Review Tour: La musica che fai di Giacomo Assennato (Tappa del 20 settembre)



Trama:
La vita non è stata clemente con Mattia che, dall’età di ventiquattro anni, deve occuparsi del suo problematico fratellino.
L’impegno è enorme e a volte lo schiaccia, impedendogli di vivere come farebbe un ragazzo della sua età. L’unica cosa che ha è il suo lavoro di editor e traduttore che riesce a svolgere quando il fratello è al centro di sostegno.
Un improvviso incarico importante cambierà tutta la sua vita.
Alessandro è un attore famoso in Italia e nel mondo che decide di divulgare la propria biografia. Non essendo in grado di scriverla si rivolge a una casa editrice in cerca di un ghostwriter che dovrà assicurare assoluta segretezza fino al giorno della pubblicazione.
Due persone che vivono nascoste, due persone smarrite che si incontrano, entrambe a un punto di svolta delle proprie vite.

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Giacomo Assennato non si smentisce mai con i suoi lavori: da quando ho letto una sua opera per la prima volta, le altre sono diventate una droga. Ma soprattutto sono abbonata a versare mari di lacrime e poi a sorridere, perché veramente con i suoi scritti riesce a smuovere mari di emozioni nei suoi lettori.
Anche se con le sue opere non sorprende, perché sono veramente stupende, lo fa sempre con le trame, con i suoi personaggi e soprattutto su come affronta argomenti decisamente delicati.

Partiamo con il dire che quello che abbiamo tra le mani è un romance mm, pertanto è una storia d’amore; il perno intorno a cui ruotano le intere vicende è quella, gli argomenti importanti sono di contorno, servono per arricchire la trama, per trovarle il suo giusto contesto, eppure non sono messi lì a caso.
Se ne parla, certo non in maniera approfondita: l’autore non sciorina un trattato di psicologia e medicina per descrivere l’autismo del piccolo Milo. Accenna a lui, lo introduce presentando la sua famiglia, spiegando come di per sé l’arrivo di un figlio possa cambiare tutto, soprattutto di uno inaspettato arrivato in età avanzata dei genitori, e ancora di più di un bambino che si scopre avere bisogno di maggiori attenzioni, perché hanno una sensibilità differente, osservano il mondo in maniera differente e molte volte non hanno un contatto con esso, o lo hanno solo a modo loro.
Milo è un bambino autistico e il suo arrivo stravolge la vita della sua famiglia, al contrario la sua e quella di suo fratello maggiore sono stravolte da un terribile incidente che li lascia soli al mondo.
E così ecco che inizia questo racconto, una storia delicata di due anime che vivono la vita la affrontano in maniera differente, ma che sono legate in maniera indissolubile: una chiusa in se stessa, in cui apparentemente tutto gli scorre addosso come niente, perché non esterna i suoi sentimenti, perché agli occhi di molti è differente. L’altro è Mattia, giovane, forse sin troppo per occuparsi di un bambino. Rimasto solo al mondo, immerso nelle difficoltà, nel dolore e in quel senso di colpa che si trascina dietro ogni giorno da quattro anni. Sembra un’eterna battaglia la sua, questo fino a quando a un certo punto tutto non cambia e all'orizzonte sembra spuntare la salvezza da quel baratro nel quale sta precipitando.

Dunque, come ho detto Giacomo Assennato è una garanzia, e ho amato questo libro come i suoi altri che ho letto. Il suo stile è poesia.
Ci sono alcuni personaggi che riesce a gestire magistralmente: in questo caso, il mio preferito, quello che forse è riuscito a caratterizzare al meglio, anche se attraverso gli occhi degli altri, è proprio il piccolo Milo. Se volete sapere qualcosa di più sull'autismo vi lascio il link a un articolo che ho trovato molto utile qui.
Il piccolo Milo è di un dolcezza incredibile, le parti in cui suo fratello deve occuparsi di lui, in cui si sente imprigionato da quella vita, sono strazianti, eppure mi hanno fatto molta tenerezza, perché pur essendo giovane Mattia vuole bene al fratello, si occupa di lui e mai e poi mai lo lascerebbe indietro. Ci sono alti e bassi nella loro vita, cose che avverte solo Mattia, che in alcuni casi si sente come se tutto il peso del mondo fosse sulle sue spalle; eppure, anche quando sembra che stia per mollare, per lasciarsi andare, ci sono dei momenti con suo fratello che sono di una tenerezza stupenda. Dolcissimi.
Dimostrano quanto possa essere profondo un legame tra due persone, tra fratelli, anche se inizialmente era insospettabile; anche se l’arrivo di Milo nella sua vita lo ha destabilizzato, prima quando era un’adolescente e poi nella vita da adulto.
Il rapporto tra Mattia e Milo, tra i problemi, gli alti e bassi, le differenze non solo dovute all’autismo del bambino, ma anche a quelle dell'età, rendono la storia e il loro rapportarsi molto interessante, in alcuni casi doloroso, in altri, come ho detto molto dolce.

