L'imperatore ha bisogno di negromanti. Il nono negromante ha bisogno di una spadaccina. Gideon ha una spada, non ne può più di tutta quella robaccia da non morti in mezzo a cui è cresciuta e vorrebbe sfuggire al destino che la attende: una vita come servitrice e un post-vita come corpo rianimato. E così si prepara a fuggire. Ma la sua nemesi non la lascerà libera senza chiedere qualcosa in cambio...
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Buongiorno, lettori, e buon inizio settimana. Devo dire che questa recensione è un po’ una novità rispetto al piano che mi ero fatta per novembre, ma visto che Oscar Vault mi ha mandato una copia ARC, ho deciso di iniziare subito la lettura per poter recensire il libro prima dell’uscita, ossia domani.
Sto parlando di Gideon la Nona, romanzo di Tamsyn Muir in uscita nella collana Oscar Fantastica.
Questo romanzo era già nella mia lista di lettura, stavo solo aspettando che uscisse in Italiano, ma ne avevo sentito parlare in lungo e in largo ed ero curiosissima di capire come sarebbe stato.
Devo dire che l’aspettativa non è stata soddisfatta, di più. Non mi aspettavo minimamente un romanzo così geniale e così assurdo, una lettura mai banale che ti sorprende a ogni pagina, di cui non puoi prevedere nulla ma soltanto lasciarti trasportare dalle parole dell’autrice.
Gideon la Nona è un romanzo che ha elementi della fantascienza e del fantasy, con una narrazione divertente e dinamica. Il personaggio di Gideon ci appare subito come un personaggio molto forte, testarda e risoluta, con una boccaccia che non sa tenere chiusa e la propensione a dire tante parolacce. Allo stesso tempo, però, scorgiamo quasi subito le sue fragilità, le sue paure, che tenta di tenere ben nascoste il più possibile per non mostrare il suo lato debole.
Anche Harrow, che è una sorta di protagonista, è un personaggio che ho amato molto: di lei capiamo soltanto ciò che Gideon ci racconta, in quanto il romanzo è stato scritto seguendo il suo punto di vista. Tuttavia, è stato sufficiente per farmi innamorare alla follia di questo personaggio.
In Gideon la Nona, uno dei poteri di cui più si parla è quello della negromanzia, una cosa che ho trovato davvero interessante. Solitamente, questo tipo di pratica nei romanzi fantasy viene considerata proibita oppure legata agli antagonisti, ai cattivi. Qui, invece, è presente in diverse sfumature, in diverse branchie se così possiamo dire, ma sembra essere l’unico tipo di potere esercitati dai personaggi del libro.
E questo è già un elemento molto innovativo, almeno per quello che mi riguarda: non ho mai letto un romanzo simile a questo, e credo che non solo rimarrà impresso molto di più nella mia memoria proprio perché è stato capace di distinguersi, ma che tornerò a leggerlo ancora, per poterne apprezzare ogni sfumatura, ogni singolo dettaglio, ogni minimo particolare. Insomma, tutto ciò che questo romanzo ha da offrire e anche di più.
Ora, non posso che rimanere in attesa del secondo volume, Harrow The Ninth, non vedo l’ora che arrivi in Italia e non vedo l’ora di ritrovare proprio Harrow.
E voi leggerete questo romanzo? Eravate in attesa come me oppure non ne avevate mai sentito parlare? Fatemelo sapere qui sotto in un commento.
Io non posso che chiudere questa recensione consigliandovi vivamente di non lasciarvi scappare questo gioiellino, perché era davvero tanto che non trovavo un romanzo così stimolante e così nuovo, che non ricalcasse i soliti luoghi comuni ma che finalmente portasse una ventata d’aria fresca.
Alla prossima recensione.
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