RECENSIONE Ritorni di Chris Scully


 

Trama:

Il giornalista Alex Buchanan torna nell’isolata cittadina della Columbia Britannica in cui è cresciuto soltanto perché suo padre, con cui non ha rapporti da anni, sta per morire. Per Alex, quel ritorno porta con sé un insieme di memorie per lo più negative. L’unico aspetto positivo è ritrovare Benji Morning, l’amico d’infanzia che non ha mai davvero dimenticato. Da ragazzi, la forza del loro legame lo aveva spaventato, ma adesso, sicuro della propria bisessualità, Alex si sente di nuovo attratto dal tranquillo e timido Benji.

Ben, però, non è più lo stesso ragazzo lasciato indietro da Alex. La sua vita è stata dominata dalla scomparsa, vent’anni prima, di sua sorella e adesso una nuova svolta nel caso minaccia la pace che si è conquistato con grande fatica.

Mentre cerca di recuperare il rapporto con suo padre prima che sia troppo tardi, Alex si ritrova invischiato in un mistero lungo vent’anni, in una storia che non si sarebbe mai aspettato, e in una verità scioccante che potrebbe minacciare il suo futuro con Benji.



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Buongiorno, piume. Pensavate di esservi liberata di me e delle mie recensioni? E invece no, sono ancora qui. Ieri è uscito, per la casa editrice Riptide Publishing (che lo ha pubblicato in originale e si è occupata anche della traduzione in italiano), Ritorni di Chris Scully, un romanzo che viene etichettato come thriller. Dopo averlo letto e aver riflettuto un po’ sulla trama, il mio modesto parere è che lo vedo più come un noir rispetto a un vero e proprio thriller. Sì, è vero, c’è un vecchio mistero da risolvere, un vero e proprio cold case: una ragazza è scomparsa quindici anni prima, si sospetta che possa essere scappata, ma anche che possa essere stata uccisa e abbandonata lungo la strada che attraversa quei luoghi desolati e dove molte altri delitti sono stati commessi. Il corpo della giovane Misty Morning non è mai stato trovato e, pur se il tempo è passato, la sua scomparsa ha lasciato un’ombra sulla sua famiglia, su sua madre che ha smesso di essere un genitore per il suo unico altro figlio rimastole e sull’intera cittadina della Columbia Britannica nella quale è avvenuto il fatto.

Alex ritorna in quel luogo dopo anni, ripensando al suo passato e a quando era solo un ragazzino e quello era tutto il suo mondo. Un luogo a cui per molto tempo non ha più pensato e tanto meno a Benji, il suo migliore amico, che non ha veramente mai dimenticato, ma che ha relegato in un angolino della mente, credendolo ormai solo un ricordo lontano. Un qualcuno conosciuto quando era solo un adolescente.

Ritornare in quella cittadina riporta Alex indietro nel tempo, con la mente, con i pensieri. Questo tornare a dove è iniziata la sua vita fa emergere sentimenti che pensava fossero stati solo un caso, un sogno, qualcosa ancorato al passato e che credeva forse dimenticati. Non solo sentimenti romantici, quello che prova per Benji. Cerca di affrontare il passato, i sensi di colpa per non aver mai chiamato il suo migliore amico, come se in qualche modo, andando via, lo avesse lasciato indietro, abbandonato e gettato via per andare avanti con la sua vita.

Ci sono i sentimenti di odio e risentimento verso quel padre che incolpa per la disfatta della loro famiglia, per aver distrutto la loro armonia, per non aver mai fatto nulla per andarseli a riprendere.


La storia viaggia su due binari paralleli.

Da un lato abbiamo il presente, quello in cui Alex è di nuovo in città, dove deve affrontare la vita reale. Innanzitutto ci sono i problemi con la sua famiglia: suo padre che non sente e con cui non parla da anni, che sta morendo, portato via dalla cirrosi epatica e dall’alcolismo, e sua sorella con cui non è mai andato d'accordo, che sente distante quasi quanto suo padre, con la quale deve instaurare di nuovo un rapporto.

