L’ultimo sorriso di Sunder City di Luke Arnold (Anteprima)





Voglio un caso vero. Un’occasione di fare qualcosa di buono. Perché è colpa mia se la magia non tornerà mai più.

Mi chiamo Fetch Phillips, come è scritto sulla porta. Ci sono tre cose che dovreste sapere prima di ingaggiarmi:

La mia sobrietà vi costa un extra.
I miei servizi sono confidenziali.
Non lavoro per gli umani.
Niente di personale, perché sono umano anch’io. Ma dopo quanto successo, non sono gli umani ad aver bisogno del mio aiuto.





***


Buongiorno, Piume. Non vedevo l’ora di parlarvi di questo romanzo, come non vedevo l’ora di leggerlo.
Finalmente è arrivato il momento, e non so se riuscirò a rendere bene l’idea, perché questo romanzo mi ha veramente stupita tantissimo.
Andiamo per punti e iniziamo dall’elemento che è forse il più immediato: la trama.
La trama di L’ultimo sorriso di Sunder City mi è piaciuta molto: la storia non viene raccontata subito, ma pian piano. Questo romanzo può considerarsi benissimo un urban fantasy noir, in quanto ha tutte le caratteristiche di entrambi i generi.
Dopo un evento che possiamo definire catastrofico – provocato dagli umani –, tutte le creature che facevano uso di magia perdono le loro capacità, e lentamente la società va disfandosi, con tutte le conseguenze che ciò porta.
La narrazione si divide in due binari diversi: da un lato abbiamo il presente, dove si svolge l’indagine del protagonista, che è stato assoldato per cercare un vampiro ad un passo dalla morte, dall’altro abbiamo il passato, che pezzo per pezzo ci svela il passato di Phillips.
Entrambi i binari portano il lettore a scoprire le cose lentamente, dando il tempo di provare ad indovinare cosa succederà, quale sarà la soluzione del caso.
Tuttavia, questo romanzo ha tanti livelli interpretativi: non parla soltanto di un indagine, ma pone molta attenzione sia alla differenza di classe, sia a problemi di razzismo.
Usa la metafora delle creature “magiche” (o che almeno lo erano) per raccontare di una società multietnica che non è riuscita davvero a convivere, che sembra andare sempre più verso la deriva.
In quest’atmosfera decadente, si muove il protagonista, che non soltanto combatte contro i suoi nemici ma anche con i propri demoni interiori, e soprattutto con il senso di colpa.
Tuttavia, una scintilla di speranza potrebbe cambiare completamente tutto quanto.
Ho adorato lo stile di questo romanzo; è raccontato in prima persona e, anche se di solito la cosa non mi fa impazzire, qui l’ho trovata veramente azzeccata, perché tutto ciò che vediamo e sentiamo è un resoconto di Phillips stesso e funziona.
Funziona, proprio perché Phillips è un detective (uomo al soldo, come gli piace definirsi) ed è ancora più stimolante poter sentire direttamente i suoi ragionamenti su ogni cosa che vede, ogni indizio che scopre, ogni tassello che riesce a mettere al suo posto.
L’ultimo sorriso di Sunder City è chiaramente il primo romanzo di una serie, e non vedo l’ora che gli altri vedano la luce. È un romanzo che non sapevi di volere finché non lo hai in mano, e che quando finisci ne vuoi ancora, e ancora, e ancora…
Ve lo consiglio?
Se tutto il resto non vi avesse ancora convinto, quel che posso dirvi è che questo romanzo è perfetto sia per gli amanti dell’urban fantasy che per gli amanti del noir, perché mixa perfettamente i due generi senza eccedere troppo da una parte o dall’altra.
Spero tanto che seguiate il mio consiglio e lo acquistiate, perché ho bisogno di sentire le vostre opinioni in merito!
Alla prossima recensione.



Commenti

  1. Anche a me è piaciuto molto, anche se qualche parte del passato mi ha annoiata per essersi dilungata troppo... però bello bello!

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    1. Io lo devo ancora leggere, ma Serelily mi ha detto che sicuramente lo amerò da morire. Ora sono indecisa se ordinarlo in ebook o in cartaceo, perché se è veramente così bello come dice, lo voglio cartaceo.

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