La serie, ambientata in una utopica Età della reggenza inglese, narra le vicende della famiglia Bridgerton: la madre Violet, Lady Bridgerton; i
suoi quattro figli Anthony, Benedict, Colin e Gregory e le sue quattro figlie
Daphne, Eloise, Francesca e Hyacinthe. Altra famiglia protagonista sono i
Featherington, composti da: la madre Portia, Lady Featherington; suo marito, il
barone; le tre figlie Philippa, Prudence e Penelope. Siamo nell’alta società
londinese nella stagione in cui le giovani donne cercano marito e le madri sono
in fermento, intente a trovare una buona sistemazione per le proprie figlie.
Protagonista della prima stagione è Daphne Bridgerton che, al debutto
nell’alta società, incontrerà il duca di Hastings, Simon, scapolo ambìto e
amico di suo fratello Anthony. Per eludere politiche matrimoniali svantaggiose
per entrambi, fingeranno di instaurare un legame ma ben presto scopriranno di
essere profondamente innamorati l'una dell'altro. Tuttavia, sul loro amore
incombe un giuramento che Simon ha fatto molto tempo prima a suo padre.
***
Buongiorno,
Piume! Ieri Serena vi ha parlato de Il
duca e io, libro da cui è stata tratta la serie Bridgerton.
Oggi
io vi parlo invece della serie Netflix, uscita lo scorso dicembre sulla
piattaforma streaming.
Devo
dire che la prima impressione che ho avuto della serie durante il primo
episodio non era delle migliori: ritrovarsi gente di ogni razza tra la nobiltà
inglese dell’800 era una cosa decisamente insolita, quindi sono rimasta un po’
spiazzata dalla cosa. Poi Serena mi ha detto che non dovevo prenderlo come un
telefilm storico, perché comunque anche i libri non erano propriamente da
considerarsi storici, e allora ci ho messo una pietra sopra e sono andata
avanti, anche perché sapevo che era firmato Shondaland.
Dunque,
ho trovato la storia della serie un po’ troppo veloce. Non ho letto il libro,
ma leggendo la recensione che ne ha fatto Serena ho trovato una grossa
differenza che forse spiega questo senso di velocità: nel libro Daphne resta “zitella”
per due anni, mentre nel telefilm succede tutto in una stagione. Per questo non
capivo perché avesse tanta fretta di trovarsi qualcuno ad un certo punto,
perché fingere di avere un fidanzato per fermare le malelingue dell’alta
società e per attirare uomini di più alto calibro.
Probabilmente
la modifica è dovuta al fatto che la serie doveva coprire pochi mesi, senza
preoccuparsi troppo del fatto che non trovare marito al debutto in società
poteva non essere un grosso problema.
Comunque
ho trovato la storia principale un po’ troppo prevedibile. Shonda Rhimes ci ha
abituati a ripetuti colpi di scena, ma qui secondo me doveva seguire troppo il
libro e ha avuto poco margine di movimento. In compenso ho trovato molto ben
costruiti i personaggi secondari, a partire da Eloise e Penelope.
Eloise
ha un carattere forte e un animo da scienziata. A lei non interessa il debutto
in società, previsto per la stagione successiva, né agghindarsi a festa. In un’epoca
dove le donne comandavano in casa ma ancora avevano poco potere decisionale
sulla loro vita, sicuramente è una figura particolare e significativa. Per tutta
la serie cerca di scoprire la vera identità di Lady Whistledown, una misteriosa
scrittrice di pettegolezzi di corte, che pubblica puntualmente un giornaletto
scandalistico che svela gli altarini dell’alta società. Nessuno sa chi sia, ma
tutti non aspettano altro che leggere quei pettegolezzi.
L’altra
ragazza che mi è piaciuta particolarmente è Penelope Featherington, l’ultima di
tre sorelle che hanno debuttato in società, con poco successo, lo stesso anno
di Daphne Bridgerton.
Molto
amica di Eloise, come lei non è troppo interessata al debutto in società, anche
se per motivi diversi: il suo fisico non troppo perfetto (è grassottella, l’ho
detto) e la mania della madre di vestirla di giallo non la fanno sentire sicura
di se stessa, relegandosi in un angolo durante i balli organizzati dai vari
nobili.
È innamorata
di Colin Bridgerton, amico d’infanzia, ma purtroppo lui sembra non ricambiare
il suo amore. Ciò non toglie che faccio il tifo per loro e spero che nella
seconda stagione il ragazzo si svegli un po’.
Tornando
a Lady Whistledown, devo ammettere che ad un certo punto ho iniziato a intuire
chi fosse, ma ovviamente la certezza è stata data solo alla fine della serie
(anticipando quanto avviene sui libri, dato che nel primo romanzo non si scopre
nulla su di lei). Vedendo successivamente uno speciale Netflix dove
intervistavano gli attori, ho scoperto perché ad un certo punto era abbastanza
chiaro su chi fosse: in pratica nessuno degli attori era stato informato su chi
fosse Lady Whistledown, ma caso vuole che l’attrice che interpretava quello
stesso personaggio sia andata a cercare in rete chi fosse, scoprendo di essere
proprio lei. Ecco, secondo me tutte le scene registrate prima di quel fatto non
lasciavano trapelare chi fosse veramente la misteriosa scrittrice, mentre da un
certo punto in poi sembra proprio che l’attrice ne fosse consapevole e che
quindi abbia modificato le reazioni di tale personaggio in conseguenza di ciò,
e forse è un peccato (ma alla fine, venendo fuori nell’ultima scena, ci stava
anche che lo spettatore riuscisse a intuire la sua identità).
Parlando
dei due protagonisti, voglio solo dire due parole sulla fantomatica scena che a
quanto pare ha creato scompiglio. Io giuro che quando sono arrivata lì la prima
cosa che ho pensato è “l’ha fregato”. Poi Serena mi ha detto che c’è molta
gente che dice che quello è uno stupro bello e buono e mi sono fermata a
pensare. Quello che posso dire è che magari non è consenziente al cento
percento, però non penso si possa dire che quello è stupro. È vero, alla fine
lei l’ha forzato a fare qualcosa che lui non voleva, ma la scena era
perfettamente in linea con la trama, quindi non penso che si possa criticare
troppo.
Tutto
sommato la serie mi è piaciuta, sono arrivata al punto di andare a dormire in
piena notte pur di vedere come andava a finire.
Quattro
piume.
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