Middlegame di Seanan McGuire





Ecco Roger. Ha un vero dono per le parole, comprende istintivamente ogni linguaggio e sa che è il potere delle storie a regolare i meccanismi dell’universo.

Ed ecco Dodger. È la sorella di Roger, la sua gemella per la precisione. Anche lei ha un dono, per i numeri: sono il suo mondo, la sua ossessione, il suo tutto. Qualunque cosa le si presenti alla mente, Dodger la elabora con il potere della matematica.

I due fratelli non sono propriamente umani, anche se non lo sanno. Non sono neanche propriamente divini. Non del tutto… non ancora.

E poi c’è Reed, esperto alchimista, come la sua progenitrice. È stato lui a dare vita ai gemelli. Non si potrebbe definirlo il loro “padre”. Non proprio. Ma come tutti i genitori, per i due ragazzi ha un piano ambizioso: far sì che raggiungano il potere assoluto, e poi reclamarlo per sé.

Diventare “dei in Terra” è una cosa possibile. Pregate soltanto che non accada.





***



Da quando abbiamo iniziato questa proficua collaborazione con Oscar Vault, ho letto un sacco di romanzi bellissimi che forse non avrei preso, perché sono sempre un po’ scettica riguardo alle novità. Grazie a ciò non mi sono persa questi capolavori, ma non ho capito quanto ero fortunata fin quando non ho letto Middlegame.
Middlegame non è facile da recensire, ma nemmeno da leggere, eppure è uno dei romanzi che più mi ha dato soddisfazione in questo 2020.
Non è un romanzo facile perché Middlegame è molto diverso dagli altri: ciò che è importante non è tanto ciò che avviene, ma il concetto filosofico che viene espresso al suo interno.
Non sono nemmeno sicura di aver capito tutto ciò che l’autrice voleva trasmettere, ma sicuramente ho compiuto un viaggio straordinario all’interno del mondo da lei creato.
In questo romanzo il tema principale che ho colto in qualche modo è che spesso una creazione può sfuggire dalle mani del proprio creatore.
Tralasciando sottotesti biblici, si ripete spesso nel romanzo questo tema: creazioni che avrebbero dovuto comportarsi secondo un certo schema, acquistano un’identità diversa da ciò che in un primo momento si era pensato. Essi diventano qualcosa di nuovo, evolvono…
In questo romanzo è presente il concetto di libero arbitrio in contrapposizione alla predestinazione: non è evidente, e magari sono io ad aver colto qualcosa che forse non c’è, tuttavia i due protagonisti, Roger e Dodger, combattono contro ciò che Reed, che è di fatto il loro creatore, ha programmato per loro.
Non vogliono più essere pedine di un gioco che li vede solo come meri oggetti per raggiungere uno scopo, non vogliono diventare un mezzo per raggiungere un fine, ma vogliono una vita vera, reale…
Questo romanzo viaggia su binari che possono essere quasi definiti onirici, perché la narrazione sembra essere sempre un po’ fumosa e sfocata: forse perché all’interno del libro è chiaro fin da subito che quella che ci viene mostrata è soltanto una versione della realtà, una delle infinite possibili.
È un romanzo che mette alla prova il lettore, che ne testa le capacità, ma che stimola anche tantissimo la fantasia di chi sta leggendo.
Non penso di aver reso giustizia a quest’opera, però voglio chiedervi un atto di fede: fidatevi se vi dico che ne vale davvero la pena, perché questo è un libro veramente meraviglioso che tutti dovrebbero provare a leggere almeno una volta.
Ovviamente, il voto che mi sento di dargli non può essere che il massimo.
Se voi lo avete già letto, mi farebbe piacere sapere la vostra opinione; lasciatemi un commento qui sotto con le vostre impressioni, i vostri pensieri e i vostri giudizi su Middlegame.
Alla prossima recensione!


Commenti