RECENSIONE Così si perde la guerra del tempo di Amal El-Mohtar e Max Gladstone


 


Trama:


Tra le ceneri di un mondo in rovina, un agente del comandamento trova una lettera: "bruciare prima di leggere". Inizia così la strana corrispondenza tra due agenti rivali, Rossa e Blu, emissarie di due fazioni in lotta, ciascuna desiderosa di controllare il passato per dominare il futuro. Ma quella che è iniziata come una sfida a distanza presto si trasforma in qualcosa di diverso. Qualcosa di epico. Qualcosa di romantico... qualcosa che potrebbe farle uccidere. Perché in fine dei conti c'è una guerra in corso. E qualcuno deve vincerla. Non è così che funziona?


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Sono consapevole che mi avete dato per dispersa, ma non è così. Ci sono, vedo quello che accade sul blog, quello che esce, e molto a rilento leggo e cerco di recensire. Ma come ogni anno, novembre è un mese funesto. Non chiedetemi perché, ma è così, si raddoppiano gli impegni, le cose da fare, e leggere, come scrivere diventano una mera utopia.

Sembra che al momento l’unica cosa a cui riesco a stare dietro sono i review party e i blog tour, ma proprio perché ho delle scadenze e quando sono sotto pressione lavoro molto meglio, altrimenti sono una maga del procrastinare.


Mesi fa, quando ho avuto modo di recensire sempre per Mondadori i quattro volumi di Monstress, scrissi che era stato una sorta di destino, di fortuna a farmi arrivare in quel momento a leggere quei quattro volumetti, e quella volta il destino ha fatto veramente un ottimo lavoro, perché li ho adorati.

Questa volta penso che sia accaduta la stessa cosa. Guardando di sfuggita la bacheca di Fb ho visto una cover e la richiesta per recensire questo libro; non ho nemmeno letto la trama, non la sono andata a cercare. Sentivo che mi chiamava, non so quanto sia possibile, ma è così. Era il libro giusto da leggere, adatto a me e sapevo che in qualche modo mi stava chiamando.

E così l’ho richiesto alla casa editrice, che gentilmente me lo ha mandato.

Così si perde la guerra del tempo è uscito i primi di novembre, siamo a fine mese, e io lo sto recensendo ora, quindi potete solo immaginare il poco tempo che ho avuto, anche perché non è un libro lunghissimo, ma allo stesso tempo è un libro che deve essere letto prestando maggiore attenzione del solito.

Non dirò mai che un libro è brutto perché bisogna leggerlo con attenzione, per leggere bisogna rimanere concentrati, seguire le vicende che si svolgono nel romanzo che si ha tra le mani, o nel saggio, ma anche dovesse essere la settimana enigmistica.

Tutto deve essere letto con attenzione, soprattutto se poi se ne vuole fare una recensione, se ne vuole parlare.

Il libro, da quanto ho capito, è un’opera prima di entrambi gli autori Amal El-Mohtar e Max Gladstone, ed è  stato una vera e propria sorpresa.

Come ho detto mi ha incuriosito dando solo un’occhiata alla copertina e alla descrizione letta di sfuggita sulla pagina della Oscar Vault. Mi sono detta: è un romanzo di fantascienza, probabilmente, qualcosa di distopico, ma allo stesso tempo sembra differente, lo devo leggere assolutamente.



Ovviamente c’era anche la vocina dentro di me, quella che cerca di farmi ragionare, che mi diceva: “Hai la tua lista di arretrati, sono troppi, alcune cose te le trascini dietro da marzo, non puoi prendere un altro libro.”



La vocina nella mia testa aveva più che ragione, ho una lista di arretrati che mette paura e mi fa sentire tanto in colpa. Per chi la volesse vedere, potete scrivermi in privato all’indirizzo mail del blog.

Comunque, io alla vocina non do mai ascolto, altrimenti non starei qui a scrivere questa recensione.


Qualcuno dice che chiacchiero troppo nelle recensioni, che racconto troppe cose che non sono inerenti al romanzo, eppure secondo me serve per spiegare come sono arrivata a un libro, come ho deciso di volerlo leggere.

Comunque, questa è l’ultima cosa, poi inizio veramente a recensire per bene il romanzo; anni fa ho scaricato un’app per scrivere lettere, ha il suo fascino, è divertente, e poi delle volte chiacchierare con qualcuno che non ti conosce e di te non sa nulla, nemmeno la tua lingua, è divertente e aiuta.

Finito il gioco, il passatempo, me l’ero completamente dimenticata questa app, fino a che qualche settimana fa non mi è tornata in mente e l’ho aperta.