Ora arriviamo alla parte che mi è piaciuta, ma che forse mi ha convinto meno, ovvero Alessandro. Come personaggio lo trovo costruito egregiamente; gli accenni sul suo passato, su come e dove è cresciuto sono perfetti, e il lettore se ne rende conto anche attraverso quello che scrive Mattia.
Forse la cosa su cui ho storto un po’ il naso non è tanto il fatto che si innamorano quasi all'istante, ma che Alessandro di punto in bianco, dopo solo due incontri, segue Mattia per sapere dove va; sinceramente una persona che conosco appena, anche se mi incuriosisce, anche se la trovo affascinante e ne vorrei sapere di più su di lei, non la seguirei mai e credo che non posso definirlo amico, non dopo averlo visto sì e no due volte.
Questa dinamica, da cui poi scatta tutto il resto, mi ha lasciato un po’ perplessa, perché alla fine Alessandro e Mattia si sarebbero rivisti e avrebbero avuto modo di scoprirsi, Alessandro avrebbe avuto un altro modo per venire a sapere dell’esistenza di Milo.
Non so, forse un escamotage un po’ troppo affrettato per far modo che Mattia si fidi di Alessandro; o forse, essendo donna, un comportamento del genere, un uomo che mi segue per sapere dove vado, mi pare molto strano, mi metterebbe in allerta.
Sorvolando su questa piccola parte, da questo momento in poi la storia prende una piega complessa: tra i due c’è da subito attrazione.  Alessandro è un personaggio decisamente ambivalente: da una parte, quello che mostra al mondo intero, ovvero il bello e tenebroso dello spettacolo; dall’altra, quello che scopre il lettore mentre lo vede interagire con Mattia e Milo è una sorta di principe azzurro, il cavaliere dalla scintillante armatura pronto a salvare il suo amato. Eppure, detta così, sembra un personaggio perfetto, di quelli alla Ken di Barbie con tanto di sorriso scintillante, ma anche in questo caso l’autore ci sorprende.
Perché quest’uomo ha più di un segreto da nascondere, ricordi che si porta dietro sin da quando era solo un bambino e che ha elaborato con il tempo. Ricordi e avvenimenti in cui lui stesso afferma di non essere una vittima, non del tutto almeno.
Alessandro ha tante ombre e segreti, memorie di una vita passata, di quando viveva in Sardegna, esperienze che vuole condividere con il mondo, insieme al suo più grande segreto: la sua omosessualità.
Anche questa decisione, che si potrebbe considerare egoista, lo rappresenta, dà un’altra sfaccettatura al suo carattere, mostrandoci a tutto tondo il suo modo di essere.
Perché secondo me è egoistico questo comportamento? Semplice, perché in questo modo, all’apice della carriera, lui vuole dare un taglio netto a tutto quello che è l’Alessandro attore, sapendo che molto probabilmente con il suo coming out nessuno lo avrebbe più chiamato per determinati ruoli, e così prende la palla al balzo per cambiare, forse reinventarsi. E non trovo ingiusto che lui lo faccia, però per lungo tempo, per non avere problemi, per non essere discriminato si è nascosto, per venire fuori nel momento in cui fa comodo a lui. Ed ecco che anche in questo caso dimostra un altro lato del suo carattere, del suo animo.
Ora, voi penserete: ma tu lo odi questo personaggio, perché è veramente terribile. No, non lo odio, e Alessandro non è una brutta persona, come ho detto ha tanti lati nel suo carattere, tante sfaccettature che vengono fuori man mano che si legge La musica che fai; mostra una dolcezza quasi inaspettata, gesti gentili e delicati, eppure ha anche quel lato silenzioso e granitico. 

Ora voi penserete che, avendo trovato un episodio che mi ha convinto poco, io non abbia apprezzato questo libro, ma non è affatto così. L’ho scritto a inizio di questa recensione, i libri di Giacomo Assennato sono tutti delle splendide poesie, delicati e strazianti. L’autore ti accompagna all’interno del mondo da lui creato, ti porta a conoscere i suoi personaggi e ti fa sentire ogni loro emozione. I suoi libri, i suoi personaggi ti entrano nel cuore e non se ne vanno più via.
Io ho veramente amato questo romanzo, per il modo in cui è strutturato, per i suoi personaggi, complessi e anche pieni di difetti, perché la bellezza di una persona è proprio nelle sue imperfezioni. E in questo caso nei personaggi ne troviamo molte, in Milo, perché agli occhi della società lui è differente e sbagliato, eppure per suo fratello, per Beatrice e poi anche per Alessandro quel bambino è perfetto così com'è.
E lo stesso vale per tutti gli altri personaggi, con i loro segreti e comportamenti; eppure quelle imperfezioni, le piccole bugie, i segreti, tutto quello li forma e li rende ciò che sono.

La musica che fai è stata veramente una lettura interessante, una delle migliori di questa estate. Ne parlavo qualche giorno fa su un gruppo di facebook: non so bene come mai, ma i libri che preferisco, i più belli, sono quelli che mi straziano, quelli che mi strappano il cuore dal petto e mi fanno versare mari di lacrime. La poesia e l’originalità di questo, che ti fa piangere, ma l’autore lo fa sempre con delicatezza.
Consigliatissimo.










Commenti

  1. Spettacolare. Quando dico che - a parte tutto il resto di bello che dici - una critica è COSTRUTTIVA, intendo questo. Potrei spiegarti che la dinamica fra gay è ben diversa, sia negli innamoramenti (quelli veri) che hanno tempi diversi dal rapporto etero, in quanto c'è un desiderio di appartenersi e di affermare l'unione più forte, così come che Ale lo segue perché è rimasto perplesso dagli sbalzi di Mattia ed è nel suo carattere avere chiare le cose, non lo segue per amore, ma non è questo il punto; queste sono le spiegazioni, Il vero punto è che sei stata, come dicevo, costruttiva e motivata in ogni frase e le tue riflessioni mi hanno fatto pensare e probabilmente aggiustare il tiro per le prossime storie. Te ne sono grato come per tutte le altre cose belle con cui mi abbracci. Grazie davvero.

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  2. Hai scritto un trattato non una recensione...wow... :D
    Grazie Erika anche per aver aderito al Tour come sempre <3

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    1. Ciao.
      Il libro mi è piaciuto tanto e quando mi piace chiacchiero tantissimo.
      Grazie a te, proponi sempre libri stupendi per i blog tour.

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