RECENSIONE Margherita e punto - Il dilemma di essere amata di Simonetta Gallucci


Trama:


Cos’è “Margherita e punto”?

Una favola moderna. Margherita, la

protagonista, è una di noi: come me, come te,

come quella ragazza

seduta da sola al tavolino del bar,

come quella che ti dà il resto alla

cassa del supermercato.

Ognuna di noi può essere Margherita, con

le sue insicurezze, le sue storie sbagliate e la voglia di essere amata

semplicemente per ciò che è.

Così l’eroina di questa storia si lancia

in amori fatui, sperimenta il mondo dei siti d’incontri, incappa in

uomini complicati. Cade e si rialza.

Fino a trovare l’amore vero, che le appare all’improvviso dopo una

notte dolorosa e in una forma

che non si sarebbe mai immaginata.

Perché l’amore è così: inaspettato e travolgente. Grazie a quest’incontro

Margherita imparerà ad accettarsi e ad avere il coraggio di

essere semplicemente sé stessa.


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Buongiorno, eccomi con una nuova recensione. Questa volta mi ritrovo a parlare di un racconto fuori dai miei canoni. O meglio, io adoro le fiabe e le favole, come anche i libri per ragazzi, eppure, pur essendo impostato questo come una favola, non lo si può ritenere tale.

Margherita e punto di Simonetta Gallucci ed edito da Maratta Edizioni è una favola, ma una favola per gli adulti, una storia dal mio punto di vista un po’ malinconica, una favola che fa riflettere. Sin dalle prime battute, dal momento in cui Margherita parla della sua famiglia mi è salito il magone, la malinconia, il pensiero che quanto descrive Margherita non è una cosa rara, ma che tutt’oggi lo possono dire molte bambine, molte ragazze. Mi ricordo che, quando ero ragazzina, alcuni genitori presentavano i figli maschi come se fossero l’orgoglio delle loro vite, mentre le ragazze erano più i bastoni per la vecchiaia, quelle che pulivano e stiravano in casa se non c’era la madre a farlo. L'estate in campeggio vedevo ragazzine della mia età passare pomeriggi a lavare i panni a mano, mentre i fratelli andavano al mare, in piscina, a giocare a pallone con gli amici.

E l’inizio di questa storia mi ha fatto tornare indietro nel tempo, ma nemmeno troppo, perché sono parole più che attuali. Tutto questo descrive la protagonista del libro: una donna brava e intelligente, una donna indipendente che però non è mai riuscita ad apprezzare se stessa e che non è mai riuscita a trovare l’amore. Forse perché troppo indipendente, forse perché per rendere felici le persone che aveva intorno doveva trovare un compagno a tutti i costi. Eppure per lungo tempo tutti i suoi incontri sono stati belli, forse anche divertenti, ma non erano mai quello giusto.

Eppure Margherita alla fin fine non si è mai sentita sola; vivere da sola, non avere un compagno, non significa essere soli. E qui un’altra cosa che mi ha fatto tornare indietro nel tempo, ma nemmeno troppo, perché sono cose che in molti continuano a inculcare nella mente dei figli: quel poverina” detto da una bambina quando le chiede se non ha un fidanzato o un animale.

Eppure a modo suo, come ogni persona, non solo le donne, Margherita lo desidera l’amore, e per questo sperimenta, cerca, esce, cade tante volte e altrettante si rialza, perché al contrario di quel che le ha detto quella ragazzina, lei non è povera e non è sola, ma allo stesso tempo l’amore lo desidera. Desidera qualcuno con cui condividere le giornate, le mattine pigre della domenica, i pro e i contro della vita.


Quella che ho avuto tra le mani è stata una lettura interessante, una storia amara e dolce allo stesso tempo, una favola moderna, con un tocco di soprannaturale man mano che andava avanti. Una favola che mostra alla fine come Margherita riesca ad accettare se stessa, ad essere felice della sua vita e anche a trovare l’amore dove e come meno se lo aspettava.

Una storia interessante, con diversi spunti di lettura e allo stesso tempo malinconica, o almeno a me ha fatto provare anche malinconia.

La consiglio.

Quattro piume.





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