Ho ripreso a usarla più o meno nello stesso periodo in cui ho iniziato a leggere Così si perde la guerra del tempo, e mi ha fatto tanto sorridere come all’interno del romanzo ci fosse uno scambio di lettere tra le due protagoniste, capitoli, perni importanti per imparare a conoscerle.

E forse sono entrata più in sintonia con loro, con questo scambio di messaggi che è iniziato come un gioco, come una sfida, per poi trasformarsi in qualcosa di più profondo man mano che il tempo passava e le due si conoscevano. Ed è stato divertente leggere questo libro, proprio perché in parte comprendevo l’idea di mandare un messaggio, l’attesa e poi vedere se a questa missiva la persona dall’altra parte avrebbe risposto o meno. 

Ho trovato la costruzione di questo romanzo interessante e intelligente, questa alternanza di descrizioni e avvenimenti, forse anche di ricerca, ma soprattutto l’attesa sino a quando non arriva la prossima missiva.


Stavo parlando di come fosse strutturato questo romanzo: è diviso in capitoli in terza persona dove vengono raccontate delle missioni fatte attraverso ciocche temporali (un balzo da un periodo all’altro, da un mondo come il nostro a un altro, dove però sembra che la storia abbia preso pieghe differenti), per passare ai capitoli in prima persona, quelle lettere che descrivono le due protagoniste, questi due soldati, agenti segreti, come si preferisce definirle, che lavorano per fazioni differenti, battendosi l’una contro l’altra ognuna per avere la supremazia e fare in modo che il mondo prenda la direzione che desiderano. Eppure, pur descrivendo questi avvenimenti, queste missioni, il fulcro del romanzo è la sua trama, la parte che cattura il lettore sin dalle prime battute sono proprio queste lettere, questo gioco che Blue e Rossa iniziano.

Sì, perché inizia proprio come un gioco questo scambio di lettere. Una sfida? Una presa in giro? Un rincorrersi tra le due che man mano con il passare del tempo muta il loro rapporto, quella che inizialmente è una sfida a chi è la migliore si trasforma in amicizia, rispetto e forse anche di più.


Quello di cui vi sto parlando è un romanzo particolare, una sorta di distopia, una visione del mondo in cui qualcuno muove le fila degli eventi, saltando nel tempo, in quella che sembra essere una guerra infinita per scoprire chi avrà la meglio, quale delle due fazioni vincerà. Allo stesso tempo è un libro scritto con un stile particolare, in alcuni momenti sembra di leggere una fiaba scritta in maniera molto elegante, in altri momenti sembra di ascoltare Shahrazād mentre racconta una delle fiabe delle mille e una notte. Ambientazioni differenti, eppure la mia mente, mentre leggevo, è come se sentisse quella voce che raccontava le varie peripezie di Rossa e Blu.

Inizialmente questo stile, nel primo capitolo, mi ha stupito, lasciandomi perplessa. Uno strano modo per impostare un libro distopico, aveva un tocco dolce, per descrivere scene cruente, una guerra, un’eterna battaglia tra due fazioni.

Eppure, man mano che andavo avanti, ecco che proprio quell’impostazione, quello stile mi sembrava la scelta migliore per descrivere quanto stava accadendo, cosa accadeva tra le due protagoniste.

Perché quello che sarebbe accaduto tra le due si comprendeva bene, il loro era quasi un flirtare sin dal primo momento, allo stesso tempo le loro missioni, questi salti da un tempo all’altro, con infiniti se e infiniti ma che la storia ci avrebbe potuto dare. 

Qualcuno si chiedeva dove volesse andare a parare la trama di questo libro, così frizzante, in alcuni attimi delirante, saltando da un tempo all’altro. Semplicemente è un e se… se alcuni eventi storici fossero andati in un modo o nell’altro, come desideravano i comandanti delle due diverse fazioni. Una creazione di infiniti mondi e infiniti futuri ognuno con una sua storia, dove si muovono e combattono tra loro Blu e Rossa.


Una storia veramente impeccabile quella che ho avuto modo di leggere grazie alla Oscar Vault, un libro che mi ha catturato dall’inizio alla fine pagina dopo pagina, dando dimostrazione che la fantascienza, come la distopia possono avere vari volti, varie forme, anche quelle di un’evoluzione di salti temporali e di come si possa manipolare il tempo.

Una distopia differente, che non mostra un mondo in rovina, ma nemmeno un mondo idilliaco, ma qualcosa che si tenta di cambiare ogni volta che si fa un salto indietro o avanti nel tempo.

Forse, chi dà gli ordini a Blu e Rossa ha un po’ la sindrome di Dio, nel voler cambiare il passato e il futuro come più aggrada a loro, ma allo stesso tempo mostrano una storia differente, fuori dai soliti schemi.

Consigliatissimo.





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