è strutturato, per come l’autrice riesce ad alternare i momenti più leggeri, quelli erotici, a quelli più seri e con un tocco drammatico. Allo stesso tempo ho veramente apprezzato tutta la storia, lo stile, che mi ha lasciato spiazzata per le prime pagine, poi è diventato scorrevole e accattivante. Taylor Fitzpatrick è riuscita a trascinarmi in questo mondo fatto di giocatori, di uomini grandi e grossi, in alcuni casi padri di famiglia, in altri ragazzini che per lo sport si sono allontanati da casa. Mi ha trascinato nella mente di Mike, nel suo modo di vivere, nella sua testa e con quegli atteggiamenti imbronciati, come se volesse dimostrare qualcosa, o solo essere lasciato tranquillo.
Ho avuto davanti la relazione tra lui e Liam che man mano nasceva, cresceva, legandoli sempre di più, a discapito del mondo in cui vivono e lavorano, della differenza di età. Anche se Mike inizialmente ha combattuto in tutti i modi verso quell’attrazione, verso il desiderio, cercando di mantenere la sua facciata di uomo duro e solitario.
Ho apprezzato i momenti drammatici, i tocchi pieni di dolore e angst, quelli di paura, sino a un capitolo finale che mi ha sorpreso e lasciato spiazzata. Se in alcune parti ho avuto il magone, se in alcuni momenti ho trattenuto le lacrime, l’ultimo capitolo, quel salto temporale verso il futuro mi ha fatto versare mari di lacrime.
In parte ho sorriso, per la storia tra Liam e Mike, per il fatto che fossero due anime gemelle, che sono rimasti insieme, ma allo stesso tempo ho pianto veramente tanto.
Un libro che mi ha colpito, fatto sorridere, per poi devastarmi sul finale.
Un libro che ho amato dalle prime pagine fino all’ultima e che consiglio, perché è un romance, ma allo stesso tempo è diverso, mostra la vita di uno sportivo, che non è tutto luccichii o altro, ma ci sono gli infortuni, i dolori, i pericoli, il ritiro. I dubbi del dopo, di cosa si farà nel momento in cui si smette di fare quello in cui si riesce meglio.
Veramente una lettura stupenda, che si è presa le mie ore di sonno, però se le è meritate tutte.
Cinque piume.
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