Poi c’è Benji, non più bambino, ma uomo adulto, verso cui prova attrazione e allo stesso tempo sensi di colpa per non averlo più cercato, per non avergli scritto come aveva promesso e per non essere mai più tornato.

Dall'altro lato ci sono i ricordi del passato, gli attimi di quando erano bambini, i flashback di momenti in cui era felice, i ricordi, gli attimi di quell’ultima estate per lui spensierata, ma allo stesso tempo piena di segreti, per via della sparizione della sorella di Benji, del comportamento dei suoi genitori, dei sentimenti che provava per il suo migliore amico e quello che Benji provava per lui e non riuscire a capire cosa fosse e a dargli un nome.

I ricordi e il presente poi vanno a intrecciarsi alle indagini e ai segreti che quella grigia cittadina nasconde.

Da bambino non si accorgeva di nulla, di quello che accadeva, dei segreti degli adulti e dei loro comportamenti; come ogni adolescente, come ogni ragazzino era rinchiuso nel suo mondo, in quel limbo tra la giovinezza e proprio l’adolescenza, senza curarsi troppo di quanto accadeva intorno a lui.

E così, cercando di risolvere i suoi problemi, riallacciare i rapporti con un padre morente, con un amico d’infanzia che potrebbe essere di più, cerca anche di scoprire cosa è accaduto alla giovane Misty.


Ora, voi vi chiederete come mai io abbia detto che personalmente il libro mi fa pensare più a un noir che a un thriller pur se c’è una ragazza scomparsa. Per diversi motivi: dall’ambientazione grigia e fredda, dove il tempo sembra essersi bloccato, ghiacciato in un tempo indefinito, per poi parlare dei personaggi di questo racconto, dal protagonista, passando per Benji, ma per tutti coloro che appaiono, persino Misty, la ragazza scomparsa, tutti hanno un che di disturbante, di sbagliato.

Tutti nascondo o hanno avuto dei segreti, dei comportamenti sbagliati, hanno voltato lo sguardo da un’altra parte pur di non dire la verità.

La stessa Misty, che sua madre vede come un angelo, come la dolce e splendida figlia, oltre a essere un’adolescente scalmanata, era una persona orribile, cattiva, che usava e sfruttava le persone, chiunque le fosse utile per raggiungere i suoi scopi.

La sua scomparsa ha scosso il paese, ma allo stesso tempo a piangere per lei sono stati in pochi.


Ritorni è un libro particolare, angosciante in alcuni momenti; una storia complessa, fatta di sensi di colpa e segreti. Un racconto dove l’autrice mostra tanti lati e sfaccettature del carattere dei personaggi, e non sempre questi lati sono gradevoli. Mostra che le persone hanno tanti lati bui, tanti difetti che difficilmente riescono a nascondere. Mostra che le persone sono fatte di ombre, di lati nascosti, che gli esseri umani, la maggior parte almeno, sono egoisti e pensano principalmente a loro stessi, prima che agli altri.

Questo libro è un viaggio nell’animo umano: non solo in quello del protagonista, ma anche in quello delle persone che lo circondano, che vivono in un angolo sperduto di mondo dove però arrivano ugualmente viltà, bugie e dolore, come se seguissero di pari passo gli esseri umani.


Il libro di Chris Scully lo consiglio vivamente. È una lettura interessante, che fa riflettere, che ti trascina lontano, nel gelo della Columbia Britannica. L’autrice ha uno stile delicato, quasi malinconico a momenti, che descrive alla perfezione gli eventi, i ricordi, il dolore. Allo stesso tempo è perfetto, in alcuni casi anche sferzante, tanto da dipingere una serie di personaggi complessi, particolari, umani. E come esseri umani hanno i loro pro e i loro contro, tutti i difetti che sono tipici dell’umanità. 

Una storia che mi ha sorpreso tantissimo; avevo immaginato un’altra cosa, eppure mi sono trovata davanti un libro estremamente interessante, pieno di emozioni e rimorsi. Una storia nera, dove non è tanto lo scoprire la sorte di Misty il punto focale, ma l’approcciarsi con l’animo umano.

Quattro piume.





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